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La cattiva gestione del terremoto a Herat

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In una situazione in cui il governo talebano è assente, è la solidarietà tra la popolazione la fonte di aiuto più affidabile su cui contare

Mohammad Ali Nazari, Hasht-E Subh, 8 ottobre 2023

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Il 7 ottobre la provincia occidentale dell’Afghanistan ha subito un devastante terremoto, accompagnato da numerose scosse di assestamento. Questo evento sismico ha gettato il popolo afghano, in particolare quello di Herat, in una profonda miseria, provocando la perdita di centinaia di vite umane. La scorsa notte le Nazioni Unite hanno riferito di almeno 320 morti, con il numero di vittime in costante aumento. Alcuni abitanti di Herat temono che le perdite possano superare il migliaio. L’Afghanistan, martoriato da decenni di guerre e violenze umane, negli ultimi anni ha anche subito catastrofici disastri naturali. Nell’agosto dell’anno scorso un forte terremoto colpì le province di Paktika e Khost, causando oltre mille vittime e ingenti danni finanziari. Attualmente si teme che il bilancio del terremoto di Herat possa rivaleggiare con questa tragedia.

I disastri naturali possono colpire qualsiasi paese o società. Tuttavia, nelle nazioni in cui questi eventi non sono studiati con accuratezza e non vengono effettuati preparativi adeguati, l’impatto di tali disastri si aggrava. In società come l’Afghanistan, dove i disastri naturali non sono né previsti con precisione né gestiti in modo efficace quando si verificano, il prezzo in termini di vite umane e danni alle proprietà è immenso. L’elevato numero di vittime del terremoto di ieri evidenzia l’assenza di previsione, di preparazione ed di un’efficiente gestione post-disastro. I video che circolano sui social media mostrano i corpi delle vittime stesi a terra anche dopo 12 ore dal terremoto, e le persone senza mezzi per trasportarli. Inoltre i residenti hanno lamentato il ritardo nell’arrivo delle squadre di soccorso e la lentezza delle risposte.

Ci sono video angoscianti che mostrano individui che scavano tra le macerie a mani nude per estrarre le vittime, aggravando inavvertitamente il numero di vittime.

 

Corruzione e ignoranza cause della cattiva gestione

Parte di questa mancanza di preparazione e di cattiva gestione può essere fatta risalire ai governi precedenti. Corruzione e inerzia hanno afflitto per anni il governo afghano. I governanti si abbandonavano al lusso, costruivano harem e si impegnavano in futili conflitti. Alcuni leader, come Nader Khan e i talebani, hanno chiuso scuole e centri educativi, mentre altri hanno sottratto fondi destinati agli stipendi degli insegnanti e alla costruzione delle scuole, ostacolando ulteriormente lo sviluppo sociale. Di conseguenza, l’Afghanistan rimane una società afflitta dall’analfabetismo e priva di infrastrutture e istituzioni essenziali in grado di prevedere correttamente i disastri naturali. In questa società sottosviluppata le case vengono costruite senza tener conto delle faglie geologiche, rendendole vulnerabili ai terremoti. La corruzione e la periodica opposizione all’istruzione hanno lasciato la popolazione a vivere in strutture rudimentali inadatte al XXI° secolo. Questi fragili edifici si trasformano in trappole mortali durante i disastri naturali, causando numerose vittime.

C’è un altro aspetto della cattiva gestione dell’evento di ieri che può essere attribuito direttamente al gruppo talebano. Privi di conoscenze professionali per combattere i disastri naturali e di risorse finanziarie e strumenti, con le loro politiche rigorose i Talebani hanno scoraggiato le organizzazioni di soccorso. In Afghanistan, le organizzazioni umanitarie internazionali hanno riempito il vuoto lasciato dalle deboli strutture governative, sia durante l’era repubblicana che durante il dominio talebano. Tuttavia hanno dovuto affrontare delle sfide ulteriori sotto questi ultimi. Comandanti e funzionari talebani si sono ripetutamente intromessi nella loro gestione, costringendone alcune a lasciare l’Afghanistan o a interrompere l’attività. Queste interferenze ingiustificate e il dirottamento degli aiuti internazionali hanno ostacolato gli sforzi delle istituzioni globali, impedendo la loro capacità di assistenza, soprattutto in situazioni di emergenza come questo terremoto.

 

Non aspettarsi aiuto dai talebani

Aspettarsi che i Talebani gestiscano efficacemente l’evento di ieri non è realistico. Per tutta la durata del loro mandato hanno dimostrato di non preoccuparsi del benessere del popolo afghano. Poiché hanno limitato i media, i cittadini sono stati lasciati all’oscuro durante il disastro. Ieri sera, mentre cercavano aggiornamenti sul terremoto di Herat e sulla situazione dei loro connazionali dai media nazionali ed esteri, il portavoce dei Talebani Zabihullah Mujahid ha usato Twitter per vantarsi di “sconfiggere gli Stati Uniti”. La situazione del popolo afghano proprio non importa a questo gruppo.

In questo momento, in cui la comunità globale presta scarsa attenzione al popolo afghano, spetta al popolo afghano alleviare le sofferenze causate dal terremoto di Herat. Gli utenti dei social media afghani hanno espresso preoccupazione e solidarietà collettiva per le vittime. Alcuni hanno deciso di viaggiare dalla città di Herat al distretto di Zindajan per aiutare i colpiti, mentre altri gruppi si sono preparati a offrire assistenza in ogni modo possibile. Questo senso di solidarietà tra il popolo afghano, già sperimentato durante l’alluvione improvvisa nella città di Charikar tre anni fa, testimonia la sua resilienza. In quell’evento persone provenienti da varie regioni del Paese avevano assistito le vittime al meglio delle loro possibilità. In questo terremoto che ha devastato diversi villaggi di Herat la popolazione afghana può ancora una volta tendere una mano ai propri concittadini, fornendo sostegno alle famiglie colpite dalla tragedia. In una situazione in cui il governo è assente e i Talebani complicano le cose per le istituzioni internazionali, la popolazione rimane la fonte di aiuto più affidabile per i compatrioti.

 

 

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