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Solo il nostro popolo sofferente può spezzare le catene dell’imperialismo e del fondamentalismo!

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Comunicato del Solidarity Party of Afghanistan (Hambastagi), 15 agosto 2022

hambastagi.org, 13 agosto 2022 *

15_aug_2022_statement_eng_copy.jpgÈ passato un anno dall’inizio del dominio degli oppressori talebani; nel vergognoso accordo di Doha, i loro padroni americani, pakistani e quatarioti gli hanno consegnato il paese in nome della pace e della fine della guerra. Il declino del governo degli Stati Uniti è percepibile da lontano. La catastrofe del COVID-19 e la mostruosità dell’era Trump hanno rivelato il profondo decadimento interno degli USA e la loro incapacità di dominare il mondo, mentre i potenti rivali cinesi e russi si oppongono.

In tali circostanze, gli Stati Uniti, per sopravvivere, hanno lasciato l’Afghanistan con il loro apparato bellico devastante, ma nel farlo hanno stretto i loro feroci artigli sulla gola dei nostri concittadini indifesi usando metodi meno costosi e indiretti. L’accordo della Casa Bianca stretto a Doha con la supervisione di Zalmai Khalilzad era così assurdo e infido che persino David Petraeus, ex comandante dell’ISAF e direttore della CIA, ne ha parlato come di “un pessimo accordo diplomatico e il segno del declino del paese”.

Durante i loro vent’anni di presenza nel nostro paese, gli Stati Uniti e la NATO non hanno combattuto il terrorismo in Afghanistan, ma sostenuto e rafforzato i loro pericolosi covi di fondamentalisti. Se non fosse così per quale motivo avrebbero consegnato decine di miliardi di dollari di armi e innumerevoli strutture militari e civili a terroristi che dicono di considerare ancora una minaccia e che sono nella lista nera della CIA? La NATO e il sanguinario governo degli Stati Uniti, che non hanno certo in mente i diritti umani e badano solo ai propri interessi e a distruttivi scopi coloniali, hanno trasformato l’Afghanistan in un rifugio sicuro per barbari fondamentalisti, che possono usare per i loro giochi strategici, soprattutto in Asia, e che usano come brutali riserve terroristiche e fondamentaliste.

All’inizio dei cosiddetti colloqui di pace, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno chiesto la presenza di persone infami e traditrici come Habiba Sarabi, Fawzia Koofi, Hafiz Mansoor, Rangin Spanta, Nader Nadery, Naheed Farid, Khalid Noor, Shaharzad Akbar, Fatima Gailani, Batur Dostum, Malalai Shinwari, Jamila Afghani, Shah Gul Rezai, Mary Akrami e molte altre, perché si inginocchiassero ai talebani. Proprio come è successo con i loro lacchè jehadisti, hanno cercato di far credere che i loro lacchè talebani fossero cambiati. Ma, com’era prevedibile, con il passare dei giorni i talebani si sono tolti la maschera e hanno svelato la loro natura raccapricciante e la loro rabbiosa ostilità nei confronti della scienza, delle arti, del progresso e soprattutto delle donne, proibendo loro di lavorare, costringendole a indossare l’hijab, privando milioni di ragazze dell’istruzione, imponendo loro di rimanere a casa e contrarre matrimoni forzati; la violenza domestica e le uccisioni sono aumentate; le donne che protestano sono sottoposte a repressione, detenzione, tortura, confessione forzata e vengono fatte sparire. Il 95% della società è stata gettata nel baratro della disoccupazione e della povertà; sono continuati crimini e rapine organizzate; la libertà di parola, di riunione e qualsiasi altra manifestazione di democrazia e giustizia sono negate; ai dipendenti governativi sono imposte lezioni su come portare la barba, il turbante e ridicole regole religiose; gli ex militari vengono imprigionati e assassinati; hanno flirtato con i jehadisti e altri traditori; stanno contrabbandando armi e vendono all’asta i beni nazionali a paesi vicini in nome dell’espansione commerciale; in breve, stanno rendendo il nostro paese la nazione più disperata e umiliata del mondo.

I talebani stanno cercando di dimostrare che il popolo li ha accolti, atteggiandosi in modo simile a quello dei regimi-fantoccio di Karzai e Ghani. Il fatto è che il popolo afghano, dalle aree più remote alle città, è terrorizzato e stanco dei talebani e della rete Haqqani; la popolazione non può dimenticare i suoi morti, gli attacchi suicidi, le bombe e i tradimenti.

