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L’ipocrisia del rappresentante speciale degli Stati Uniti che tratta con i Talebani

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Commondreams.com Brett Wilkins 13 novembre 2020

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Quel rappresentante speciale degli Stati Uniti per la pace in Afghanistan non è altro che Zalmay Khalilzad, un nome molto familiare.

 

Khalilzad, ha svolto un ruolo chiave nella politica e nell’azione degli Stati Uniti in Afghanistan sin dai tempi dell’amministrazione Reagan. È stato un convinto sostenitore dei militanti mujahideen che combattevano contro l’occupazione sovietica dell’Afghanistan. Molti di questi combattenti, in particolare Osama bin Laden, poi hanno formato gruppi militanti, tra cui i Talebani e al-Qaeda. Prima i Talebani erano i partner commerciali degli americani.

La Unocal, una compagnia petrolifera statunitense in cui Khalilzad lavorava come analista di rischio, decise di costruire oleodotti attraverso l’Afghanistan. Nel 1997 la Unocal portò i Talebani nel Texas dal governatore George W. Bush per concludere un accordo. Tuttavia, è il culmine dell’ipocrisia per Khalilzad, che ha tanto sangue del popolo afgano sulle sue mani, condannare i suoi partner talebani nel 2001, e riabbracciarli nel 2020 come nel 1997 firmando degli accordi che il popolo afgano non sa di cosa si tratti, né per quanto sia venduto l’Afghanistan dai terroristi ai seminatori delle democrazie.
“Il buon Dio non ha ritenuto opportuno mettere il petrolio e il gas solo dove ci sono gli amici degli Stati Uniti” disse Dick Cheney in 1997.
Brett Wilkins

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