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Afghanistan 2019: annus horribilis

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Atlanteguerre.it – 16/1/20

A 10 cacciaIndiscrezioni danno per imminente una tregua ma l’anno appena finito si chiude con un bilancio nefasto per i civili. E per la prima volta esercito afgano e alleati detengono il primato delle vittime civili.
Sebbene, secondo fonti giornalistiche, il leader talebano mullah Hibatullah Akhundzada si sarebbe detto d’accordo con una riduzione di sette giorni della violenza in Afghanistan a condizione che venga firmato un accordo di pace con gli americani, il 2019 si è chiuso per il Paese nella maniera più nefasta per le vittime civili della guerra*. Lo dice Human Rights Watch nel suo World Report 2020.
L’organizzazione di monitoraggio dei diritti umani scrive in proposito che gli attacchi delle varie parti coinvolte nel conflitto armato hanno causato nel 2019 danni devastanti alla popolazione civile e che, per la prima volta, i decessi causati dall’esercito nazionale afgano e dalle operazioni degli Stati Uniti hanno superato quelli causati dai talebani nella prima metà del 2019. Effetti dovuti in gran parte al forte aumento dei raid aerei statunitensi.

Il rapporto contenuto nella trentesima edizione del rapporto annuale sostiene che le forze speciali afgane, sostenute dalla US Central Intelligence Agency (CIA), hanno effettuato “esecuzioni sommarie e sparizioni forzate” soprattutto durante raid aerei notturni. Cita, ad esempio, un incidente recente del 12 agosto in cui un’unità delle forze speciali note come “02”, che godono del sostegno della CIA, “hanno giustiziato sommariamente 11 uomini”, per lo più membri di una famiglia allargata, in un raid notturno nel distretto di Zurmat, Nangarhar. Il rapporto afferma inoltre che anche i talebani hanno effettuato “esecuzioni sommarie, torture e maltrattamenti, incluso il lavoro forzato di prigionieri”.
*Nella serata di ieri il governo afgano ha respinto l’ipotesi che ritiene inaccettabile e a cui oppone un cessate-il-fuoco cui dovrebbero seguire colloqui intra-afgani

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