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Cosa spinge in prima fila le ragazze dell’Iran

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L’anelito di libertà di molti popoli passa oggi attraverso la ribellione delle donne

Antonella Baccaro, Io Donna, 16 ottobre 2022

donne

Le donne dei Paesi dove i diritti civili sono negati, devono portare avanti da sole la loro ribellione. Gli uomini infatti, una volta adulti, si trasformano in oppressori per mantenere lo status quo patriarcale

L’anelito di libertà di molti popoli passa oggi attraverso la ribellione delle donne. È così in Iran, Afghanistan, India, in tanti Paesi in cui molti diritti civili, non solo femminili, sono negati brutalmente.

Eppure è il coraggio delle donne a emergere, perché gli uomini, anche se oppressi da un tiranno, diventano oppressori quando c’è da mantenere lo status quo patriarcale che da secoli si perpetua nei loro Paesi.

Fateci caso, solo i giovani uomini scendono in strada per sostenere le proteste delle donne.

Eppure, qualche sera fa, una mia amica, la cui figlia sta per avere un bimbo in Italia da un uomo di fede musulmana, mi faceva notare che, crescendo, quella solidarietà tende a venir meno.

È come se, per entrare definitivamente nel mondo degli adulti, i giovani uomini ne accettassero le regole, dimenticando di aver pensato che quell’insieme di norme non scritte sono anacronistiche e profondamente ingiuste.

La mancata integrazione non aiuta: sentirsi respinti da un mondo occidentale libero che (spesso solo a parole) condanna le regole patriarcali spinge a “tornare a casa”, alle proprie tradizioni, ai propri schemi rassicuranti.

C’è poi una “terza via”, un “modello mediorentale fintoprogressista”, che viene seguito in Paesi come gli Emirati Arabi o la Turchia, sia pure con sfumature diverse.

È una modalità subdola, perché all’esterno trasmette un’idea di libertà e parità di genere, ma in realtà conserva intatto lo schema discriminatorio.

Ho già parlato qui un’altra volta delle fiction turche che spopolano in Italia: le storie sembrano uguali alle nostre, le donne vestono all’occidentale, escono di casa, guidano, amano e tradiscono allo stesso modo. Ma sempre restando un passo indietro agli uomini, padri, fratelli e mariti, di cui sono alla fine il giocattolo, la preda, il trofeo.

Non vedrete mai nessun bacio o amplesso in queste fiction perché il corpo e l’intimità delle donne non appartengono a loro ma sono a disposizione esclusiva di chi se li accaparra con la forza della legge o con la legge del più forte.

Come il corpo della giovane pakistana Samàn, che i parenti hanno ceduto solo a patto di consegnarlo alla morte.

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