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Limiti e sfide delle donne afghane nell’agricoltura

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Global Voices, 18 ottobre 2023, di Hasht-e-Subh Daily tradotto da Valentina Bonomo [*]  [N.d.R. L’articolo originale è stato pubblicato su Osservatorio Afghanistan il 10 agosto 2023] , donne zafferano

 

Il ritorno dei talebani ha peggiorato la loro condizione

Agricoltura e allevamento sono le principali occupazioni in Afghanistan, e impegnano circa l’80% della popolazione. Le donne afghane costituiscono una fetta significativa di questa forza lavoro.

Sono coinvolte nell’agricoltura, nell’allevamento, nel giardinaggio domestico, nell’allevamento di pollame e pesce, nell’artigianato e in altri compiti. Giocano anche un ruolo fondamentale nella gestione dei terreni e delle risorse naturali. Inoltre, portano avanti quasi interamente la produzione di prodotti caseari nelle aree rurali.

Tuttavia, un tale livello di coinvolgimento non significa che le donne siano proprietarie terriere o accumulino ricchezza dalla vendita dei loro prodotti. Al contrario, le donne delle aree rurali sono considerate sostitute del lavoro maschile e non pagato, e i loro sforzi non portano né all’indipendenza economica né a un miglioramento delle loro condizioni di vita.

La ragione principale è la mancanza di controllo e di proprietà dei prodotti realizzati nel lavoro congiunto con gli uomini. Le donne non ricavano molti benefici dal proprio lavoro, e qualunque sia il reddito generato appartiene al maschio a capo della famiglia. Oltre a lavorare insieme agli uomini sui campi, queste donne contadine si prendono cura dei figli a casa. Tuttavia il lavoro di queste donne, sia in casa che sui campi, non viene considerato davvero tale.

Vent’anni di emancipazione delle donne nella campagna

Negli ultimi 20 anni, l’Afghanistan ha dato priorità all’emancipazione delle donne. In questo senso, le ONG hanno aiutato le donne afghane delle campagne a prendere parte attiva nei settori dell’agricoltura e dell’allevamento. Il Ministero della Riabilitazione Rurale e dello Sviluppo dell’Afghanistan ha studiato un programma per lo sviluppo economico delle aree rurali, con un’attenzione particolare alle donne in tutte e 34 le province del paese.

Lo scopo del Programma per lo sviluppo economico delle aree rurali era “accrescere la capacità sociale ed economica delle donne povere nei villaggi selezionati”. In più, uno degli obiettivi del Programma Nazionale di Solidarietà (NSP) nel 2003, e successivamente della Carta del Cittadino, era di fornire alle donne risorse agricole.

Infine, nel settembre 2018, è stato lanciato il progetto di Emancipazione Economica delle Donne, per ridurre la povertà tra le donne delle aree rurali creando opportunità di reddito all’interno dei loro villaggi, aumentando l’occupazione femminile e migliorando la situazione delle donne contadine.

Tuttavia, guerra e incertezze, norme sociali discriminanti, l’inefficienza del governo nel sensibilizzare sul tema e la mancanza di sforzi per migliorare davvero la condizione della donna si sono tradotti in un fallimento nell’innescare dei cambiamenti significativi nella situazione delle donne contadine. I progetti pensati per le donne afghane non le hanno trasformate in imprenditori, né le hanno rese proprietarie delle loro risorse e forza lavoro. Le donne contadine non hanno ottenuto nessun accesso a lavori adatti o stabili, e la qualità della loro vita non ne ha beneficiato. Continuano a lottare contro fame, malnutrizione, scarso accesso a cure mediche e attività produttiva limitata. La situazione è esacerbata inoltre dalla scarsa alfabetizzazione e consapevolezza che accomuna molte di loro.

