Skip to main content

Afghanistan, i talebani non rispettano gli accordi denuncia Biden.

|

Con il cambio dell’amministrazione statunitense si rivedranno i termini degli accordi voluti da Tramp per il ritiro delle truppe? Secondo le donne di Rawa: “Per gli Stati Uniti, una nazione divisa, un governo precario e una situazione instabile in Afghanistan sono l’opzione migliore.qui l’intervista a Nafas attivista di RAWA. [N.d.R.]

REMOCONTRO – 25 gennaio 2021, di Piero Orteca Tele3baqni

Basta bugie a indorare la pillola a uso e vantaggio politico, aveva promesso neppure una settimana fa il neo presidente Usa, e così accade. In casa, prima il Covid poi in resto: a 417 mila vittime, e gli Stati Uniti ripristinano il bando ai viaggiatori dall’area Schengen, dalla Gran Bretagna, dall’Irlanda  e dal Brasile, cancellando la fine delle restrizioni che Trump aveva deciso a partire da domani. E poi nel mondo, Russia e Cina a litigare meno per soldi e più per i diritti umani, e subito l’Afghanistan dove il ritiro di corsa delle truppe Usa deciso da Trump, più che una ritirata sembra una fuga con molti guai attorno, e si va ridiscutere con i talebani.

«La mossa del cavallo»

Nella grande scacchiera della diplomazia internazionale, la Casa Bianca fa “ la mossa del cavallo”. Ci si aspettava che il nuovo Presidente indirizzasse immediatamente la sua attenzione su un’area di crisi prioritaria come il medio oriente o su un altro tema di foreign policy da cui dipendono i destini del pianeta: i rapporti con la Cina, ed esempio. Invece, Joe Biden, spinto dagli esperti che formano la spina dorsale della sua nuova Amministrazione, ha puntato i riflettori sull’Asia Centrale. Il nuovo Consigliere per la Sicurezza Nazionale, Jake Sullivan, infatti, ha lanciato un primo messaggio inequivocabile, che sarà già rimbombato in tutte le Cancellerie.

Accordi coi talebani da ridiscutere

Gli Stati Uniti sono decisi a rivedere gli accordi firmati da Donald Trump con i talebani in Qatar lo scorso anno. Allora l’intesa raggiunta dall’ex Presidente repubblicano fece rumore, perché arrivò inaspettata e perché si pensò che finalmente potesse essere la chiave per giungere ad una soluzione pacifica del conflitto afghano dopo venti anni. Certo, accanto alla soddisfazione per quella sorta di “ temporary agreement”, furono anche sollevate molte perplessità. Da parte nostra si sottolineò l’estrema difficoltà di trovare interlocutori credibili nella frammentata galassia talebana. Insomma, chi doveva fare rispettare questi accordi alle milizie Pashtun? E soprattutto l’ipotetico referente, avrebbe avuto la forza per imporre le condizioni poste dalla diplomazia americana?

 

Le ambiguità del vecchio accordo

A distanza di quasi un anno, la risposta è no, sebbene Trump avesse promesso il graduale ritiro del suo contingente (4.500 uomini) e di quello della Nato (6.100 uomini, 800 italiani) fino alla completa evacuazione entro maggio, i talebani hanno continuato nella loro sanguinosa attività di guerriglia. In effetti, i termini dell’accordo raggiunto da Trump erano ambigui. Gli americani si impegnavano a lasciare campo libero, ma in cambio i talebani avrebbero dovuto evitare qualsiasi sostegno ad Al Qaeda. Insomma, il gruppo fondamentalista di Bin Laden non avrebbe più potuto usare l’Afghanistan come base per preparare i suoi attentati in giro per il mondo. Ora, vero che i talebani si sono impegnati a parole, è anche vero che, secondo gli esperti, i loro rapporti con i miliziani qaedisti sono rimasti solidissimi.

Ancora troppa Al Qaeda

È quanto sostiene anche un noto specialista  di fondamentalismo islamico, l’esperto  dell’ONU Edmund Fitton-Brown, il quale in un’intervista alla britannica BBC ha ribadito che i legami tra le varie fazioni Pashtun e Al Qaeda sono ancora molto stretti. Si tratterebbe quindi di una situazione che contraddice apertamente gli impegni presi l’anno scorso a Doha, quando i talebani assicurarono di soddisfare le condizioni poste dalla Casa Bianca per ottenere il ritiro delle truppe occidentali. Come testimonia anche il comandante in capo del   contingente USA, il generale  Scott Miller, che comanda la Resolut Support Mission della Nato, il quale sostiene che gli Stati Uniti hanno mantenuto la loro parola. Ma chi non avrebbe mantenuto la parola data in Qatar sono proprio i talebani, almeno a sentire anche il parere del Vicepresidente afghano Amrullah Saleh.

Non è ciò che piace ma è ciò che è

A questo punto, sembra proprio improbabile che gli americani proseguano nel loro piano di evacuazione così come era stato stabilito dall’Amministrazione Trump. Tra le righe, lo ha fatto capire anche il nuovo Segretario di Stato, Antony Blinken, con una dichiarazione apparentemente asettica ha però fatto intuire che adesso sarà necessario cambiare musica. Il problema di fondo è che un eventuale ritiro delle forze occidentali lascerebbe il governo di Kabul da solo a confrontarsi con le milizie Pashtun. Secondo molti esperti, in pratica le autorità centrali afghane non avrebbero la forza di opporsi all’assalto dei ribelli e, forse, potrebbero riuscire a controllare solo la capitale e qualche altra città. Ma il resto del Paese sarebbe in mano ai talebani.

Vent’anni dopo, tutto da capo?

Dopo venti anni di guerra, migliaia di vittime e miliardi di risorse, l’Afghanistan ritornerebbe al punto di partenza. Un vero smacco per Biden e soprattutto per Barak Obama, che dietro di lui tira le fila della politica estera della nuova Amministrazione. Obama è sempre stato molto orgoglioso dei successi raggiunti dalla sua strategia in Afghanistan. Certo, la pacificazione della regione è un’urgenza indifferibile specie se si vorrà evitare la formazione di una macro-area di crisi che comprende anche l’Iran, il Pakistan, il Kashmir e l’India. Come si vede, gli strateghi della Casa Bianca al tempo di Trump hanno avuto lo sguardo lungo, ma forse hanno bruciato troppo presto le tappe diplomatiche senza badare ai “danni collaterali”. Ora Biden deve metterci una pezza, cercando di salvare il salvabile. 

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *