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Non lasciamoli soli!

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Voci dall’Hazaristan – 5 giugno 2021

Da quando Ghani ha preso il potere, nel 2014, gli attentati e gli attacchi diretti contro gli Hazara sono aumentati in maniera vertiginosa, tanto da tornare ad assumere i connotati di un genocidio, di una vera e propria pulizia etnica organizzata. Si deve pretendere più aiuto dalla comunità internazionale, dall’Onu, dalle ONG che operano in Afghanistan e dai leader politici occidentali. Non lasciamoli soli!

hazar

Nei distretti occidentali di Kabul, quelli popolati principalmente da Hazara, vivono circa 1,6 milioni di persone. In meno di cinque giorni sono avvenute quattro esplosioni, che hanno provocato complessivamente più di quaranta morti.

Dopo l’attentato alla Sayyd al-Shuhada, Ghani aveva garantito l’adozione di un piano specifico per la sicurezza nella zona occidentale. L’alta concentrazione di attentati ed attacchi diretti in una zona praticamente sprovvista di polizia e sicurezza, aveva obbligato il governo afghano ad agire e a commissionare la redazione di linee guida efficaci a garantire la protezione di un numero così grande di cittadini.

Secondo Mohammad Mohaqiq, che svolge il ruolo di Consigliere Senior del governo per la sicurezza, però, Ghani si starebbe ora rifiutando di mettere in pratica questo piano e di rendere sicura la zona, aumentando le forze di sicurezza presenti.

D’altronde, da un presidente che non si è nemmeno degnato di commentare quattro esplosioni che uccidono più di quaranta persone a distanza di nemmeno quarantotto ore, forse non si può pretendere di più.

Si può e si deve pretendere di più, invece, dalla comunità internazionale, dall’Onu, dalle ONG che operano in Afghanistan e dai leader politici occidentali che, rifiutandosi di guardarsi allo specchio per riconoscere il fallimento politico e sociale delle proprie missioni, continuano a considerare il governo afghano come un interlocutore stabile, affidabile e democratico.

Dal 2014, ovvero da quando Ghani ha preso il potere e ha ampiamente propagandato la volontà di “dividere il dolore della guerra fra tutta la popolazione”, gli attentati e gli attacchi diretti contro gli Hazara sono aumentati in maniera vertiginosa, tanto da tornare ad assumere i connotati di un genocidio, di una vera e propria pulizia etnica organizzata.

Oltre alle forti imposizioni culturali e sociali, oltre alla marginalizzazione politica e all’esclusione da sistemi di educazione e formazione, dal 2014 oltre 3485 Hazara (1194 morti, 2281 feriti) sono rimasti vittima dell’odio e della violenza, mentre il governo rimaneva sostanzialmente inerme.

La Comunità Internazionale degli Hazara ha deciso, per oggi, di chiamare una mobilitazione. Sono convocate manifestazioni davanti ai municipi di Washington, San Diego, Denver, St. Louis e Sacramento.

Contemporaneamente alle manifestazioni, per aiutare gli Hazara a far sentire le loro voci e raggiungere quante più persone possibile, è stata organizzata una “tweet storm” sempre per la giornata di oggi, sabato 5 giugno.

“Stand with Hazaras Against Genocide!”

e twitta #stopHazaraGenocide. Non lasciamoli soli!

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