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“Noi afgane non ci fidiamo, niente accordi con i criminali di guerra”

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Proponiamo questa intervista a Malalai Joya rilasciata il 3 marzo scorso relativamente all’accordo di pace tra Stati Uniti e talebani (che peraltro a tre giorni di distanza dalla firma è già stato violato) ribadiamo quanto scritto nel nostro articolo pubblicato in questo sito. Sono anni che Malalai e gli altri attivisti con i quali collaboriamo da oltre vent’anni che non ci sarà pace per il popolo afghano finché il potere rimarrà nelle mani di questi criminali.

La Repubblica – 3 Marzo 2020, di Gianpaolo Cadalanu

Malalai Joya 2019Intervista a Malalai Joya, attivista ed ex parlamentare, che vive sotto protezione dopo aver attaccato Talebani e trafficanti: “Questa pace serve solo a Trump”

Le donne afgane non si fidano del cosiddetto accordo di pace, siglato a Doha da Talebani e Stati Uniti. Anche il presidente Ashraf Ghani ha sottolineato la necessità da parte degli “studenti coranici” di un impegno al rispetto dei diritti femminili. Ma Malalai Joya è molto pessimista. Attivista ed ex parlamentare, la “donna più coraggiosa dell’Afghanistan” per la Bbc, vive sotto protezione dopo aver osato attaccare i signori dell’oppio e i criminali di guerra persino dentro la Loya Jirga.

Malalai, crede in questo accordo di pace?
“Sfortunatamente no. Il cosiddetto processo di pace è solo a favore dell’amministrazione Trump, serve per vincere le imminenti elezioni presidenziali. Il presidente americano cerca di ingannare l’opinione pubblica del suo Paese, sostenendo di aver adempiuto alla promessa di porre fine alla guerra più lunga, in Afghanistan. Ma questo non ha nulla a che fare con il popolo afgano e con una pace stabile. I Talebani hanno chiarito che la loro guerra con le forze afgane continuerà, il loro accordo vale solo con le forze statunitensi. In effetti, le principali vittime degli attacchi dei Talebani sono civili e forze di sicurezza afgane. Gli attacchi alle forze Usa sono diminuiti per anni. L’ex vicepresidente Joe Biden aveva annunciato anni fa che ‘i Talebani non sono i nostri nemici’, insomma il governo degli Stati Uniti aveva annunciato la ‘pace’ da tempo”.

Insomma, più che una vera opportunità di pace, è solo un modo per l’Occidente di lasciare agli afgani i problemi irrisolti?
“È solo un altro nuovo sinistro gioco degli Usa e della Nato in Afghanistan, perché i governi occidentali sono sotto la pressione della loro popolazione. Per loro ha un valore di politica interna. Con questo accordo, i brutali Talebani e le forze statunitensi non si attaccheranno a vicenda. I nomi dei leader integralisti verranno tolti dalla lista nera delle Nazioni Unite, cinquemila criminali detenuti verranno rilasciati dalle carceri e così via. Dopo 19 anni di guerra con i Talebani e l’uccisione di centinaia di migliaia di afgani innocenti, ora la Casa Bianca riconosce questa banda di selvaggi. Le conseguenze di questo accordo sono pericolose per l’Afghanistan e la sua gente. Penso che la Casa Bianca abbia nuovamente tradito il popolo afgano. E ci sono poi ancora gruppi come l’Isis a rappresentare una grave minaccia per l’Afghanistan”.

Crede che le delegazioni di Doha abbiano curato ogni possibile aspetto delle prospettive di pace?
“Nemmeno per idea. Un delegato del regime fantoccio di Ashraf Ghani non può rappresentare il popolo afgano. Sono solo un gruppo di signori della guerra, mafiosi corrotti e tecnocrati occidentalizzati, sono stati al potere negli ultimi 19 anni di occupazione e ora invitano i Talebani al compromesso e diventano complici dei loro crimini in cambio di dollari e potere. L’intero ‘processo di pace’ era sotto il controllo di Zalmay Khalilzad: nonostante le radici afgane, è più americano di Bush e Trump, e pensa solo a salvaguardare gli interessi statunitensi calpestando il popolo afgano”.

Cosa cambierà nella vita degli afgani?
“Nella vita del popolo afgano non si avrà nessun cambiamento positivo con questi accordi sotto auspici stranieri. Solo la fine dell’occupazione Usa/Nato e l’interruzione del loro sostegno a bande brutali e fondamentaliste e l’istituzione di un vero governo democratico e giusto da parte del popolo afgano porteranno una pace duratura in Afghanistan. Gli afgani sono stanchi della guerra e hanno sete di pace. Ma democrazia, pace e giustizia non arrivano mai dando potere ai nemici giurati di questi valori. L’impunità per i criminali di guerra prolungherà la crisi afgana e le violazioni dei diritti umani nel nostro paese”.

Crede che i Talebani accetteranno effettivamente di condividere il potere a Kabul?
“I Talebani sono per la maggior parte lacchè dell’Isi, il servizio di sicurezza pachistano, e obbediscono ai loro padroni. Non sono accettati dalla società afgana e si impongono solo attraverso armi e fascismo. Quindi non possono mantenere il potere a lungo, devono condividerlo. Un ritorno del regime medievale talebano come quello che abbiamo vissuto alla fine degli anni ’90 è impossibile”.

Quale sarà la situazione delle donne e cosa può garantire loro che il Paese non torni ai tempi dell’emirato?
“Dando potere ai terroristi Talebani e condividendo il potere con i signori della guerra misogini, che erano al potere negli ultimi 19 anni con la maschera della democrazia, la situazione delle donne diventerà più disastrosa. Oggi assistiamo pubblicamente a omicidi, stupri di gruppo, lapidazioni, tagli di orecchie e nasi, percosse di donne sia da parte dei Talebani che dei signori della guerra locali. E frustate, attacchi con l’acido contro le ragazze, violenza domestica, attacchi contro le studentesse o avvelenamenti e altri crimini contro le donne, in ogni angolo del paese. Fintanto che questi estremisti e questa gente sono al potere, non ci sono garanzie di una vita umana per le donne afgane”.

E lei personalmente che cosa pensa di fare?
“È responsabilità di ogni individuo e delle forze progressiste afgane unirsi al nostro popolo per combattere l’occupazione e i fondamentalisti di ogni genere. Solo la gente unita con la lotta e la resistenza attiva possono portare nel nostro Paese valori come la democrazia, la pace, la giustizia e i diritti umani. La storia lo dimostra: soltanto da soli i popoli possono ottenere la libertà. Continuerò a lavorare duro in questo scontro cruciale. Abbiamo ancora molta strada da fare, con coraggio e sacrificio”.

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