Skip to main content

Coltivazione dell’oppio Afghanistan, così i pannelli solari aiutano il traffico di droga

|
TAG:

Corriere.it – Marta Serafini – 29 luglio 2020

0GUBBC4P kZQF U320010262777779aH 656x492Corriere Web SezioniL’energia solare ha permesso ai coltivatori dell’Helmand di diventare i primi produttori nel Paese. L’aumento della domanda e il Covid-19, i timori degli esperti: il consumo di eroina potrebbe salire

Che a Lashkar Gah, capitale della provincia afghana dell’Helmand, siano diventati tutti, all’improvviso, attenti al rispetto dell’ambiente è improbabile. Eppure negli ultimi quattro anni la vendita di prodotti per l’energia solare è aumentata a tal punto che le immagini mostrano pile di pannelli alte come palazzi di tre piani che svettano nel mercato della città.

Dici Helmand e dici coltivazione oppio. Come racconta un reportage della Bbc, i coltivatori afghani hanno rimodellato l’industria basando la propria attività sull’energia solare, aumentando significativamente l’offerta mondiale di eroina e dimostrando che un investimento di questo tipo può essere estremamente vantaggioso in termini economici e sostenibili.

Nel 2012 – prima dell’avvento del solare – l’Afghanistan ha prodotto un totale di 3.700 tonnellate di oppio. Nel 2016 la produzione era cresciuta fino a 4.800 tonnellate. Nel 2017 c’è un raccolto davvero eccezionale, di gran lunga il più grande mai prodotto: 9.000 tonnellate di oppio. Tanto grande che i pezzi sono crollati. Quello che è successo dopo è molto interessante. Nel 2018 e 2019 le coltivazioni si sono ridotte, tranne nel sud-ovest, dove gli agricoltori hanno effettuato questo grande investimento nella tecnologia solare. Qui la produzione di oppio è effettivamente aumentata e l’Helmand ha iniziato a produrre l’80 per cento dell’oppio afghano.

 113489498 976xsqsolarimg 4088 kZQF U32001026277777gRH 593x443Corriere Web Sezioni

A svelare questo boom anche le immagini satellitari. «L’adozione di tecnologie a bassa emissione di carbonio Richard Brittan, ex soldato inglese e fondatore di Alcis, una società specializzata nell’osservazione satellitare di ambienti complessi – è stata molto rapida. Il primo rapporto di un agricoltore afgano che utilizzava l’energia solare risale al 2013, e da allora la crescita è stata esponenziale, tanto che nel 2019 abbiamo contato circa 67mila impianti solari nella valle di Helmand». L’introduzione del solare rappresenta una svolta significativa per la regione. «Il solare – commenta David Mansfield, esperto della produzione di oppio in Afghanistan da oltre 25 anni – ha cambiato tutto per gli agricoltori, che precedentemente investivano gran parte delle risorse nell’acquisto di carburante e nella manutenzione delle pompe sotterranee, mentre i costi di gestione dei pannelli sono praticamente nulli». Mansfield sottolinea che un investimento iniziale di circa settemila euro genera un incremento notevole nella produttività, e soprattutto consente di coltivare papaveri anche in luoghi precedentemente non adatti alla crescita dei fiori. «Nel 2012 – interviene Brittan – si coltivavano circa 157mila ettari di campi di papavero, mentre nel 2018 si è passati a 317mila ettari, e lo scorso anno la cifra era di 344mila ettari. La terra sta diventando più produttiva». E dove c’è maggior giro di denaro, come nel resto del mondo, arriva il boom edilizio. Risultato, 48mila abitazioni sono state edificate nello stesso periodo nella regione di Helmand

Il costo ridotto delle sostanze stupefacenti ha aumentato anche la domanda, soprattutto in un periodo di forte crisi economica e sociale. «Esiste una nuova generazione di tossicodipendenti che chiedono aiuto – sottolinea Dave Higham, che ha affrontato il percorso di riabilitazione in prima persona dopo un passato da consumatore abituale di droghe in Gran Bretagna —. E il mio timore è che la disoccupazione di massa provocata dal Covid-19 e dalla difficile situazione che stiamo affrontando possa combinarsi pericolosamente con le sostanze a basso costo prodotte dai coltivatori afghani, che hanno dimostrato quanto l’energia solare possa fare la differenza».

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *