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Nelle scuole segrete dell’Afghanistan, dove le ragazze sfidano i talebani

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Le scuole segrete organizzate da RAWA Associazione Rivoluzionaria delle Donne Afghane

Yahoo! News, 13 agosto 2022, di Jay Deshmukh, Emma Clark e Aysha Safi * scuole R

Nafeesa ha scoperto un luogo ideale per nascondere i libri scolastici dagli occhi indiscreti del fratello talebano che la disapprova: la cucina, dove gli uomini afghani raramente si avventurano.

Centinaia di migliaia di ragazze e giovani donne come Nafeesa sono state private della possibilità di studiare da quando i Talebani sono tornati al potere un anno fa, ma la loro sete di apprendimento non è diminuita.

“I ragazzi non hanno niente a che fare con la cucina, quindi tengo i libri lì”, ha detto Nafeesa, che frequenta una scuola segreta in un villaggio dell’Afghanistan rurale orientale.

“Se mio fratello lo venisse a sapere, mi picchierebbe”.

Da quando hanno preso il potere un anno fa, i Talebani hanno imposto dure restrizioni alle ragazze e alle donne, coerentemente con la loro austera visione dell’Islam, escludendole di fatto dalla vita pubblica.

Le donne non possono più intraprendere lunghi viaggi senza un parente maschio che le accompagni.

È stato anche detto loro di coprirsi con l’hijab o, preferibilmente, con un burqa integrale, anche se i Talebani preferiscono che escano di casa solo se assolutamente necessario.

E, fra le privazioni più crudeli, le scuole secondarie per le ragazze non sono state autorizzazione a riaprire.

Ma in tutto il Paese sono sorte scuole segrete nelle case private.

I giornalisti dell’AFP hanno visitato tre di queste scuole, intervistando studenti e insegnanti i cui nomi reali sono stati omessi per questioni di sicurezza.

Questa è la loro storia.

– “Vogliamo la libertà”

Decenni di disordini hanno distrutto il sistema educativo dell’Afghanistan, così Nafeesa sta ancora studiando le materie della scuola secondaria anche se ha già 20 anni.

Solo la madre e la sorella maggiore ne sono a conoscenza.

Suo fratello ha combattuto per anni con i Talebani contro il precedente governo e le forze comandate dagli Stati Uniti sulle montagne, tornando in famiglia dopo la loro vittoria completamente condizionato dalla rigida dottrina secondo cui il posto della donna è la casa.

Le permette di frequentare una madrassa per studiare il Corano al mattino, ma nel pomeriggio lei si reca di nascosto in un’aula clandestina organizzata dall’Associazione rivoluzionaria delle donne dell’Afghanistan (RAWA).

“Abbiamo accettato questo rischio, altrimenti rimarremo senza istruzione”, ha detto Nafeesa.

“Io voglio diventare medico… Vogliamo fare qualcosa per noi stesse, vogliamo essere libere, servire la società e costruire il nostro futuro”.

Quando l’AFP ha visitato la sua scuola, Nafeesa e altre nove ragazze stavano discutendo della libertà di parola con la loro insegnante, sedute una accanto all’altra su un tappeto, leggevano a turno, ad alta voce, da un libro di testo.

Per andare a scuola, spesso escono di casa ore prima, prendendo strade diverse per evitare di essere notate in un’area abitata per lo più da membri dell’etnia pashtun, che costituiscono la maggior parte dei talebani e sono noti per i loro modi conservatori.

Se un combattente talebano glielo chiede, le ragazze dicono di essere iscritte a un laboratorio di sartoria e nascondono i libri di scuola nelle borse della spesa o sotto le abaya o i burqa.

Non solo rischiano, ma fanno anche sacrifici: la sorella di Nafeesa ha abbandonato la scuola per limitare i sospetti del fratello.

Nessuna giustificazione nell’Islam

Gli studiosi di religione affermano che non esiste alcun fondamento islamico per il divieto all’istruzione secondaria delle ragazze e, a un anno dalla presa del potere, i Talebani continuano a dichiarare che le lezioni potranno riprendere.

Ma la questione ha diviso il movimento: diverse fonti hanno riferito all’AFP che una fazione della linea dura che fa capo al leader supremo Hibatullah Akhundzada si oppone a qualsiasi istruzione femminile – o al massimo vuole che sia limitata agli studi religiosi e a lezioni pratiche di cucina e cucito.

La linea ufficiale, tuttavia, rimane quella di una “questione tecnica” e le lezioni riprenderanno una volta definito un programma di studi basato sulle regole islamiche.

Le bambine delle elementari vanno ancora a scuola e, almeno per ora, le giovani donne possono frequentare l’università, anche se le lezioni sono segregate e alcune materie sono state tagliate a causa della carenza di insegnanti donne.

Senza un certificato di scuola secondaria, tuttavia, le adolescenti non potranno sostenere gli esami di ammissione all’università, per cui l’attuale generazione di studentesse potrebbe essere l’ultima del Paese ad accedervi nel prossimo futuro.

L’istruzione è un diritto inalienabile nell’Islam sia per gli uomini che per le donne”, ha dichiarato all’AFP lo studioso Abdul Bari Madani.

“Se questo divieto continuerà, l’Afghanistan tornerà all’età medievale… un’intera generazione di ragazze sarà sepolta”.

– Generazione perduta

È questo timore di una generazione perduta che ha spinto l’insegnante Tamkin a trasformare la sua casa a Kabul in una scuola.

La stessa insegnante – una professionista quarantenne – si era quasi persa, essendo stata costretta a smettere di studiare durante il primo regime Talebano, dal 1996 al 2001, quando la scuola femminile era vietata.

Ci sono voluti anni di studio in autonomia perché Tamkin si qualificasse come insegnante, per poi perdere il lavoro presso il ministero dell’Istruzione al ritorno dei Talebani l’anno scorso.

“Non volevo che queste ragazze avessero la mia stessa esperienza”, ha detto all’AFP, con le lacrime che le scendevano sulle guance.

“Dovrebbero avere un futuro migliore”.

Con il sostegno del marito, Tamkin ha prima trasformato un magazzino in una classe.

Poi ha venduto una mucca della famiglia per raccogliere fondi per i libri di testo, dato che la maggior parte delle sue ragazze proveniva da famiglie povere e non potevano permetterseli.

Oggi insegna inglese e scienze a circa 25 studentesse volenterose.

In una giornata piovosa, le ragazze entrano nella sua classe per una lezione di biologia.

“Voglio solo studiare. Non importa com’è il posto”, ha detto Narwan, che dovrebbe essere al dodicesimo anno e sta seduta in un’aula gremita di ragazze di tutte le età.

Dietro di lei, un poster su una parete esorta gli studenti a essere rispettosi: “La lingua non ha ossa, ma è così forte che può spezzare il cuore, quindi fate attenzione alle vostre parole”.

Questo rispetto da parte dei vicini, ha aiutato Tamkin a tenere nascosto il vero scopo della scuola.

“I talebani mi hanno chiesto più volte “cosa succede qui?” Ho detto ai vicini di dire che è una madrassa”, ha detto Tamkin.

La diciassettenne Maliha crede fermamente che arriverà il giorno in cui i Talebani non saranno più al potere. Allora, ha detto, metteremo a frutto le nostre conoscenze.

– Non abbiamo paura dei talebani

Alla periferia di Kabul, in un labirinto di case di fango, Laila è un’altra insegnante che gestisce classi clandestine.

Guardando il volto di sua figlia dopo che la prevista riapertura delle scuole secondarie è stata cancellata, ha capito che doveva fare qualcosa.

“Se mia figlia piangeva, allora anche le figlie di altri genitori piangevano”, ha detto la 38enne.

Circa una dozzina di ragazze si riuniscono due giorni alla settimana nella casa di Laila, che ha un cortile e un giardino dove coltiva verdure e frutta.

L’aula ha un’ampia finestra che si apre sul giardino e le ragazze, con i libri di testo custoditi in cartelle di plastica blu, siedono su un tappeto, felici e allegre, studiando insieme.

All’inizio della lezione, una alla volta leggono le risposte ai compiti.

“Non abbiamo paura dei talebani”, dice la studentessa Kawsar, 18 anni.

“Se ci dicono qualcosa, ci opporremo, ma continueremo a studiare”.

Ma il diritto allo studio non è l’unico obiettivo per le ragazze e le donne afghane, che troppo spesso sono costrette a sposarsi e a sopportare abusi e restrizioni.

Zahra, che frequenta una scuola segreta nell’Afghanistan orientale, è stata costretta a sposarsi a 14 anni e ora vive con i suoceri che si oppongono all’idea che lei frequenti le lezioni.

Prende dei sonniferi per combattere l’ansia, temendo che la famiglia del marito lo costringa a farla rimanere a casa.

“Dico loro che vado al bazar locale e vengo qui”, ha detto Zahra della sua scuola segreta.

Per lei, dice, è l’unico modo per farsi degli amici.

*[Trad. a cura di Cisda]

 

 

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