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DOPO L’ACCORDO CON I TALEBANI Afghanistan, Selay Gheffar: “I diritti delle donne non interessano a nessuno”.

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di Marta Serafini – 27orailcorriere – 4 febbraio 2019

selay gheffar«L’accordo con i talebani una cattiva notizia per le donne afghane? Certamente ma il problema è molto più complicato di come appare». Classe 1983, Selay Gheffar, portavoce e attivista del partito della Solidarietà (Hambastagi), è una delle donne che più ha seguito tra le nuove generazioni afghane ed è sempre stata critica nei confronti della presenza militare statunitense e della Nato nel suo Paese. «Negli ultimi 17 anni , le donne sono state usate come uno strumento di propaganda per ingannare il popolo. E ora per noi le cose non possono che peggiorare», spiega alla 27esima ora.

In che senso? In questi anni non sono stati fatti dei progressi per i diritti femminili?

«Sicuramente. Ma nonostante anni di lotta, molte donne restano economicamente dipendenti dalle loro famiglie e poche trovano la forza di denunciare. Questo perché il sistema politico e giudiziario è profondamente corrotto.Come in tutte le società dilaniate dalla guerra, le donne soffrono in modo sproporzionato.

L’Afghanistan è ancora considerato il peggior posto al mondo per essere una donna. Nonostante il governo afghano e gli sforzi internazionali dei donatori dal 2001 a ragazze istruite, circa due terzi delle ragazze afgane non frequentano la scuola. L’ottantasette percento delle donne afghane sono analfabete, mentre il 70-80 percento affronta il matrimonio, molte prima dell’età di 16 anni. Un rapporto di settembre ha definito un programma da 280 milioni – il più grande budget unico che il governo degli Stati Uniti abbia mai fatto promuovere i diritti delle donne a livello globale – un flop e uno spreco di denaro dei contribuenti»

In che modo l’accordo con i talebani può influenzare la condizione delle donne?

«Washington è il grande protettore di questi criminali che di sicuro non hanno a cuore i diritti delle donne. Ma i talebani non sono tutti uguali, sono divisi al loro interno e c’è una parte che appoggia Isis. Tutti però hanno mani sporche di sangue e odiano le donne, spesso con il sostegno e il finanziamento di nazioni straniere.
Gli stati confinanti conducono guerre per procura in Afghanistan: il Pakistan attraverso i talebani, l’Iran tramite il controllo culturale e religioso, la Cina sul piano economico, la Russia per mano di signori della guerra».

In questo quadro come si pongono gli Stati Uniti? Donald Trump ha annunciato il ritiro delle truppe, dopo anni che se ne parla…

«Agli Usa interessa solo mettere fine a un’operazione che non è più conveniente da tempo per motivi economici ed elettorali. Delle donne afghane, in buona sostanza, gli Stati Uniti e la Nato si sono interessati in maniera strumentale ma non hanno fortificato abbastanza la loro posizione nella società, facendole rimanere fragili. E ora queste donne, con questo accordo, sono ancora una volta alla mercé di tutti».

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