Vedove, orfani e disabili vivono ancora nel dolore e nella miseria. La nostra gente non può dimenticare la crescente insicurezza, le divisioni etniche e religiose, l’immigrazione di massa dei giovani, le atrocità della tratta di esseri umani, la povertà e la fame, e non perdona la vendita del proprio paese e l’asservimento a paesi stranieri. Tutte le persone appartenenti a gruppi etnici dell’Afghanistan, ad eccezione dei loro traditori e oppressori, hanno sempre vissuto una vita pacifica insieme, e chiedono diritti fondamentali come libertà, cibo, salute, istruzione, casa e lavoro.

Il motivo per cui i talebani, o qualsiasi forza reazionaria religiosa o non religiosa, riescono a governare l’Afghanistan risiede in questioni di classe piuttosto che in questioni etniche. La storia ci insegna che in una società diseguale la minoranza che opprime e tradisce domina su una maggioranza non organizzata e oppressa. Il fatto di far pensare che il problema siano le dispute etniche e non la lotta di classe è uno dei trucchi più antichi dell’imperialismo e dei suoi agenti locali, ognuno dei quali ricorre a questi sporchi metodi per continuare a opprimere la popolazione e a fare i propri affari. Accettare i talebani come rappresentanti del popolo pashtun è come dire che Hitler e Mussolini sono i rappresentanti della Germania e dell’Italia, nonostante la maggior parte delle vittime di questi due fascisti siano stati cittadini tedeschi e italiani. I talebani hanno commesso crimini sia contro i pashtun che contro i non pashtun. Gli intellettuali afghani traditori, che raccontano che la radice del disastro del nostro paese è da ricercare nelle questioni etniche o sono collegati a servizi segreti stranieri o soffrono di una terribile mancanza di consapevolezza politica.

Il governo occupante degli Stati Uniti, i suoi alleati della NATO e le istituzioni che difendono le loro politiche come le Nazioni Unite, parlano di pacificazione nazionale per coprire l’infamia di aver regalato l’Afghanistan ai talebani. La questione etnica è una bugia. Assistiamo ogni giorno alle uccisioni e alle sofferenze dei nostri compatrioti in Panjshir, Andarab, Balkhab e in altri luoghi, e al massacro del nostro popolo nelle moschee, nei templi e nelle strade. La fine della guerra non corrisponde a pace e sicurezza. Garantire la giustizia sociale e il benessere della popolazione è una delle componenti principali della fine dei conflitti e delle guerre; oggi la nostra gente è privata di questi diritti umani in un modo mai visto prima. I talebani, estranei all’evoluzione e allo sviluppo dell’umanità, hanno privato la nostra società della mobilità e del dinamismo, e vogliono far credere che il silenzio, la rabbia e il disgusto del nostro popolo siano il segno della loro soddisfazione e accettazione del loro regime.

I talebani si vantano spudoratamente di riscuotere le tasse e persino i loro padroni britannici non si vergognano di dare la loro approvazione; come ogni altra classe dirigente oppressiva, usano la violenza per chiedere di pagare le tasse agli strati più umili della popolazione come coloro che hanno un banchetto mercato, i negozianti, i venditori ambulanti, gli autisti e i dipendenti di basso livello, mentre gruppi economici mafiosi come Alokozay Group of Companies e Afghan Wireless Communication Company, che hanno sfruttato il popolo afghano colpito da anni di miseria e utilizzato i loro proventi per corrompere i talebani e fornire cibo e altre strutture logistiche alle milizie talebane, sono esenti dal pagamento delle tasse.

Con tutta questa oppressione economica e psicologica sui settori oppressi della società, i capi dei governi Karzai e Ghani come la famiglia di Qaseem Fahim, Farooq Wardak, Siddiq Chakari, Omar Zakhilwal, Hamid Karzai, Kiramuddin Kiram, Salam Rahimi, Dawlat Waziri, Kamal Osuli e altre figure corrotte ben note vivono all’ombra del regime talebano che li coccola e li benedice. Nel frattempo il governo degli Stati Uniti, con il pretesto di creare un governo inclusivo, sta mettendo i beni congelati del popolo afghano nelle tasche dei talebani. Dare i soldi del povero popolo afghano ai talebani prolungherà la vita del regime instabile di questo gruppo fascista. Come i leader jehadisti e non-jehadisti del precedente governo, riempire le tasche dei leader talebani non solo li aiuterà a formare altri attentatori suicidi, ma darà loro la possibilità di acquistare case di lusso e fare investimenti a Dubai e Doha e Islamabad e in altre città di élite. Dare qualsiasi somma di denaro al regime dei talebani non aiuterà minimamente i nostri poveri.

Il regime talebano usa anche un altro slogan ingannevole che non corrisponde ai fatti, quello di aver eliminato la corruzione. La corruzione e l’avidità dei leader talebani sono cresciute a tal punto nell’ultimo anno che presto supereranno i livelli raggiunti dai corrotti jehadisti e tecnocrati. La corruzione, i molteplici matrimoni dei leader talebani, il traffico di droga, il contrabbando e la vendita di armi e di attrezzature militari al di fuori dei confini nazionali e l’appropriazione indebita di aiuti stranieri sono pratica comune; solo pochi casi stati svelati dai media. La notizia vergognosa dello scandalo dell’ufficio passaporti è arrivata così lontano che i talebani l’hanno subito coperta. I talebani, come i loro fratelli jehadisti, vogliono il bottino di cui credono di essere i legittimi proprietari. Dopo anni di “Jehad in nome di Allah” ora credono di avere il diritto di godere dei benefici della loro “vittoria” e vogliono oro, donne e terra.

Ai nostri compatrioti sofferenti!

Le uccisioni di Ayman al-Zawahiri e di diversi famosi terroristi pakistani, avvenute negli ultimi giorni, e che Biden mostra come un trionfo, non produrranno alcun effetto sul contenimento del terrorismo. Per vent’anni, gli Stati Uniti e i loro alleati hanno saccheggiato il nostro popolo in nome della guerra al terrorismo, dell’instaurazione della democrazia e della libertà delle donne afghane. Il terrorismo non solo non è finito, ma sono nate e vengono finanziate ventun nuove strutture omicide. Uccidere il leader di al Qaeda al-Zawahiri non è stata una vittoria; al contrario, mette in luce la politica mistificatoria degli Stati Uniti se dopo vent’anni di presenza militare questo assassino può permettersi di vivere in una casa nel centro di Kabul.

Il Partito di solidarietà dell’Afghanistan ritiene che fino a che il cordone ombelicale del fondamentalismo, che ora si è incarnato nei talebani, nell’ISIS, in al-Qaeda, nell’Hizb ut-Tahrir e in altri gruppi ultra-reazionari e oppressivi della regione, non verrà tagliato dai loro padroni imperialisti e dalle potenze reazionarie della regione, il nostro popolo oppresso non sarà in grado di raggiungere la pace e la prosperità. L’imperialismo e i suoi lacchè fondamentalisti sono due facce della stessa medaglia e garantiscono la sopravvivenza l’uno dell’altro a volte con mezzi “amichevoli” e a volte confliggendo. Solo i popoli del mondo, compreso quello afgano, potranno sconfiggere questa rete malvagia attraverso la presa di coscienza, l’unità e le rivolte.

Durante l’ultimo anno, le donne afghane, attraverso la resistenza e la lotta, hanno dimostrato che la nostra società ha raggiunto buoni livelli di consapevolezza e nessuna forza può tenerle prigioniere per sempre. È grazie alla resistenza delle donne che i talebani sono stati costretti a ritirarsi in alcune aree e hanno fatto capire loro che l’Afghanistan non è più una società cieca in cui il suo popolo può essere imprigionato con la superstizione e l’ignoranza. Siamo convinti che il dominio dei talebani non durerà a lungo perché nessun regime nella storia è stato in grado di sopravvivere attraverso l’oppressione, fermando le ruote della storia e la volontà della maggioranza della popolazione. I talebani, così come la loro presa del potere è stata segnata dalla disgraziata visita del capo dell’ISI a Kabul, saranno mandati nel cestino della storia grazie alla lotta del nostro popolo.

Compatrioti! Seguendo l’esempio della resistenza delle nostre donne nelle strade di Kabul, aumentiamo la nostra consapevolezza e mobilitiamoci per creare strutture progressiste e combattenti per la libertà, per rimuovere la piaga dei saccheggiatori imperialisti e rovesciare il barbaro regime talebano e altri nemici in agguato per poter vedere l’alba di una società prospera e progressista.

* [Trad. a cura di Cisda]

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