Afghanistan ‘si salvi chi può’ ma tutti fanno finta
Remocontro – 23 gennaio 2019, di Piero Orteca
Kamikaze Talebani fatto saltare una base dell’Intelligence afghana. Avviene mentre in Qatar sono in corso ‘colloqui di pace’ tra gli inviati di Trump e milizie sunnite afghane.
-Ma a Doha in realtà si sta discutendo di come gli americani possano abbandonare il Paese senza perdere la faccia.
Why Afghanistan is more dangerous than ever? “Perché l’Afghanistan è diventato più pericoloso che mai?” Si chiede l’autorevole BBC nell’analizzare gli sviluppi di una maldestra “stabilizzazione” politica, sociale e culturale, condotta con largo dispendio di mezzi (e di vite umane) dall’Occidente in quasi 20 anni.
Se i risultati di quattro lustri di mattanza sono quelli prospettati dalla televisione britannica, allora bisogna non solo cominciare a farsi un sacco e una sporta di domande, ma sarebbe l’ora di azzardare (e coraggiosamente) anche qualche risposta. Corta e netta, perché i risultati sul campo zittiscono tutti i vecchi tromboni, fautori della “esportazione della democrazia”.
Un’espressione che forse maschera altre velleità più predatorie: quelle di dimostrare di essere i “poliziotti del mondo”. Ma quando mai! Lunedì l’ennesimo attentato-kamikaze, condotto dai Talebani, ha fatto saltare per aria un “compound” dell’Intelligence afghana. Un’azione alla quale ormai tutti sembrano averci fatto il callo, tanto che si è persa anche la contabilità delle vittime. Le fonti ufficiali parlano di 45 morti, quelle ufficiose di almeno 70 e i Talebani arrivano a quasi 200. Senza contare i feriti, perché quelli ormai sembrano non fare più testo.
Insomma, una macabra lotteria, in un Paese in cui quando esci di casa la mattina non sai se la sera vi farai ritorno e dove le esigue forze occidental
i rimaste se ne stanno asserragliate e intabarrate negli accampamenti, praticamente sotto assedio. L’attentato ultimo si è verificato a Maidan Shahr, 30 chilometri a sud-ovest di Kabul. Presa di mira una base del National Directorate for Security (NDS), in pratica i servizi segreti afghani, i cui agenti sono costantemente addestrati da istruttori americani e altrettanto puntualmente vengono falcidiati dagli adepti delle milizie “pashtun”.
I Talebani hanno utilizzato un veicolo che era stato sottratto all’esercito Usa (un “Humvee”) stipandolo di esplosivo e facendolo saltare in aria. I terroristi hanno anche aperto il fuoco, sparando raffiche di kalashnikov in tutte le direzioni. Una seconda auto-bomba è stata intercettata e gli occupanti sono stati uccisi dalle forze di sicurezza. Tutto questo avviene mentre sono in corso “colloqui di pace” in Qatar tra gli inviati di Trump e alti esponenti delle milizie sunnite afghane. Anche se, secondo molti osservatori, più che di un vero trattato, a Doha, si sta discutendo di come gli americani possano abbandonare il Paese senza perdere la faccia.
Il numero elevato di vittime causate dall’attentato si spiega col parziale collasso del tetto dell’edificio, dove si trovava il quartier generale dell’Intelligence. Paradossalmente, da quando hanno annunciato il loro progressivo disimpegno, gli Stati Uniti hanno provocato un numero crescente di danni collaterali, dovuti all’intensificazione dei bombardamenti aerei. Il Pentagono non vuole perdere altri soldati sul campo e ha preferito cambiare strategia, supplendo con gli strike dell’aviazione alle azioni di terra. Naturalmente, questa opzione continua a causare vittime innocenti.
Fonti Onu parlano di almeno 30 mila civili morti o feriti, tra il 2016 e il 2018. Altre 28 mila militari e poliziotti afghani sarebbero stati uccisi negli attacchi talebani a partire dal 2015, secondo i dati ufficiali forniti dalla Presidenza della Repubblica di Kabul. In quella che è la guerra più lunga (e priva di senso) combattuta dagli Stati Uniti nella loro storia, dopo 17 anni in cui il sangue è scorso a fiumi, i Talebani controllano praticamente più territorio di quando sono arrivati gli americani (oltre il 70%). Le province di Helmand e Kandahar, dove sono morti centinaia e centinaia di soldati occidentali, ormai sono praticamente sotto il controllo talebano.
E dopo l’annuncio del ritiro delle truppe Usa dato da Trump, la situazione volge sempre di più al peggio. Ergo: vent’anni di guerra sono serviti a poco e niente. Ma c’era da scommetterlo. Quando mai le guerre sono servite a qualcosa?
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