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Una clinica che va dai pazienti

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Per adeguarsi alle nuove proibizioni dei talebani imposte alle donne, OPAWC aprirà un team sanitario mobile che andrà nelle aree rurali a portare servizi medici di base

CISDA, giugno 2023

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 Da clinica stabile a centro sanitario mobile: per andare incontro alle nuove esigenze delle donne e della popolazione, Opawc intende chiudere l’attività della clinica “Hamoon Health Center” finora funzionante a Farah e al suo posto aprire una unità mobile che andrà nelle aree rurali del Paese e fornirà servizi medici di base alla popolazione, con particolare attenzione a donne e bambini.

Il progetto “Hamoon Health Center”, promosso da OPAWC (Organization of Promoting Afghan Women’s Capability) e CISDA e finanziato da OSF – Opera San Francesco dei poveri di Milano, è attivo dal 2008.

Nonostante tutte le sfide di sicurezza, questo progetto è stato un successo in termini di raggiungimento della sua destinazione principale. E’ riuscito a soddisfare i bisogni sanitari di circa 20.000 persone, la maggior parte delle quali donne sposate e giovani ragazze. Anche i bambini sono andati spesso in questo centro per essere curati e hanno ricevuto un’attenzione speciale dai medici esperti del centro.

L’obiettivo della clinica e del progetto era fornire assistenza sanitaria ad adulti e bambini della provincia di Farah, per la maggior parte donne che per anni non erano state in nessun centro sanitario sia per motivi economici e condizioni familiari difficili, sia per mancanza di medici donne che potessero visitarle senza creare problemi alla famiglia, spesso donne sposate che soffrivano di diversi tipi di malattie dovute ai ripetuti parti e alle condizioni estremamente antigeniche dei luoghi di residenza.

Questo progetto sanitario è stato particolarmente utile per gli abitanti della provincia in quanto il 60% dei pazienti proveniva da villaggi lontani e innumerevoli persone che non potevano accedere a medici privati potevano ricevere le cure continuative di medici esperti.

Nonostante le risorse limitate, il tasso di accettazione ha raggiunto i 100 pazienti al giorno, dando la preferenza ai bambini e a coloro che provenivano da villaggi remoti e si trovavano in condizioni critiche.

Farah – una delle 34 province dell’Afghanistan, situata nella parte sud-occidentale del paese vicino all’Iran – è una provincia estesa e scarsamente popolata, divisa in undici distretti e comprendente centinaia di villaggi. La gente di questa provincia è fortemente contraria a che le donne escano di casa e impongono varie pressioni sociali alle donne, già costrette a vivere in estrema povertà e in situazioni difficili.

Le severe limitazioni imposte dai talebani, che vietano alle donne di viaggiare a più di 77 km da casa senza un tutore maschio, hanno fatto sì che molte donne dei distretti più remoti siano state scoraggiate dal cercare assistenza per i loro problemi di salute. Molte hanno manifestato sintomi significativi di disturbi da stress post-traumatico, depressione e ansia. Quasi la metà delle donne visitate riferiva ai medici della morte di uno o più membri della famiglia uccisi in guerra. Anche le condizioni economiche di estrema povertà di queste persone sono state riconosciute come uno dei principali motivi della richiesta di assistenza in questa provincia.

Per questo motivo Opawc ha pensato di chiudere la clinica di Farah e di sostituirla con un team di medici che vanno direttamente sul luogo per andare incontro alle donne impossibilitate a raggiungere un presidio sanitario lontano e mettendosi a disposizione nelle loro zone di abitazione.

 

Il nuovo progetto

Questo nuovo progetto propone un team mobile che andrà nelle aree rurali del Paese e fornirà servizi medici di base alle persone, con particolare attenzione ai bambini con malnutrizione e alle donne incinte. L’équipe sanitaria mobile visiterà anche le aree colpite dai disastri naturali.

Con l’improvviso cambio di governo, la già instabile situazione finanziaria della popolazione è ulteriormente peggiorata. Attualmente le persone non hanno accesso a una corretta alimentazione, all’istruzione, a farmaci e riparo. Mentre la fame minaccia la vita delle persone, i problemi di salute sono diventati ancora più incisivi. L’Organizzazione mondiale della sanità ha segnalato un aumento dei decessi tra donne e bambini dall’inizio del 2022, poiché la maggior parte delle donne non ha accesso ai servizi medici di base. Il governo talebano ha dichiarato che oltre il 60 per cento della popolazione non ha accesso ai servizi medici. Ma mentre gli uomini possono andare dai villaggi alle città per ottenere assistenza medica di base, donne e bambini non hanno tale fortuna e non è insolito che muoiano a causa di malattie comuni come la diarrea e la malaria.

Il progetto mira a fornire assistenza medica di emergenza a persone bisognose in varie province dell’Afghanistan, con particolare attenzione alle donne e ai bambini che non possono ottenere assistenza medica nelle loro zone di abitazione. Inoltre, in casi particolari le donne saranno trasferite, a spese del progetto, dalle aree remote del paese alla città di Kabul per essere visitate da medici o ricoverate in ospedale.

Complessivamente, il progetto sosterrà almeno 20.000 persone nella Provincia di Farah. Il team di progetto creerà un piano e selezionerà le aree più bisognose della provincia, poi l’unità mobile visiterà l’area individuata con le attrezzature necessarie e fornirà i servizi medici alle persone.

Infine, l’Unità sanitaria si avvarrà del personale necessario:

– un manager per supervisionare e gestire le attività del progetto e fornire rapporti al donatore

– due medici, un uomo e una donna, per interagire facilmente con pazienti sia donne che uomini. Verrà assunta una ginecologa per prestare un’attenzione particolare alle donne incinte o con problemi ginecologici

– un infermiere, per assistere i medici, dare istruzioni di base ai pazienti mentre i medici visiteranno altri pazienti, fare iniezioni, assistere i bambini malnutriti

– un farmacista, che aiuterà a somministrare le medicine ai pazienti prestando maggiore attenzione a spiegare l’uso del farmaco poiché la maggior parte dei pazienti è analfabeta

– tre membri di personale di supporto – un impiegato, un addetto alla logistica e una guardia – per supportare l’equipe durante le visite nei villaggi.

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