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Il coraggio delle ragazze di Kabul

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Una notizia che presenta la forza e il coraggio delle ragazze di Kabul che non vogliono rinunciare al loro futuro

Corriere della Sera/Editoriali – 22 maggio 2021 Ragazze in classe

La scuola colpita dall’attentato di poche settimane fa ha riaperto. Insegnanti e allieve (sopravvisute) fanno a gara a tornare in classe

Se dall’Afghanistan arriva una buona notizia non perdetela, perché potrebbe essere l’ultima. La battuta che a Kabul accompagna il ritiro delle forze americane e alleate va tenuta in conto. Soprattutto ora che le buone notizie sono addirittura due.

La prima è che i talebani hanno accettato la nuova data dell’11 settembre per il ritiro di tutte le forze occidentali tenendo fede alla promessa di non colpire chi fa i bagagli. La seconda è più importante, e dice qualcosa del futuro prossimo di questo martoriato Paese. Ricordate lo spaventoso attacco dell’8 maggio contro una scuola femminile del quartiere sciita di Kabul, 80 morti e 160 feriti molti dei quali ancora in pericolo di vita? Ebbene la scuola Sayed Ul-Shuhada ha riaperto i battenti (parzialmente), e le studentesse sopravvissute, alcune ferite, fanno a gara per tornare in aula. Le loro famiglie le incoraggiano pubblicamente.

Le insegnanti, quelle vive, sono tornate tutte, e da altre scuole piovono richieste di essere trasferite in «quella» scuola. Una grande sfida, e un forte messaggio lanciato ai talebani (anche se loro hanno messo l’attentato, in conto all’Isis) : guardate, voi che volete prendere il potere dopo la ritirata delle forze straniere, che il Paese è cambiato e che noi donne afghane siamo cambiate, non abbiamo paura, continueremo ad istruirci e a lavorare, non ci rimetteremo il burqa, non obbediremo soltanto alla Sharia come voi l’avete applicata nel ’96 o nel 2001. Era da molto tempo, in effetti, che da Kabul non arrivava una notizia tanto potente. Ma corrisponde alla realtà del Paese? Più sì che no. Gli alfabetizzati nei vent’anni di guerra sono il 43% della popolazione (tra le donne soltanto il 30) e tre milioni e mezzo di bambine e ragazze vanno a scuola. Nelle città, meno nelle campagne. Ma godiamocela, la buona notizia, e speriamo che non sia l’ultima.

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