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Afghanistan, i talebani arrestano Matiullah Wesa. Dal 2009 si batteva per l’istruzione di bambini e ragazze nel Paese

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ilmessaggero.it 28 marzo2023

Il fratello dell’attivista ha riferito che Matiullah è stato picchiato e portato via con la forza fuori da una moschea

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Matiullah Wesa, 30 anni, si batteva per l’educazione di bambini e giovani donne in Afghanistan. Una missione cominciata prestissimo, a 16 anni, quando insieme al fratello aveva fondato l’associazione no-profit PenPath, che dal 2009 ad oggi ha combattuto l’analfabetismo in tutto il Paese aprendo scuole, avviando progetti d’istruzione e distribuendo gratis libri nelle aree rurali. 

Wesa è stato arrestato dalle autorità talebane ieri sera, appena uscito da una moschea nel quartiere di Khushal Khan, a Kabul. La notizia è stata diffusa dalla Missione delle Nazioni Unite in Afghanistan (Unama) e poi confermata dal fratello, Samiullah Wesa: «Matiullah aveva finito di pregare ed era uscito dalla moschea quando è stato fermato da alcuni uomini a bordo di due veicoli – ha raccontato l’uomo all’AFP – Quando mio fratello ha chiesto loro i documenti, lo hanno picchiato e portato via con la forza». 

Non si conoscono le ragioni ufficiali dell’arresto. Per questo l’Unama ha chiesto alle autorità talebane di spiegare i motivi alla base del provvedimento e garantire all’attivista la possibilità di essere assistito e difeso da un avvocato. 

Da quando sono tornati al potere, nell’agosto 2021, i talebani hanno cancellato ogni passo in avanti fatto dall’Afghanistan per la tutelare il diritto all’istruzione, impedendo alle donne l’accesso a scuole e università. Questo nonostante la promessa di «rispettare le donne», fatta dal governo in conferenza stampa all’indomani della presa di Kabul. Ma da allora, la società afghana sta riacquisendo la stessa identità conservatrice e patriarcale che ha caratterizzato il Paese dal 1996 al 2001, quando i talebani erano stati messi in fuga dall’esercito statunitense. 

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«Abbiamo impiegato anni per convincere gli afghani che l’educazione è un nostro diritto. Oggi rischiamo di dover rifare tutto da capo – raccontava lo stesso Wesa a L’Espresso nell’agosto 2021 – Il danno che provoca la chiusura delle scuole è irreversibile e innegabile. Continueremo la nostra protesta se le scuole rimarranno chiuse». 

Wesa non ha mai fatto un passo indietro di fronte alle minacce dei talebani, continuando imperterrito la sua missione: «Se ci sarà bisogno di affrontarli, li affronterò. Non abbiamo intenzione di fermarci ora», aveva dichiarato in proposito. 

Una missione ereditata dal padre

La PenPath in realtà è nata a seguito di un passaggio di testimone tra padre e figli. Nel 2002 il distretto di Maruf, a Kabul, dove sono nati i fratelli Wesa, non aveva una scuola. Il padre di Matiullah e Masiullah, il capo-villaggio, aveva quindi iniziato a girare di casa in casa per chiedere agli abitanti di unirsi a lui, nell’impegno di dare ai bambini del distretto la possibilità di studiare. 

«La maggior parte delle persone non capiva – ha raccontato Matiullah – Per loro non era importante. L’educazione non era mai stata parte della loro vita. Ma grazie al lavoro di mio padre, dopo un anno, il distretto aveva aperto una scuola». 

 

kandahar schoolNel 2004 un gruppo di talebani armati ha fatto irruzione in quel complesso di tende che il papà aveva allestito con tanta fatica, in un’area rurale, che fungeva appunto da scuola. Matiullah ha ricordato come uno di loro ha puntato una pistola alla tempia dell’insegnante. Poi, tra le urla dei bambini, i guerriglieri davano fuoco a tutto. Successivamente lo stesso gruppo armato ha fatto irruzione anche a casa sua: «Se non lasci questo posto, torneremo per ucciderti», avevano detto al padre. La sua missione sarebbe poi passata di mano ai figli.

Da quando PenPath è nata, nel 2009, l’organizzazione ha aperto 100 scuole in tutto il Paese e ha ottenuto i permessi per aprirne altre 46, assicurando a 54 mila bambine e bambini il diritto all’istruzione. Ha costruito da zero 38 librerie pubbliche nelle aree più remote del Paese, ed è andato porta a porta nelle città per sensibilizzare le famiglie sull’importanza della scuola.

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