Le donne contadine sotto i talebani

Il ritorno dei talebani in Afghanistan ha lasciato le donne contadine e allevatrici in una situazione deplorevole. Benché la loro situazione non fosse particolarmente diversa prima, almeno le donne giocavano un ruolo fondamentale nell’istituire piccoli sindacati e beneficiavano di una (seppur limitata) assistenza. Con il ritorno dei talebani al potere nell’agosto 2021, tutte le donne (in campagna e in città) sono state private dei loro diritti e privilegi. Le donne in città hanno perso la loro libertà e il diritto a lavorare e andare a scuola, mentre le donne in campagna sono state sempre più marginalizzate.

Sia le nuove restrizioni che le condizioni sfavorevoli di agricoltura e allevamento hanno creato numerose difficoltà per le donne contadine. Il ritorno al potere dei talebani ha peggiorato il quadro agricolo in Afghanistan. Questo è un dato preoccupante, dal momento che il 33,48% del PIL afghano dipende dall’agricoltura, e le donne giocano un ruolo essenziale.

Un report [it] del 2021 dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (FAO) ha constatato che “milioni di afghani sono sull’orlo del baratro e se i loro animali muoiono, o se i loro campi non vengono seminati, non avranno scampo”. Questa previsione cupa sta diventando realtà oggi. Nell’attuale crisi economica, le donne contadine sono più vulnerabili di qualsiasi altro gruppo, poiché corrono il rischio concreto di rimanere senza le loro già scarse risorse e risparmi, che solitamente sono messi da parte per le spese familiari e mediche.

Lo shock economico causato dal ritorno al potere dei talebani, insieme all’aumento dei prezzi di beni essenziali, ha fatto scivolare le comunità rurali in una povertà ancora più profonda. Il costo crescente delle sementi, la riscossione di tasse da parte dei talebani e le restrizioni imposte alle donne hanno peggiorato il quadro agricolo generale e la condizione economica delle donne contadine.

Inoltre, l’incapacità di vendere prodotti al mercato o l’obbligo di vendere a prezzi bassi, ha costretto molti uomini a emigrare abbandonando persino, in alcuni casi, i terreni e il bestiame. Questo sviluppo ha scaricato interamente il peso delle coltivazioni e dell’allevamento sulle donne. In assenza della presenza maschile e a causa delle barriere sociali, le donne non hanno nessuna sicurezza economica e non riescono talvolta nemmeno a utilizzare risorse disponibili per la gestione delle terre.

Come se non bastasse, l’assenza di mercati adatti per i prodotti caseari ha collocato le allevatrici in una situazione ancora più precaria e impoverita. Alcune donne contadine impegnate nella coltivazione di ortaggi, hanno segnalato che i loro prodotti hanno un prezzo troppo basso e non guadagnano denaro a sufficienza per coprire i costi delle loro provviste.

Lavorare su due fronti

Le donne contadine, a causa del loro ruolo nello sviluppo economico e delle responsabilità familiari, hanno bisogno di grande attenzione e supporto. Le donne afghane si prendono cura della famiglia, dell’istruzione e delle cure mediche, e allo stesso tempo lavorano nell’agricoltura e nell’allevamento. Rappresentano una parte fondamentale nello sviluppo delle comunità rurali e della nazione tutta. È fondamentale emanciparle attraverso l’istruzione, la formazione professionale e l’accesso ai mercati. Emancipare le donne contadine è essenziale per lo sviluppo economico e la sicurezza alimentare in Afghanistan.

Allo stato attuale, le donne sono non solo private di istruzione e opportunità, ma sono sottoposte a una sempre crescente violenza. Le comunità internazionali, le organizzazioni locali e i leader della comunità possono e devono giocare un ruolo più attivo nel sostegno alle donne contadine. Dar loro strumenti agricoli, assistenza tecnica e accesso ai servizi di credito e finanziamento sarebbe un grande beneficio. Inoltre, sono fondamentali delle campagne di sensibilizzazione che sfidino le norme sociali discriminanti e le pratiche che ostacolano il progresso delle donne nell’agricoltura e nell’allevamento.

[*] Nell’articolo originale segnaliamo alcuni video sull’argomento 

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