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MARYAM RAWI: L’IMPORTANZA DELLA CONSAPEVOLEZZA DEI DIRITTI DELLE DONNE

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Durante il suo tour italiano la portavoce  di Rawa ha incontrato studentesse e studenti di varie scuole di seguito l’articolo pubblicato sul portale del Liceo Scientifico Aselli di Cremona

Liceo Scientifico Aselli (Cremona), 30 novembre 2022  Rawa Cremona

Lo scorso sabato 26 novembre si è tenuta nell’Aula magna del Liceo Aselli un’importante iniziativa in occasione della Giornata internazionale contro la Violenza sulle Donne, con il saluto iniziale del Dirigente Scolastico Prof. Alberto Ferrari.

Tre classi dell’Istituto infatti (4CLic e 5ALsa guidate dalla prof.sa Rossella Zelioli, promotrice dell’appuntamento, e 5CLic dalla prof.sa Chiara Lampugnani) hanno potuto sentire dalla viva voce di una straordinaria protagonista, Maryam Rawi, quanto sia importante oggi la consapevolezza dei diritti delle donne e delle loro drammatiche violazioni nel mondo.

In particolare Maryam Rawi, portavoce di Rawa -Associazione rivoluzionaria delle Donne afghane- ha portato la sua testimonianza di attivista riguardo le condizioni drammatiche delle donne della sua terra, quell’Afghanistan più volte presente nell’agenda dei governi occidentali ma altrettante volte dimenticato.
La mediazione linguistica è stata offerta dalla volontaria Graziella Mascheroni del Cisda- Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane”, anche se non c’è stato bisogno di traduzione simultanea, su libera scelta degli studenti, che hanno preferito seguire l’inglese della relatrice senza interruzioni. L’appuntamento si è svolto all’insegna della testimonianza e dello scambio attivo tra la relatrice d’eccezione e i ragazzi, formati sulla situazione del Paese in oggetto da un percorso a cura delle loro insegnanti e da occasioni trasversali offerte dall’Istituto già nell’a.s. precedente.

L’obiettivo della giornata di lavoro è stato quello di far emergere prima di tutto come i Diritti delle Donne siano DIRITTI UMANI, per questo diritti di TUTTI: uomini e donne. A tale proposito la relatrice ha iniziato con una provocazione spacciata per serissima presa di posizione ( una sorta di piccolo gioco condiviso con le docenti, per studiarne l’effetto e partire da qui per lo scambio con i ragazzi): “prima di cominciare”, ha esordito Maryam Rawi con la sua voce ferma e il suo inglese fluente e chiaro, “le ragazze devono andarsene, perchè non è previsto secondo la legge del mio Paese che le donne presenzino a scuola. Pertanto io debbo parlare solo ai maschi”. Tra lo sbigottimento generale dei primissimi secondi, simulato anche dalle docenti per rendere efficace lo straniamento, i ragazzi sono rimasti scioccati e immediatamente hanno reagito. Una sola ragazza si è alzata per andarsene, molte ragazze hanno obiettato di non volerlo fare, “prof. ma è uno scherzo,ma stiamo scherzando vero?” hanno più volte in pochi secondi ripetuto sempre più voci di studenti alle docenti.

Vedendo che Maryam Rawi, serissima, ha ribadito dopo qualche secondo l’invito in modo perentorio con la specifica motivazione già indicata tra la (finta) sorpresa delle docenti, si è alzato K. della 5ALsa “Spero sia uno scherzo, ma se malauguratamente non lo fosse io voglio dire che me ne vado anche io, anzi tutti i maschi dovrebbero farlo”. Le voci, nei pochi secondi in cui tutto si è svolto, si sono fatte intense e via via hanno rimbalzato la contrarietà a quanto comunicato da Maryam. “allora ce ne andiamo tutti”, “Se se ne devono andare le ragazze ce ne andiamo anche noi” è stata la voce più ripetuta. Si è alzato anche M. della 4CLic e ha ribadito che se quelle leggi assurde del fondamentalismo religioso valgono ancora in un lontano Paese “noi siamo qui per sentire dell’importanza dei diritti delle donne, non ha senso quello che ha chiesto, i diritti sono umani”.

Il tutto è durato pochissimi minuti, Maryam commossa ha sorriso e anche le docenti: obiettivo raggiunto, si può partire (tutti!). Era uno scherzo, si, ma anche parte profonda dell’iniziativa: i diritti delle donne sono diritti di tutti quando la formazione e il civismo attivo li rendono tali, come nella vita di questi studenti. Le reazioni degli studenti sono state dunque la prima serie di osservazioni di Maryam, che ha spiegato in parallelo come invece non siano possibili in Afghanistan. Dopo una breve panoramica storica dei motivi di tutto questo e delle responsabilità di molti attori anche internazionali, l’attività è proseguita con il vivo scambio di domande e risposte alla relatrice. Gli studenti hanno chiesto come si volgano le attività di Rawa, come mai le esplosioni fondamentaliste siano cresciute negli ultimi 40 anni e non diminuite nonostante venti anni di presenza occidentale, quale ruolo economico ha l’Afghanistan nel traffico di droga e di organi, quale reale presa hanno i talebani sulla popolazione, come siano concepite le donne dagli uomini non fondamentalisti (“nessuno vuole i talebani. Nessuno, ricordatelo. Non è cultura locale, non è radicamento culturale, queste sono menzogne. Il fondamentalismo e la violenza etnica non sono un portato culturale. I diritti umani sono universali, le donne vogliono libertà ed eguaglianza in Afghanistan come in Europa. Chi sostiene che la cultura locale sia patriarcale e fondamentalista sta difendendo altri interessi” ha più volte ribadito Maryam Rawi).

La relatrice ha evidenziato, attraverso le numerose osservazioni dei ragazzi, quanto l’istruzione sia una chiave di libertà e di emancipazione, di universalità nella concezione dei diritti e una leva potente per la loro difesa consapevole. Il ruolo della comunità internazionale sta nel sostenere questa consapevolezze.

Maryam Rawi rischia molto ogni volta che torna nel suo Paese, per le attività di tutela, promozione e valorizzazione dei diritti delle donne che la sua associazione promuove in diverse aree dell’Afghanistan: per questo ha chiesto esplicitamente di non diffondere il suo volto tramite foto o riprese.

L’attività svolta presso il Liceo Aselli ha colpito molto studenti, docenti e relatrici, che si sono complimentate per la formazione degli studenti e per la loro reattività di cittadini liberi e consapevoli: un messaggio di solidarietà e di speranza che dalla scuola è rivolto al mondo.

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