Skip to main content

Selay Ghaffar: traiamo ispirazione dal movimento e dal popolo curdo

|

ANF News – 5 settembre 2020, di Meral Çiçek

Selay Kurdish“Traiamo ispirazione dal movimento curdo e dal popolo curdo, soprattutto quando parliamo della lotta contro l’ISIS. Qui in Afghanistan dobbiamo imparare dal movimento curdo e portare avanti la stessa lotta contro i talebani “, dice Ghaffar.

L’ANF ha intervistato Selay Ghaffar, portavoce del Partito Afghano della Solidarietà (Hambastagi), per parlare dei retroscena e degli esiti del cosiddetto “processo di pace” tra USA e talebani. Secondo l’accordo firmato in Qatar il 29 febbraio, gli USA e la NATO ritireranno le truppe dal paese entro 14 mesi, a condizione che i talebani si impegnino a rispettare le clausole dell’accordo. Mentre 5.000 talebani sono stati rilasciati dal carcere, l’organizzazione continua i suoi attacchi e i suoi crimini ai danni del popolo afghano.

 

Puoi spiegarci in quale contesto si sono svolti i colloqui tra USA e talebani e in cosa consiste il cosiddetto “accordo di pace” firmato a Doha lo scorso febbraio?

Nel 2001 gli USA e i loro alleati della NATO hanno occupato l’Afghanistan in nome della lotta al terrorismo. Quindi avrebbero dovuto combattere i talebani e portare diritti umani, diritti delle donne, democrazia ecc. Questi sono stati gli slogan che hanno utilizzato per occupare l’Afghanistan. Ma dal 2001 a oggi i talebani si sono rafforzati. Ogni giorno commettono più crimini e brutalità contro il popolo afghano, soprattutto attraverso attentati suicidi, uccisioni, massacri.
Lo spargimento di sangue continua. Con questo voglio dire che la guerra al terrorismo era solo una menzogna. La guerra al terrorismo per gli USA era solo una scusa per entrare in Afghanistan e usare il paese come base per perseguire le loro strategie: occupare il mondo e, in particolare in Afghanistan, sconfiggere i loro rivali come la Russia, la Cina, l’Iran che confinano tutti con il mio paese.

Con questo processo stanno ancora una volta mentendo al popolo afghano e anche al proprio popolo, perché la guerra USA-Afghanistan è stata la più lunga e la più costosa della storia statunitense. E il loro popolo li sta criticando perché questa guerra fatta con tasse dei contribuenti non è servita a nulla. In Afghanistan non c’è sicurezza, c’è un continuo spargimento di sangue, c’è ancora guerra e migliaia di afghani sono stati uccisi. Dal 2001 sono stati uccisi più di 400mila afghani, centinaia di sono stati feriti e molti sono fuggiti dal Paese.

Ora è chiaro che dopo tutto questo spargimento di sangue gli USA si sono in qualche modo resi conto che non possono più usare i talebani, che loro stessi hanno creato, come i nemici da additare. Non sono i loro nemici, sono i loro agenti. Vogliono molte più brutalità per esportare il terrorismo fuori dall’Afghanistan. In Afghanistan i talebani hanno già cambiato la bandiera bianca con quella nera. L’ISIS ha già preso il posto dei talebani.
Possiamo dire che l’ISIS è il nuovo soprannome dei talebani. L’ISIS è il sostituto dei talebani. Gli USA vogliono in qualche modo garantire il potere ai talebani e al regime fantoccio composto da Abdullah, da tutti i gruppi di mujahidin e dai nuovi tecnocrati, i cosiddetti tecnocrati democratici, che sono stati portati qui dopo un lavaggio del cervello. Vogliono dare spazio ai talebani nel nuovo governo e combattere il terrorismo, usando l’Afghanistan per continuare con la loro strategia nella regione e nel mondo. Le potenze regionali e internazionali usano l’Afghanistan come base per portare avanti le loro guerre per procura.
Per noi questo processo di pace è solo fumo negli occhi del popolo afghano. Sanno che il popolo afghano ha sete di pace. Gli afghani vogliono pace, sicurezza, vogliono vivere, non vogliono avere paura quando le loro figlie e i loro figli vanno a scuola. Vogliono avere una vita normale. Sanno che gli afghani vogliono disperatamente la pace.

Credi che questo accordo porterà la pace o almeno una situazione meno violenta?

La pace non verrà perché i talebani sono stati sostituiti dall’ISIS. La guerra contro il popolo afghano oppresso continuerà. Quindi, sostanzialmente, si tratta solo di un cambiamento nella politica statunitense. Quella che vogliono portare avanti in Afghanistan è una sorta di politica neocoloniale. Il processo di pace è una falsità. Molti di questi processi di pace, di negoziati con questi criminali non hanno funzionato. Durante il periodo delle fazioni dei Khalq e Parcham, David Somon era l’inviato dell’ONU in Afghanistan e in quel momento avrebbe dovuto portare la pace tra Najibullah e i mujahidin, ma non funzionò.
E anche negli ultimi tempi, a partire dal regime di Karzai fino a ai giorni nostri, sono stati avviati molti colloqui di pace. Ma tutti si sono presi il tempo di mettere in atto la loro strategia. Abbiamo molti esempi. Ogni avvio di un processo di pace nascondeva un altro fine; nel primo caso ciò che volevano era mantenere il governo di Karzai al potere. Ora gli USA hanno iniziato un nuovo processo di pace attraverso questo accordo con i talebani, che lo hanno accettato per liberare i propri prigionieri e conquistare potere. Direi che questa volta l’iniziativa è legata alle elezioni negli USA.
Trump vuole vincere le elezioni semplicemente dicendo: “Ho fermato la lunga guerra in Afghanistan e ho sconfitto i talebani”. Il governo del presidente Ghani ha protestato per chiedere che non venissero oltrepassati certi limiti, per dire che non poteva esserci pace senza che venissero poste delle condizioni e che questi limiti erano stati oltrepassati solo per una questione di potere. Ma anche Ghani vuole solo rimanere al potere. Ecco perché i limiti vengono poi ignorati.

Un’altra questione posta da questo processo di pace è che non si tratta solo un accordo tra gli USA e i talebani. Naturalmente si dice che il governo afghano e i talebani inizieranno dei colloqui di pace. La pace non arriverà anche perché non si possono ignorare gravissime responsabilità dell’Iran e del Pakistan in particolare, le potenze regionali. I talebani sono i fantocci del Pakistan. Il Pakistan ha già sostenuto i talebani e, in passato, i gruppi di mujahidin.
Per il Pakistan la situazione afghana costituisce una buona base per combattere la sua guerra per procura con l’India. Il Pakistan non sarà mai interessato alla pace in Afghanistan. Per nessuna ragione vorrà che la guerra finisca. La terza ragione è che le basi militari USA ancora presenti in Afghanistan costituiscono una grande minaccia per la regione e per il mondo. Finché ci saranno queste basi in Afghanistan non ci sarà pace né sicurezza.
Parliamo anche del cosiddetto accordo con i talebani. Gli USA lo hanno firmato il 29 febbraio, mentre nello stesso giorno venivano messi in atto diversi attacchi suicidi. Anche in seguito il cessate il fuoco è stato dichiarato più volte, soprattutto durante le feste dell’Eid, ma anche in quei giorni gli attentati suicidi sono andati avanti.
Questo significa che anche i talebani non vogliono la pace. Khalilzad [il diplomatico statunitense chiamato a trattare con i talebani] e i media afghani hanno detto chiaramente che la pace con i talebani non significa che l’Afghanistan sarà un paese sicuro. Lo hanno già detto. E lo hanno dichiarato anche molti altri funzionari statunitensi. Khalililzad ha detto chiaramente che questo accordo è stato fatto tra gli USA e i talebani. Significa che in Afghanistan i talebani non si scaglieranno mai contro esercito USA e non faranno mai del male agli americani o alle forze della NATO. Però possono continuare la loro cosiddetta jihad contro il popolo afghano. Quindi gli USA hanno dichiarato di aver già fatto un accordo con i talebani e poi hanno chiesto al governo afghano di fare con loro un qualsiasi tipo di accordo di pace.
Questo significa che gli USA stanno prendendo in giro anche il regime fantoccio che hanno creato. In qualche modo portano avanti queste farse solo per mantenere accesa la fiamma del conflitto e attuare la loro strategia. È bene sapere che i talebani hanno firmato il cessate il fuoco con gli USA fin dal 2001. Dal 2001 a oggi, quanti quartieri generali, basi e campi americani sono stati attaccati? Gli afghani vengono invece attaccati e uccisi ogni volta che ha luogo un attentato.
Gli afghani sono state le prime vittime di questa guerra. Non gli USA. Ecco perché c’è sempre stato un cessate il fuoco con gli USA. La loro jihad non è mai stata contro gli USA, ma contro il popolo afghano.  

