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Trasformiamo la rabbia in un’arma di lotta contro il fascismo fondamentalista!

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Il comunicato di RAWA per il secondo anniversario della presa del potere dei talebani

rawa.org, 15 agosto 2023 rawa_proteste_2023_copy.jpg 

I talebani, una forza mercenaria che agisce per procura, non hanno radici nella società e cercano di governare solo con la forza delle armi e dei dollari dei loro padroni stranieri; presto questa “luna di miele” finirà

Due anni fa, l’incubo del ritorno dei talebani ha travolto una popolazione già vittima del fondamentalismo da molti decenni. Il 15 agosto 2021, grazie all’imperialismo statunitense e occidentale, l’Afghanistan è stato sottratto ai suoi servi e tecnocrati jihadisti ed è stato rimesso nelle fauci dei suoi predatori talebani.

Questi due anni hanno reso l’Afghanistan il paese più disperato, più sfortunato e più miserabile al mondo, riportandolo alla preistoria. Sono state attaccate tutte le espressioni di umanità, libertà e democrazia. La fame, la disoccupazione e l’insicurezza hanno raggiunto livelli spaventosi. Le uccisioni e la meticolosa soppressione delle minoranze religiose e nazionali sono portate avanti con il fine di intensificare i conflitti. I rapimenti, le torture, le confessioni forzate, gli assassinii di esponenti dell’opposizione e di manifestanti sono stati fatti dai talebani nello stile dei loro maestri dell’ISI. Le corti marziali emanano sentenze di lapidazioni e frustate; la censura senza precedenti e la pressione sui media hanno portato alla chiusura della maggior parte di essi; la corruzione e i saccheggi sono arrivati a tal punto che la gente ora parla di stato cleptocratico. Le porte delle scuole chiuse per le ragazze oltre la terza elementare e il divieto alle attività dei saloni di bellezza sono solo ultime sentenze…

In questi ultimi due anni le donne del nostro paese stanno attraversando uno dei periodi più bui della storia: sono obbligate a coprirsi dalla testa ai piedi, non hanno diritto al lavoro e all’istruzione, ricevono orrendi insulti dalle “autorità della polizia morale”; il tasso di violenza domestica è sempre più alto e gli uomini violenti restano impuniti, sono aumentati i matrimoni delle ragazze minorenni, i suicidi e i delitti d’onore sono pratiche comuni in tutto il paese, nelle carceri le donne che hanno partecipato alle proteste ricevono continue minacce di stupro e pressioni, vengono torturate sugli organi sessuali (così che non possano mostrare i segni delle torture ai media e alle istituzioni internazionali). Tutto questo è ciò che le nostre donne stanno soffrendo.

Ora anche i bambini del nostro paese sono in grado di riconoscere un fascismo che nell’era dell’intelligenza artificiale e della conquista di Marte impedisce alle ragazze di andare a scuola dopo la terza elementare. Anche se questa situazione non durerà ancora a lungo, gli Stati Uniti e i loro alleati vogliono continuare a mantenere il controllo sul nostro paese e sulla regione, soprattutto perché considerano Cina e Russia possibili minacce. Ogni settimana gli USA finanziano questo regime con oltre 40 milioni di dollari (in parte “pubblicamente” e in parte sotto banco), impedendone così il totale collasso; nel frattempo cercano di dar vita a uno stato e a un governo che includano traditori di ogni sorta e loro agenti e che possano garantire i loro interessi strategici a lungo termine; infine, una nuova generazione di soggetti creati dalla CIA verrà imposto al nostro popolo esausto. I tecnocrati e gli intellettuali jihadisti sono alle porte, nella speranza di tornare al potere per continuare a sperperare nel loro paradiso di corruzione e nel fondamentalismo con il “supporto” dei loro vecchi padroni e ripristinare un’altra amministrazione grottesca che domini il destino della nostra sfortunata patria.

Però, nonostante tutte le difficoltà, le nostre forze e personalità progressiste, specialmente le nostre donne, non hanno perso l’arma più preziosa di ogni movimento rivoluzionario: la SPERANZA di un Afghanistan libero dal dominio imperialista e dalla morsa del fondamentalismo. Avendo ben presente la storia recente dell’Afghanistan, il nostro popolo, nei villaggi e nelle montagne più remote, nelle città e nelle aree centrali, ha raggiunto una coscienza politica di base e la consapevolezza che la sconfitta delle forze reazionarie sarà inevitabile e che nessun potere esterno potrà fermare a lungo la nazione, per quanto svuotata e deprivata, dal marciare verso il convoglio dell’umanità. I talebani, una forza mercenaria che agisce per procura, non hanno radici nella società e cercano di governare solo con la forza delle armi e dei dollari dei loro padroni stranieri; presto questa “luna di miele” finirà grazie alla resistenza e alla lotta. Non si deve però mai dimenticare che la lotta contro i sanguinari e ignoranti talebani sarà incompleta, inconcludente e inefficace senza la lotta contro i jihadisti loro gemelli e i pseudo-intellettuali che, come risulta chiaro dalle mosse dei loro padroni iraniani e pakistani, batteranno sempre il tamburo dei conflitti etnici e regionali.

Fin dai primi giorni del ritorno al potere dei talebani, sono state le donne afgane a insorgere e a iniziare bellissime e coraggiose proteste senza farsi intimorire, e nonostante siano state frustate, umiliate, minacciate e torturate, non sono mai rimaste in silenzio… Anche recentemente, in segno di protesta contro la decisione di chiudere i saloni di bellezza, hanno trasformato le lacrime in forza e organizzato proteste. Sicuramente queste ondate di resistenza e di lotta aumenteranno e giorno dopo giorno lo spirito di vendetta della popolazione sarà più forte.

Per liberarsi dalle catene del fondamentalismo e di qualsiasi tipo di fascismo e misoginia reazionari, non c’è altra arma che la consapevolezza, l’organizzazione, la mobilitazione e la lotta. Dobbiamo rimuovere le lobby femminili dei talebani come Madina Mahboobi, Rina Amiri, Mahbooba Saraj, Fatema Gilani, Fawzia Kofi, Habiba Sarabi e organizzare la lotta di gruppi di donne anti-imperialiste e anti-fondamentaliste, antidoto a decenni di catastrofi, per conseguire il risultato di una società indipendente, democratica e laica.

L’Associazione Rivoluzionaria delle Donne dell’Afghanistan (RAWA) conosce solo una soluzione, quella che la nostra martire Meena ci ha insegnato: lotta senza sosta, fino alla fine!

Viva la lotta delle donne per un Afghanistan libero, democratico e laico!

Che la gloriosa bandiera delle donne rivoluzionarie di tutto il mondo, nostra fonte di orgoglio e d’ispirazione, continui a sventolare!

[Trad. a cura di Cisda]

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