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L’Afghanistan si prepara all’ondata di coronavirus mentre i migranti tornano dall’Iran.

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The Guardian – 1 aprile 2020, di Akhtar Mohammad Makoii da Herat e Peter Beaumont

iran Afghanistan1I rimpatriati attraversano il confine a seguito della perdita di posti di lavoro dopo la chiusura, minacciando una catastrofe sanitaria.

Più di 130.000 afghani sono fuggiti dall’epidemia di coronavirus che sta scuotendo l’Iran per rientrare in Afghanistan con la preoccupazione che possano portare l’infezione nel paese già in crisi e impoverito.

L’enorme quantità di afgani che attraversa il permeabile confine dell’Iran, in uno dei più grandi movimenti transfrontalieri della pandemia, ha portato a crescenti timori per le organizzazioni umanitarie sul potenziale impatto delle nuove infezioni portate dall’Iran, uno dei paesi maggiormente colpiti dal virus.

Il ministero salute afghano allerta che circa 16 milioni di persone potrebbero essere infettate e che decine di migliaia potrebbero morire, gli esperti ritengono che l’ondata di lavoratori e rifugiati, che si stanno disperdendo in tutto il paese sono una minaccia per la situazione della salute e della sicurezza già complessa.

Secondo un rapporto congiunto pubblicato nel fine settimana dall’Organizzazione mondiale della sanità e dall’Ufficio delle Nazioni Unite per il Coordinamento degli Affari Umanitari, mentre secondo i dati ufficiali solo 174 afghani hanno il virus, il numero reale potrebbe essere molto più alto a causa dei limitati test effettuati e della difficile tracciabilità dei contagiati.

 

Da parte del Consiglio Norvegese per i rifugiati a fine marzo ha avvertito che “vista la larga diffusione del Covid-19 in Iran l’attenzione delle organizzazioni umanitarie si deve concentrare principalmente sulle province e i distretti considerati a maggior rischio a causa del volume degli spostamenti transfrontalieri”.

“Questo include anche i 25 distretti che sono le principali destinazioni dei rimpatriati dall’Iran: Herat, Nimroz, Kabul, Balkh, Faryab sono maggiormente a rischio a causa del collegamento con le province iraniane.

iran AfghanistanA sottolineare le preoccupazioni il fatto che la maggior parte dei casi confermati sono nella provincia occidentale di Herat al confine con l’Iran, un punto di transito per molti di coloro che valicano la frontiera.

In un campo profughi alla periferia di Herat, il Guardian ha incontrato alcuni degli ultimi rimpatriati dall’Iran, che hanno spiegato di essere fuggiti dal paese sia per paura del virus sia perché a causa della chiusura erano rimasti senza lavoro.

Tra loro c’era Mirwais, 18 anni, della provincia di Baghlan, che faceva l’operaio da due anni.

“La situazione peggiorava ogni giorno. A causa della quarantena non potevo più lavorare e avevo paura del coronavirus”, ha detto.

“Il confine era affollatissimo. Tutti avevano paura del virus. Ho sopportato tante umiliazioni in Iran per inviare denaro a casa. Ma ho avuto paura del coronavirus perché sono l’unico che lavora nella mia famiglia e, se muoio, anche loro morirebbero, di fame”.

“Ora non so cosa fare. Avevo solo i soldi per arrivare al confine e non so se tornare a casa senza un soldo o se restare qui”.

Zainullah, 24 anni, della provincia di Ghazni che era impiegato in un laboratorio dove fabbricavano sedie, racconta una storia simile.

“La maggior parte dei miei parenti ha lasciato l’Iran il mese scorso a causa del coronavirus. I miei genitori insistevano perché tornassi. Non volevo tornare perché ho bisogno di 400.000 afghani (£ 4.213) per sposarmi. Ne ho pagato la metà al padre della mia fidanzata e ora lui vuole l’altra metà”.

“Il coronavirus ha distrutto la mia vita. Non ho idea cosa farò dopo”.

Gul Ahmad, 43 anni, ha detto che un altro elemento era la mancanza di assistenza sanitaria nei confronti dei lavoratori afghani, perché i medici iraniani erano preoccupati di prendersi cura degli iraniani. “Non potevamo andare dai medici per una ragione molto semplice. Gli iraniani erano impegnati a curare la propria gente e non gliene fregava niente di un afghano malato”.

Eynoddin Aslami, capo del campo, dice che è in arrivato un numero record di afghani. “Per un mese più di 13.000 persone attraversavano ogni giorno il confine, anche se adesso si è scesi a circa 3.000 persone al giorno”.

“Tutti qui siamo preoccupati. Siamo molto preoccupati per l’attuale situazione. Ci sono centinaia di nuovi arrivi ogni giorno”.

“Facciamo del nostro meglio per mantenere le distanze, ma è impossibile. E alcuni potrebbero essere infetti”.

iran Afghanistan2Fa eco alle preoccupazioni di molti Dan Tyler del Consiglio Norvegese per i Rifugiati “C’è stato un aumento dei rimpatri spontanei. C’è già la chiusura a Herat e nei dintorni di Kabul e Kandahar, siamo davvero preoccupati per l’impatto sulla popolazione. È già molto difficile. Il confine con il Pakistan è chiuso e ci aspettiamo ulteriori misure”.

“La vera preoccupazione in un paese sull’orlo della carestia sono gli approvvigionamenti che stanno scarseggiando. Inoltre, c’è anche il problema dei talebani e di altri gruppi armati a cui è concesso l’accesso ad aree non accessibili, nonostante i colloqui che si sono svolti in merito ad un cessate il fuoco [globale]”.

All’inizio di questo mese Joel Millman, dell’Organizzazione Internazionale per le Migrazioni, che segue i rimpatri dall’Iran, ha allertato per il pericolo di transito attraverso valichi di frontiera non ufficiali.

“Ciò è particolarmente pericoloso in un’emergenza di sanità pubblica, perché…nessuno è in grado di controllare le tue condizioni di salute o i tuoi documenti, o sapere da dove vieni”.

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