Migliaia di talebani sono stati rilasciati dal carcere. Quale sarà il risultato del loro rilascio?

Deve essere chiaro che la pace con i brutali talebani e il rilascio dei loro prigionieri, una banda di assassini, sono mosse che non faranno che aumentare la guerra e la distruzione. Nulla di tutto ciò ha a che vedere con la pace e la sicurezza in Afghanistan. Abbiamo visto che in passato molti dei leader talebani sono stati rilasciati da Guantanamo nell’ambito di questo nuovo processo. Che cosa è successo? Tutti loro ora siedono a Doha come rappresentanti dei talebani per pianificare, in Afghanistan, attentati suicidi, la distruzione del paese, massacri e uccisioni degli afghani e anche delle forze di polizia. E i poliziotti sono persone comuni, che si arruolano nelle forze di questo regime fantoccio non perché ci credano, ma per sfamare le loro famiglie. Molti talebani sono stati liberati durante il regime di Karzai. Ghani ha liberato dei prigionieri talebani l’anno scorso e poi anche quest’anno. È arrivata la pace? No, la guerra si è intensificata. Prima c’erano alcune province e distretti sotto il controllo del governo. Ora la maggior parte delle città in Afghanistan sono controllate dai talebani. Alcuni luoghi sono controllati dal governo durante il giorno e dai talebani durante la notte. I talebani rilasciati prendono le armi e continuano a uccidere perché la loro mentalità non è cambiata. In prigione sono diventati molto più pericolosi, quando vengono rilasciati vogliono solo riversare la loro rabbia contro il governo e il popolo. Stanno uccidendo le persone. Gli USA, senza informare il governo afghano, hanno già promesso che 5mila prigionieri talebani verranno rilasciati. È stato deciso dagli USA. Il governo afghano ha detto che non avrebbe rilasciato 5mila talebani e che non c’era alcun dialogo o negoziato afghano-talebano. Ma cosa è successo? Khalilzad è venuto per redarguire Ghani e Abdullah e li ha avvisati che loro non erano nessuno per poter prendere quella decisione, che a Doha è stato deciso di rilasciare i prigionieri, che non esisteva una linea da non oltrepassare, che non poteva esserci alcuna precondizione per i negoziati. E che avrebbero dovuto rilasciarli. E che cosa è successo dopo la visita di Khalizad? Sono stati rilasciati 4600 talebani. E per gli altri 400 hanno solo invitato l’Alto Consiglio per la Pace [organismo creato ad hoc per portare avanti il processo di pace] a riunirsi per legittimare la decisione. Questo è un organismo molto antipopolare e antinazionale. Nessuno di loro ascolta il popolo afghano. Le famiglie delle vittime non perdoneranno mai i talebani e vorrebbero che questi assassini non venissero mai rilasciati. E non vorrebbero mai fare alcun accordo con i talebani senza che prima sia fatta giustizia. Perché la pace senza giustizia non significa nulla. La pace senza perseguire questi criminali non ha nessun valore.

Come valuti il ruolo di Zalmay Khalilzad, il rappresentante speciale degli USA per la riconciliazione in Afghanistan?

Quando Khalilzad era molto giovane, si è trasferito negli USA. È un burattino degli USA molto affidabile. Inizialmente è arrivato come ambasciatore degli USA. Ora è l’inviato per la pace. Il suo ruolo è quello di favorire le politiche neocoloniali degli USA in Afghanistan. La vita degli afghani per lui non contava nulla nel momento in cui ha chiesto di liberare i talebani, quando ha trattato con questi assassini e quando con loro ha firmato la pace.
Per lui la giustizia non significa nulla. Sicurezza, pace, prosperità per il popolo afghano per lui non hanno alcun valore. Lui ha l’unico compito di mettere in pratica la strategia degli USA in Afghanistan. E sa bene come svolgere questo ruolo facendo credere che la pace arriverà. Perché è solo una vecchia spia degli USA. Ora in Afghanistan può svolgere questo ruolo molto bene. 

Gli USA hanno dichiarato che se i talebani staranno alle condizioni dell’accordo, i soldati statunitensi verranno ritirati entro 14 mesi. Come interpreti le dichiarazioni degli USA relative al ritiro dei militari in Afghanistan e in Medio Oriente?

Gli USA non lasceranno mai l’Afghanistan finché qui ci saranno le loro basi militari. Nove basi che minacciano il mondo. Finché avranno rivali come la Russia, la Cina, l’Iran non se ne andranno perché in questo momento il governo USA utilizza la sua presenza in Afghanistan per controllare i russi. “Se vi muovete, abbiamo armi ad alta tecnologia e possiamo usarle contro di voi.” E la stessa minaccia può essere usata contro l’Iran. Possono usare l’ISIS.
Crediamo che non se ne andranno. Non hanno lasciato nemmeno l’Iraq. Ciò che sta dietro a tutto questo sono ancora una volta le elezioni negli USA. Per il popolo afghano il ritiro dal paese delle forze straniere, specialmente delle forze criminali statunitensi, è un sogno. Tutti lo vogliono. Ma rimarrà solo un sogno perché non se ne andranno. Nel loro accordo con i talebani gli USA dicono che i loro soldati lasceranno il paese entro 14 mesi. Ma siamo sicuri che, dopo aver vinto le elezioni, Trump non troverà una scusa per dire che per loro non è il momento giusto di lasciare l’Afghanistan? Avrebbero dovuto lasciare l’Afghanistan nel 2014.
Che cosa è successo? Hanno detto che la guerra contro il terrorismo era ancora in corso. E ora troveranno un’altra scusa. Sì, i talebani si sono uniti al governo. Ma ci sono molte altre fazioni di talebani che si sono già vendute a Russia, Iran, Cina. Ci sono rapporti che dicono che i talebani si sono divisi in molti gruppi che lavorano anche per questi paesi. Così gli USA potrebbero dire: “Dobbiamo continuare a combattere contro i talebani che non hanno siglato il processo di pace”. O forse useranno la scusa dell’ISIS. Ci sono voci che parlano di documenti segreti tra USA e talebani. Nessuno ne conosce il contenuto. 

Come vengono trattate le donne? Qual è il loro atteggiamento nei confronti di questo cosiddetto processo di pace?

