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Esplosione in una moschea a Kabul

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L’ISIS continua ad operare in alcune parti del Paese, sebbene i funzionari talebani insistano sul fatto che le loro forze hanno sconfitto il gruppo

LUISS, 6 aprile 2022

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L’esplosione di granate nella moschea di Pul-e-Khisti, situata in una zona densamente popolata della capitale afghana, Kabul, ha causato almeno 6 feriti, il 6 aprile, secondo quanto riferito dalla polizia. L’attacco è avvenuto pochi minuti dopo la preghiera di mezzogiorno e non è stato ancora rivendicato.

Un fedele presente sulla scena dei fatti, Mohammed Yasin, ha riferito all’agenzia di stampa AFP, citata da Al-Jazeera English, “Avevamo terminato le preghiere e stavamo uscendo dalla moschea quando è avvenuta l’esplosione”. Il portavoce della polizia di Kabul, Khalid Zadran, ha poi aggiunto che una granata è stata lanciata nella moschea Pul-e-Khisti e un sospettato è stato arrestato sul posto. La moschea si trova in una zona densamente popolata di Kabul ed è circondata da negozi e mercati affollati.

In un attacco separato del 2 aprile, almeno una persona è stata uccisa e altre 59 ferite in un’esplosione al più grande mercato di cambio valuta del Paese, Sarai Shahzada, non lontano dalla moschea attaccata quattro giorni dopo.

Nessun gruppo ha rivendicato la responsabilità dei fatti del 6 aprile, ma il gruppo affiliato allo Stato islamico nell’area, ovvero lo Stato Islamico nella provincia di Khorasan (IS-K), ha compiuto recenti attacchi a Kabul e in altre città. L’IS-K ha rivendicato l’attacco a un ospedale militare di Kabul che aveva provocato 19 morti a novembre 2021 e l’attacco suicida del precedente ottobre a una moschea sciita a Kandahar, in cui sono state uccise almeno 60 persone.

Gli attacchi contro obiettivi pubblici sono in gran parte diminuiti da quando i talebani hanno preso il potere, il 15 agosto 2021, ma gli affiliati dell’ISIS continuano ad operare in alcune parti del Paese. I funzionari talebani insistono sul fatto che le loro forze hanno sconfitto il gruppo, ma più osservatori affermano che l’IS-K è una sfida chiave per la sicurezza dei nuovi governanti dell’Afghanistan.  A febbraio 2022, gli Stati Uniti hanno offerto fino a 10 milioni di dollari per informazioni che portino all’ubicazione o all’identificazione di Sanaullah Ghafari, il leader dell’IS-K.

Il movimento filo-ISIS era nato nel 2015 da un gruppo di militanti stanziati nella parte Nord-orientale dell’Afghanistan, che si ritiene fossero ex membri dei talebani pakistani. L’organizzazione si sarebbe diffusa nelle zone rurali dell’Afghanistan, soprattutto nella provincia di Kunar, dove si registra una maggiore presenza di musulmani salafiti, lo stesso ramo dell’Islam sunnita dello Stato Islamico. Questi si sono sempre identificati come una minoranza tra i talebani.

Oltre ad essere attivo in Afghanistan, il gruppo opera anche in Pakistan dove ha rivendicato un attentato il l’8 marzo scorso. In tale occasione, il gruppo aveva effettuato un attacco dinamitardo nel distretto di Sibi della provincia pakistana Sud-occidentale del Balochistan, nel quale sono morti 6 poliziotti di frontiera e almeno altre 22 persone sono state ferite. Il precedente 4 marzo, invece, un membro afghano dell’IS-K ha condotto un attentato suicida all’interno di una moschea sciita nella città Nord-occidentale pakistana di Peshawar, uccidendo 63 persone e ferendone centinaia. Si è trattato di uno dei più grandi attacchi che l’ISIS abbia compiuto in Pakistan e ha colpito la minoranza sciita del Pakistan, dove la popolazione è in larga parte sunnita, in particolare il gruppo rappresenta il 20% dei circa 220 milioni di abitanti del Paese. 

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