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A PROPOSITO DI AFGHANISTAN E DELLE TROPPE PROMESSE.

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 ALGANEWS – 4 maggio 2020, di Guido Olimpio

afghanistan 750x430Promesse, promesse. Ma contano solo i fatti. In Afghanistan dal 1 marzo c’è stata una media di 55 attacchi al giorno da parte degli insorti, un aumento della violenza che ha colpito soprattutto le forze governative.

Dopo l’accordo tra Usa e talebani a Doha era previsto un periodo di calma, solo che la pausa è stata sfruttata dai guerriglieri per riorganizzare i ranghi e lanciare assalti. La riduzione delle incursioni aeree alleate – segnala il Washington Post – ha favorito le manovre dei militanti lasciando le truppe di Kabul con minore difesa.

 

Il comandante americano, generale Austin Miller, ha ammonito che se l’offensiva dovesse continuare ci sarà una risposta robusta. Però bisogna vedere cosa ne pensa la Casa Bianca: Donald Trump vuole il tutti a casa o quasi. Qualsiasi attività militare di grande ampiezza ostacola il suo piano. Dall’altro lato i talebani assaporano già il gusto della vittoria e ritengono che alla fine gli Stati Uniti se ne andranno. Inoltre in agguato c’è lo Stato Islamico, componente minore in grado di destabilizzare con i suoi colpi.

All’interno della cornice una storia dagli aspetti non troppo chiari. Un team di Navy Seals ha lanciato un raid in un villaggio alla ricerca di un civile americano scomparso da febbraio nella regione di Khost. Mark Freich, impegnato in un progetto civile, sarebbe nelle mani del network Haqqani. L’ostaggio è al centro di qualche negoziato? O solo una delle tante vittime collaterali della guerra più lunga?

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