Questa domanda presenta diversi aspetti. Dobbiamo dividere in diverse categorie le donne afghane. I talebani hanno commesso molte atrocità e crimini contro le donne. Hanno decapitato, lapidato, ucciso donne, le hanno private dell’istruzione, del lavoro ecc. La guerra più grande qui è stata condotta contro le donne, e continua ancora oggi. Le donne afghane non dimenticheranno mai tutti questi crimini. Non dimenticheremo mai… chi è stato lapidato solo per aver amato qualcuno. Non dimenticheremo mai l’esecuzione di Zharmina… Non dimenticheremo mai la decapitazione di Tebessum. Non dimenticheremo molti altri crimini che sono stati commessi nei loro confronti. Le donne afghane comuni e le donne afghane che hanno una coscienza politica non dimenticheranno e non perdoneranno mai i talebani.
C’è però una manciata di donne che vivono con i dollari degli USA, che sono il megafono degli USA, che vogliono svolgere il ruolo o portare avanti le politiche USA in Afghanistan, in particolare in materia di diritti delle donne, che parlano sempre in modo positivo del processo di pace facendo credere che i talebani sono cambiati. Molte di queste vogliono solo andare a baciare i piedi ai talebani e perdonare tutti i crimini che hanno commesso contro le donne. Pensiamo al governo di Gulbuddin [Hekmatyar], che abbiamo soprannominato “razzo” perché possedeva 1200 razzi e ha ucciso migliaia di afghani.
Quella di Gulbuddin è stata la prima o forse l’unica fazione, all’epoca, a gettare acido sul volto delle donne che andavano a scuola. Ebbene, le donne che oggi sono a favore delle trattative con i talebani sono le stesse che sono andate a incontrare Gulbuddin quando è stato riabilitato e hanno dimenticato tutti i crimini che ha commesso. Come ho detto, donne come Fawzi Kofi, Shahgul Rezayi, alcune parlamentari e molte altre continuano a sostenere questo cosiddetto processo di pace solo per mantenere il loro potere. Abbiamo criticato questi negoziati e alcune delle cosiddette “donne della società civile”; alcune di loro hanno indossato burqa colorati e hanno parlato di perdono ai talebani e altre sciocchezze del genere. E, come i loro fratelli jihadisti, sono state invitate a sedersi al tavolo.
Credo che le donne che decidono di sedersi a un tavolo con i talebani e si dimenticano dei crimini commessi da costoro contro le donne afghane non sono altro che donne fantoccio.

Ma donne delle famiglie delle vittime non le perdoneranno mai e non le dimenticheranno mai. Perché queste donne vogliono solo sedersi al tavolo delle trattative, andare negli hotel di Doha, ricevere i soldi dagli USA, conservare il loro potere e non perdere i loro soldi. E vogliono anche dare ai talebani il segnale che possono fidarsi di loro e che saranno loro a lavare quelle mani sporche di sangue raccontando che sono cambiati. “Vedete, accettano le donne al loro fianco.” Se si ascoltano le interviste rilasciate dai talebani durante questi colloqui di pace si può capire molto bene che non sono affatto cambiati. Dicono di voler applicare la legge della sharia per le donne afghane e questo significa che ci bandiranno dalla società. Per me, per noi, la vita delle donne afghane peggiorerà. La situazione peggiorerà di molto.

C’è stata qualche protesta contro questo accordo tra USA e talebani?

Hambastagi è stata l’unica voce che ha manifestato in piazza contro il rilascio di 5mila prigionieri talebani. I media ci ignorano sempre e non vogliono ascoltarci. Anche quando si è riunita la Loya Jirga [assemblea dei saggi] per la pace c’è stata una parlamentare, un’intellettuale, una donna, possiamo dire una vera difensora delle donne che ha preso la parola per dire che questo processo di pace è un tradimento nazionale. Ma perché lei e altre donne sono state messe a tacere?

In quali condizioni le forze democratiche progressiste riescono a protestare e a organizzarsi? Hanno un’agenda alternativa?

