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Fu vero scoop?

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Il 1 febbraio Rai 1 ha fatto uno ”scoop” durante il TG1 svelando i retroscena della  rapida caduta del governo afghano di fronte all’avanzata dei talebani il 15 agosto 2021. Poche sono state le reazioni giornalistiche sui media e nessuna dei politici. Perché i documenti presentati a sostegno sono reputati falsi  o perché raccontano una verità troppo scomoda? Ecco una piccola rassegna stampa degli articoli apparsi online [Bb, Cisda]

Rai 1

 Il giorno 1 febbraio Monica Maggioni nel corso dell’edizione serale del TG1 ha lanciato uno scoop sostenendo che l’Ambasciata del Qatar ha finanziato con 110 milioni di dollari il presidente Ashraf Ghani, con 60 milioni di dollari il già governatore della provincia settentrionale di Balkh, Atta Mohammad Noor e altri 50 milioni di dollari il generale Abdul Rashid Dostum per indurli a non resistere combattendo all’avanzata dei talebani nel 2021, conclusasi con la loro rapida presa del potere il 15 agosto. Il giornalista freelance Filippo Rossi ha mostrato i documenti, che ritiene provenire da fonti affidabili, nei quali si ringraziano i politici per il loro ruolo nel processo di pace e  nel cambio del regime politico, e le ricevute, che indicano precisamente le cifre, i destinatari e i mediatori.

https://www.rainews.it/notiziari/tg1/video/2023/02/Tg1-ore-2000-del-01022023-aa2d90bf-ea29-457c-b984-1f9c0c34ccc3.html

Il 2 e3 gennaio Il servizio è ripreso dal sito The Kaama Press New Agency, che lo avvalora dando credito al giornalista Filippo Rossi autore dello scoop, sebbene riporti anche le smentite degli interessati

https://www.khaama.com/ashraf-ghani-received-110-from-qatar-not-to-resist-taliban/

https://www.khaama.com/leaked-documents-show-qatar-bribed-prominent-leaders-a-month-before-the-collapse-of-afghanistan/

Il 4 gennaio interviene direttamente il Qatar attraverso Dohanews per smentire la veridicità dei documenti presentati e accusare gli Emirati arabi uniti di aver inscenato il falso per contrastare le politiche del Qatar

https://dohanews.co/leaked-document-designed-to-discredit-qatar-in-afghanistan-is-a-fake/

Il Qatar è chiaramente un attore interessato a negare la sua corruzione dei politici afghani, ma anche un giornale non sospettabile come il Manifesto solleva dei dubbi. Qui il 3 febbraio e sul sito Lettera 22 Giuliano Battiston sostiene che qualcosa non torna nella narrazione che esce dai documenti presentati, sulla veridicità dei quali sospende il giudizio: “…la sostanza può essere plausibile, il modo è molto improbabile. Il governo del Qatar potrebbe anche aver usato mezzi economici per convincere alcuni politici afghani a desistere dai combattimenti, ma appare difficile che ciò sia avvenuto lasciando tracce così esplicite. Allo stesso modo, è difficile pensare che i politici afghani fossero disposti a metterci la firma. Ci si chiede inoltre perché avrebbero dovuto accettare bonifici su conti afghani e non esteri, se prevedevano di abbandonare il Paese…”

https://ilmanifesto.it/soldi-ai-capi-afghani-per-cedere-ai-talebani-qualcosa-non-tornahttps://www.lettera22.it/qatar-e-afghanistan-quel-che-non-torna-nello-scoop-del-tg1/

E viene da pensare che non sia l’unico ad avere dubbi, dato che La Repubblica, che aveva prontamente rilanciato la notizia, poi la toglie dal suo sonline

https://www.repubblica.it/esteri/2023/02/01/news/afghanistan_talebani_qatar-386101118/?ref=drrt-1

Forse sarà difficile poter avere delle risposte certe in merito alla veridicità dei documenti e alle responsabilità indicate, anche perché, come scrive il 3 febbraio Guido Da Landriano nel suo articolo su Scenari economici, è strana la quasi completa mancanza di reazioni politiche a questo servizio e a tutte le sue gravi implicazioni, ciò che fa pensare che nessuno voglia andare a fondo della vicenda…

https://scenarieconomici.it/qatar-e-afghanistan-come-mai-una-notizia-clamorosa-del-tg1-e-stata-completamente-ignorara-dai-media/

Noi che da vent’anni sosteniamo le donne afghane e seguiamo le vicende dell’Afghanistan non ci siamo meravigliate della facile caduta del governo  e della mancanza di combattimenti perché, come scrive Enrico Campofreda nel suo blog del 2 febbraio…

“ somme di denaro di svariata provenienza, dai dollari incamerati dai governi corrotti di Kharzai (lo scandalo di Kabul Bank risale al 2010), a quelli successivi riguardanti Ghani e il suo vicepresidente signore della guerra Dostum, ai finanziamenti sauditi e qatarioti a gruppi del salafismo jihadista non necessariamente talebani, a quelli iraniani a un altro signore della guerra, Hekmatyar, sono noti da decenni a chi tratta i drammi afghani sulla via dell’informazione o degli aiuti umanitari. …

…[i] bacati generali afghani – a lungo esaltati dalla dispendiosa missione Nato Resolute Support, finanziata dal 2014 fra gli altri anche dal nostro Parlamento con cifre che oscillavano sul miliardo di euro l’anno – avevano smesso di combattere mesi e mesi prima del fatidico 15 agosto 2021 quando tutto crollò. Dal 2020 si parlava di diserzioni di massa, comprese quelle di ufficiali, d’infiltrazioni dei miliziani islamici fra le slabbrate fila d’un apparato costosissimo quanto inaffidabile che facevano meglio comprendere le dinamiche di attentati in luoghi che avrebbero dovuto essere controllatissimi. Questo è stato l’Afghanistan che per anni la comunicazione mainstream, in cui probabilmente il TigìRai si trova benone, ha tenuto nascosto per non contraddire le decisioni atlantiste che vedevano governi, istituzioni nazionali ed estere (Unione Europea) acquiescenti davanti a decisioni prese unicamente dalla Casa Bianca e dal Pentagono, con la variante di Langley. Ai maghi dello scoopRai ricordiamo che per mesi gli stessi New York Times e Bbc parlarono della rotta d’un esercito ormai esistente solo sulla carta. Bastava seguirli…

http://enricocampofreda.blogspot.com/2023/02/scoop-afghano.html

Nessuna novità sensazionale, quindi, è stata svelata.

Resta l’amarezza per il modo irrispettoso e poco utile di fare informazione da parte del Tg , perchè il tradimento e la corruzione di governanti che hanno abbandonato il loro popolo alla tragedia non è stata l’occasione per fare una documentata spiegazione sulle responsabilità delle potenze straniere nella lunga guerra afghana e sulle vere cause del ritorno dei talebani, ma è diventata invece uno scoop per fare audience colpendo gli spettatori alla pancia.

Infatti la narrazione inizia con il richiamo alle immagini emotivamente devastanti degli uomini che si aggrappano agli aerei nel disperato ultimo tentativo di fuggire e dei bambini strappati ai genitori nella speranza di dare almeno a loro un futuro, senza nemmeno accennare al fatto che la dignità di queste persone, così crudamente esposte ed esibite, è stata strappata da vent’anni di occupazione Usa e occidentale e dai governanti da loro voluti e sostenuti. Finchè gli sono serviti…

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