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La rivoluzione è sotto attacco! Difendiamo la rivoluzione delle donne!

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Retejin.org – 24 luglio 2019

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La rivoluzione è sotto attacco!

Difendiamo la rivoluzione delle donne!

Spirano sempre più forti e minacciosi i venti di guerra contro la Confederazione della Siria del Nord e dell’Est e contro il movimento di liberazione curdo che ha dato vita all’esperienza rivoluzionaria più avanzata e bella degli ultimi anni.

Il 19 luglio scorso abbiamo festeggiato i primi sette anni dell’esperienza rivoluzionaria nata nei territori della Siria del Nord e dell’est. Una rivoluzione in cui il movimento delle donne ha un ruolo fondamentale. Una rivoluzione nata sotto il segno dell’autogestione delle genti, della democrazia radicale, dell’ecologismo politico e soprattutto della liberazione delle donne e quindi di tutta la società dal patriarcato.

Una rivoluzione che, mentre le unità di difesa popolari (Ypj e YpG) combattevano e sconfiggevano Isis, ricostruiva le città, le scuole e gli ospedali; ha creato accademie, cooperative, villaggi, case delle donne, esperienze di autogestione, di sviluppo consapevole e sostenibile. Una rivoluzione che parla concretamente di rispetto delle differenze, uguaglianza, sorellanza, fine del colonialismo e dell’oppressione di classe e di genere. Una rivoluzione che si è data come costitutivamente internazionalista, che dai primi suoi gemiti è stata partecipata e attraversata da lingue, corpi e pensieri diversi e lontani, una rivoluzione dove tante e tanti si sono sentite a casa. perché il Rojava, non è solo una striscia di terra, ma un modo di sentire e di vivere, una comunità transnazionale, che non conosce frontiere, che cresce e straborda da ogni cuore che pulsa per la libertà.

Per questo e per molto altro, una rivoluzione che è anche la nostra rivoluzione!

Il regime turco di Erdogan nelle ultime settimane sta accerchiando i territori della Confederazione siriana e del Bashur (Kurdistan irakeno) sottoponendo questi ultimi a continui attacchi sanguinari che colpiscono principalmente la popolazione civile. L’esercito turco bombarda, uccide, incendia colpendo i civili nell’assordante silenzio di tutta la comunità internazionale e dei media.

Erdogan sembra avere il benestare della Russia e dell’Iran, insieme, finora, al silenzio complice degli Stati Uniti, dell’Europa del governo di Assad.

Il movimento di liberazione e la popolazione della Confederazione della Siria del Nord e dell’Est non si fanno cogliere impreparati. Hanno lanciato appelli al dialogo con il monito fermo e fiero che se Erdogan non si fermerà, troverà sulla sua strada una resistenza popolare organizzata che intende difendere la propria terra e la rivoluzione fino all’ultimo e senza paura.

Uno degli strumenti più importanti che il movimento delle donne costruisce e affina, e grazie a cui riesce a portare avanti questa rivoluzione, è quello dell’autodifesa. Costruire bellezza e difenderla se viene attaccata, come le rose con le loro spine.

Come donne e compagne della Retejin nata in solidarietà col movimento delle donne, sentiamo tutto questo come profondamente nostro. Sappiamo che davanti alla determinazione dei popoli organizzati e liberi, davanti al loro anelito di difendere ciò a cui hanno dato vita, al loro non abbassare mai la testa, davanti all’oppressore, anche il secondo esercito della Nato trema, e facilmente può crollare la sua aurea di indistruttibilità sotto i colpi puntuali e coraggiosi delle donne libere.

A noi, che cerchiamo di essere scintille nel buio del cuore del capitalismo, non resta che da alimentare il fuoco, affinchè sia Rojava ovunque e ovunque sia rivoluzione, ora come e più di prima.

Per Orso, nostro compagno caduto combattendo per questa rivoluzione, per tutte le martiri e i martiri che hanno dato la loro vita, per noi e per la speranza di costruire anche qui un mondo diverso e migliore in cui vivere libere da patriarcato e capitalismo: mobilitiamoci tutte e tutti nelle forme e nei modi che ci sembreranno più utili, perche “ ogni tempesta comincia con una singola goccia” e tanti granelli di sabbia possono riuscire a inceppare i motori della macchina!

Jin Jîyan Azadî!

Con la rivoluzione delle donne nel cuore e nella testa!

Serkeftin!

Rete jin

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