È un momento molto difficile per il popolo afghano. E lo è soprattutto per le forze democratiche progressiste, quelle che lottano per la libertà e l’indipendenza del Paese, che sono contro l’occupazione e tutti questi fondamentalisti, siano essi talebani, Al Qaida, l’ISIS o i mujahidin. E naturalmente contro gli USA. Veniamo continuamente minacciati. In molte occasioni Hambastagi e alcuni altri gruppi si sono opposti a questo tipo di processi. Per noi si tratta di un tradimento nazionale e condanniamo questo tipo di azioni da parte degli USA e del governo afghano o gli attacchi suicidi ecc.
Nessuno ci ascolta. Per fermarci, oltre a minacciare di attaccarci, incarcerano i nostri attivisti e li torturano. In questa situazione possiamo dire di essere la vera opposizione contro questo tipo di processi antinazionali in corso, contro l’occupazione statunitense dell’Afghanistan e contro questo regime fantoccio che sta solo implementando le politiche USA. Diciamo sempre che la Casa Bianca sta attuando la politica della Casa Bianca. E ci sono le cosiddette opposizioni create dal governo stesso solo per dire che c’è opposizione. Sono loro che si definiscono opposizione, ma alla fine invece di opporsi si siedono al tavolo delle trattative con questi assassini. Noi, in quanto vera opposizione, subiamo attacchi da più parti. Da una parte ci sono gli USA e i loro alleati, dall’altra ci sono i criminali della jihad.
Poi l’ISIS, i talebani e altri gruppi di terroristi presenti nel Paese. Ti faccio un esempio: quando il l’Alto Consiglio per la Pace si è riunito, il governo ha emanato un ordine per tutti i media e agli analisti politici perché sostenessero la firma del documento che approvava il rilascio talebani, perché dicessero semplicemente di essere a favore di questo processo pace e perché fornissero delle ragioni per ritenere questo processo importante e convincere la gente che grazie ad esso la pace arriverà. Noi siamo stati boicottati. Sebbene nessuno abbia voluto ascoltarci, c’è stato un gruppo che ha organizzato manifestazioni, che ha alzato la voce, che ha usato i social media, la strada, tutti i mezzi che aveva a disposizione contro questa ordinanza.
Nessuno ha chiesto loro che cosa volessero, perché protestavano. Sono scese in piazza anche le famiglie delle vittime e alcune associazioni che lavorano per le vittime. Molte di queste persone, con le famiglie delle vittime, sono andate sotto l’ufficio dell’ONU e per dire che non perdonavano i talebani, che non volevano il loro rilascio, che non volevano che questo processo avvenisse senza che fosse fatta giustizia. Perché nessuno ascolta? Perché vogliono boicottarci e non ascoltare queste voci. 

Le forze democratiche si oppongono a questo processo. Ma sono gli USA quelli che portano avanti questo processo e prendono le decisioni. Nemmeno il governo afghano, perché nessuno li ascolta. Come ho detto, gli USA hanno deciso che vengano rilasciati 5mila prigionieri, senza informare o consultare il governo afghano. Il governo afghano era a conoscenza di questo patto tra USA e talebani. Poi è arrivato Khalilzad per dare l’annuncio e il governo afghano li ha liberati. Durante questo processo le voci del 99% degli afghani non sono state ascoltate. E fanno finta di fare opposizione. Sì, abbiamo delle alternative. Ma la situazione qui è molto complicata. Tutti hanno le mani in pasta in Afghanistan. Possiamo raggiungere la pace e la stabilità solo se il popolo prenderà il potere. Se il popolo afghano vuole la pace e la sicurezza dovrebbe organizzarsi, unirsi, organizzare una lotta contro tutte queste forze. Perché questo è l’unico modo per avere un governo democratico e popolare che possa parlare dei diritti delle persone, che possa portare umanità e prosperità nelle vite degli afghani, in particolare delle donne.

Concedere a questi assassini l’amnistia senza alcun processo è un tradimento nazionale. Diciamo sempre che il rilascio di questi prigionieri o i colloqui di pace con i talebani sono un crimine contro il popolo afghano e contro l’umanità perché il popolo afghano vuole la pace. Voglio sottolineare anche che tutti parlano dei colloqui di pace con i talebani, ma da quando è iniziato il processo, in Afghanistan ci sono stati più di 3mila attentati. Alcune statistiche hanno dimostrato che proprio nei primi 6 mesi del 2019 centinaia di afghani sono stati uccisi in attacchi talebani. Di che pace stiamo parlando? Sono seduti al tavolo delle trattative e, allo stesso tempo, continuano a portare avanti i loro attentati. L’organizzazione di vigilanza afghana ha dichiarato che negli ultimi 6 mesi sono stati uccisi 16 civili al giorno. Queste sono vite. Le vite degli afghani dovrebbero contare. Invece, per gli USA le vite degli afghani non hanno alcun valore. L’Afghanistan è stato definito il paese più pericoloso del mondo. È stato definito dall’ONU il terzo paese più infelice del mondo. È stato definito la nazione più disperata del mondo perché non si vede alcuna speranza, alcun cambiamento; all’interno di questo processo di pace non c’è nulla a favore del popolo afghano. Ma noi come Hambastagi abbiamo speranza. E come noi molte altre organizzazioni progressiste.
Lavoriamo insieme, fianco a fianco, siamo alleati e insieme facciamo opposizione. Abbiamo speranza per il futuro. Per questo lottiamo contro l’occupazione, contro i fondamentalisti. Abbiamo esempi molto buoni. In qualche città dell’Afghanistan le donne hanno preso le armi e hanno combattuto contro i talebani perché volevano vendicarsi per i crimini commessi nelle loro comunità. Proprio di recente in una provincia dell’Afghanistan una donna ha preso la pistola e ha ucciso questi assassini. Una donna e suo fratello hanno preso la pistola contro i talebani. Anche nel nord del Paese ci sono gruppi che si sono opposti a questi gruppi di criminali. Tutte queste persone emergono dal popolo, tra la gente, combattono contro questi crimini e questi criminali e questa lotta per la giustizia ci dà speranza.
Ma abbiamo bisogno di una leadership e di un partito progressista molto forti per guidare e organizzare tutte queste forze, questi gruppi e persone che si battono contro gli occupanti e il loro braccio locale, cioè contro i talebani e il regime fantoccio. E abbiamo sempre detto che il movimento curdo e il popolo curdo ispirano le nostre azioni; soprattutto quando si tratta di lotta contro l’ISIS dobbiamo imparare da loro per poi, qui in Afghanistan, portare avanti la stessa lotta contro i talebani. Perché in questo momento abbiamo una situazione simile. Nella lotta contro l’ISIS a Kobane, nella lotta del popolo di Afrin, i curdi stanno combattendo contro i loro nemici… E l’ISIS è già in Afghanistan. Quindi dobbiamo imparare da loro e continuare la lotta contro i nostri nemici.

Cosa possiamo fare per mostrare sostegno e solidarietà?

Chiediamo sempre alle organizzazioni internazionali vicine a noi di essere la nostra voce. Dobbiamo combattere contro il nostro unico nemico che sono l’imperialismo, lo stato capitalista che vuole governare il mondo intero e tutti gli oppressi in Siria, in Iraq, in Afghanistan. Abbiamo un nemico che è l’imperialismo. Dobbiamo combatterlo insieme. Impareremo dalle vostre esperienze. Condividete con noi le vostre esperienze e impariamo dalle reciproche esperienze a lottare per la giustizia, per i diritti umani, per i diritti delle donne.
Dobbiamo sostenerci a vicenda. Se subiamo un attacco dal governo afghano, vorremmo che si manifestasse davanti alle ambasciate afghane di ogni paese per esprimere condanna e fare pressione su di loro. La situazione che viviamo in Afghanistan non è solo legata al governo nazionale, ma ha a che fare con tutte le superpotenze internazionali come gli USA e i paesi europei che hanno speso i soldi dei loro contribuenti in Afghanistan.

Potete fare pressione, come movimento curdo, su queste forze internazionali USA-NATO per chiedere di fermare la guerra in Afghanistan e fermare il sacrificio del popolo afghano per mano di gruppi criminali come i talebani e l’ISIS. Quando le donne afghane sono sotto pressione, vorremmo vedervi al nostro fianco. Vorremmo che foste la nostra voce e facciate pressione su tutti i governi, per dire che anche voi siete in Afghanistan per difendere i diritti delle donne.

[Trad. a cura del CISDA]

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *