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MALALAI JOYA: LE CORAGGIOSE DONNE DEL KURDISTAN SONO UNA FONTE D’ISPIRAZIONE

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La lotta congiunta e organizzata delle donne coraggiose del Kurdistan contro le bestie dell’ISIS e il regime dittatoriale di Erdogan è una fonte di speranza e ispirazione.

Tratto da ANF News – Orsola Casagrande – 17 ottobre 2018
Traduzione di: Cristina Cangemi, Ester Peruzzi, Dalila Scaglione, Sara Somaini.

Malalai1 768x388Malalai Joya è un’attivista, scrittrice ed ex-politica afghana. È stata deputata del parlamento afghano dal 2005 fino all’inizio del 2007. Ha denunciato pubblicamente la presenza in Parlamento di signori della guerra e di noti criminali di guerra, portando alla sua sospensione nel maggio del 2007. Varie proteste e appelli a favore del suo reinserimento sono stati firmati da scrittori e intellettuali di alto livello come Noam Chomsky, ma anche da politici. Recentemente Malalai Joya è stata in Italia e ha parlato con il quotidiano ANF NEWS in merito alla situazione in Afghanistan. Ha speso parole calorose per le donne curde che, secondo lei, “sono una fonte di speranza e d’ispirazione”.

Prima di tutto puoi darci un quadro dell’Afghanistan attuale?
Dopo la tragedia dell’undici settembre, gli Stati Uniti e la NATO hanno occupato il nostro paese usando gli slogan della “democrazia”, dei “diritti delle donne” e dei “diritti umani” e hanno sostituito il barbarico regime talebano con i signori della guerra fondamentalisti che, fratelli di fede dei Talebani, hanno combattuto una guerra civile dal 1992 al 1996, riducendo Kabul in cenere e uccidendo più di settantamila civili. Il governo è stato formato anche da tecnocrati cresciuti in Occidente che, in cambio di dollari americani e di potere, sono scesi a compromessi con i signori della guerra dalla mentalità medievale. Dopo oltre un decennio di “guerra del terrore” condotta dagli Stati Uniti e dalla NATO e aver speso più di cento miliardi di dollari, il nostro paese continua a rimanere tristemente ai vertici degli indici di guerra, povertà, disoccupazione, produzione di droga e dipendenza, corruzione, analfabetismo, mortalità materna e infantile, infelicità e altro. L’occupazione straniera è solo un’aggiunta ai nostri problemi. Oggigiorno, la vita del nostro popolo è minacciata in ogni momento da bombe, attacchi kamikaze, attacchi di droni, esecuzioni pubbliche, stupri e stupri di gruppo, rapimenti e altre tragedie. Le persone non si sentono sicure da nessuna parte, dentro e fuori dalle proprie case, e i terroristi oggi sono più potenti.

In questo quadro, esiste un’opposizione ai signori della guerra che sembri più forte che mai?
Per decenni, in Afghanistan le forze e gli individui progressisti hanno combattuto e hanno resistito al fondamentalismo e all’occupazione straniera. Queste persone e questi movimenti sono la speranza per il futuro dell’Afghanistan dato che loro fanno sempre sentire la loro forte voce in favore della giustizia e della pace, contro i criminali e i traditori, rischiando di essere imprigionati, torturati e uccisi. Sebbene ora siano deboli e sotto minaccia, i loro slogan e i loro obiettivi sono gli stessi degli Afghani. Un partito progressista in Afghanistan, chiamato Solidarity Party of Afghanistan (Partito Solidale dell’Afghanistan) è gestito da coraggiosi giovani. È un partito laico e democratico sostenuto fortemente dal popolo.
L’Associazione Rivoluzionaria delle Donne dell’Afghanistan (in inglese Revolutionary Association of the Women of Afghanistan, RAWA) è un’organizzazione di donne che agisce clandestinamente. La loro leader, Meena, è stata assassinata dai fondamentalisti. Hanno sempre sostenuto il mio messaggio di giustizia, attraverso l’amore per le persone di tutto il mondo, dato che credo che siano l’unica alternativa per un futuro luminoso dell’Afghanistan.

Com’è la situazione odierna delle donne in Afghanistan?
Dopo oltre sedici anni dalla cosiddetta “liberazione delle donne afghane” da parte degli Stati Uniti e dalla NATO, le donne afghane sono ancora, purtroppo, le vittime principali di questa disastrosa situazione. La condizione delle donne afghane è catastrofica come durante il regime ignorante e misogino dei Talebani. Forse vi è arrivata la scioccante notizia dell’uccisione di Farkhunda, la ragazza di 27 anni che è stata brutalmente picchiata a morte da un gruppo di criminali ignoranti e il cui corpo è stato bruciato pubblicamente a pochi chilometri dal palazzo presidenziale. Questo assassinio ha dimostrato che le grosse rivendicazioni dei governi occidentali e statunitensi, dei media e dei loro fantocci afghani sui diritti delle donne nel paese non sono altro che delle enormi bugie che legittimano l’attuale guerra e occupazione.
Sfortunatamente, assistiamo a omicidi, stupri, lapidazioni, mutilazioni di orecchie e nasi, pestaggi pubblici e fustigazione di donne, accuse di “crimini morali” da parte del governo, tossicodipendenza, matrimoni forzati e spose bambine, attacchi con acidi su ragazze, violenze domestiche, attacchi o avvelenamenti a studentesse e molti altri. Tuttavia, non c’è nessun tipo di processo per chi perpetra questi atti barbarici perché i fondamentalisti e i traditori al potere sono entrambi ugualmente misogini. E la misoginia bestiale dei selvaggi talebani e altri lacchè dell’Iran, del Pakistan e dell’Arabia Saudita, è ben nota a tutti.
L’unica differenza con il periodo post-talebani nel mio paese è che ora ci sono alcune donne al governo, in parlamento e nella cosiddetta Società Civile che sono utilizzate come pezzi da esposizione nella propaganda occidentale per mostrare “la liberazione delle donne afghane” al mondo. La maggior parte di queste donne non rappresenta la tragica vita delle nostre compatriote, ma piuttosto i selvaggi signori della guerra che sono al potere e il cui unico scopo è quello di servire i loro padroni stranieri per guadagnare dollari. Per loro, i diritti delle donne non sono importanti perché sono parte del problema.

Hai spianato la strada a donne sulla via dell’emancipazione, come pensi che abbiano reagito le donne a questo tuo tentativo? Come si organizzano?
Ho ricevuto molto supporto da donne di diverse generazioni, specialmente da famiglie vittime da quarant’anni della guerra. Il mio messaggio per le donne del mio paese è sempre stato che la chiave per la libertà delle donne sta nell’ottenere consapevolezza e organizzazione; che le donne devono rompere le catene che hanno a polsi, caviglie e mente, e riunirsi per ottenere i loro diritti come le coraggiose donne curde la cui battaglia è epica. Gli sforzi per coordinare le donne, la cui sofferenza è dieci volte maggiore, è una missione estremamente difficile. Queste donne sono illetterate, inconsapevoli e sono legate a innumerevoli altre dolorose forme di oppressione della società maschilista e feudale. Il primo passo per coordinare queste donne è l’educazione e la consapevolezza sia politica sia sociale e coinvolgerle nei settori economici. Sfortunatamente, le nostre donne sono molto lontane dall’ottenere questi requisiti basici e dal riuscire a organizzarsi in una forza potente e inarrestabile. Questo, tuttavia, non significa che sia impossibile o lontano dalla realtà. Se crediamo che il cambiamento sia inevitabile, dobbiamo anche credere che nasca dalla lotta rivoluzionaria delle persone, in particolar modo delle donne. Non può avvenire e non avverrà senza un’organizzazione efficace.

Si parla molto del bisogno di un’organizzazione mondiale i favore delle donne, un sistema che sia capace di attivarsi ogni volta che succede qualcosa in un paese piuttosto che in un altro. Pensi che ci siamo vicini? In altre parole, credi che ci siano abbastanza solidarietà e supporto concreto ai problemi e alle questioni che le donne afghane stanno affrontando da parte delle organizzazioni per le donne di tutto il mondo? Credi che le donne nei parlamenti di altri paesi, ad esempio, stiano facendo quello che dovrebbero per supportare le donne in Afghanistan (o le donne del Medio Oriente)? … Il che mi porta a un’altra domanda più personale: ti senti sola?
Credo fermamente nella solidarietà degli uomini e delle donne in tutto il mondo e mi aspetto che tendano le loro mani agli afghani oppressi, soprattutto le forze progressiste e i singoli individui. Non mi sono mai sentita sola in questa importante lotta. Fortunatamente, le persone straordinarie di molte nazioni nel mondo non mi hanno lasciata sola e il loro forte supporto mi dà sempre più speranza e determinazione. A nome dei miei connazionali, ho ricevuto il supporto di figure e organizzazioni pacifiste, antibelliche, laiche, di sinistra e femministe di diverse nazioni del mondo. Detto questo, le donne di tutto il mondo devono ancora costruire questa importante connessione e siamo abbastanza vicine a farcela. La maggior parte delle donne occidentali è manipolata dall’estesa propaganda dei loro media disonesti, i quali le indirizzano lontane dalla realtà della nostra nazione così da non sostenere le donne afghane che lottano e soffrono. Ci sono veramente poche organizzazioni che non hanno chiuso un occhio sul dolore delle donne afghane e che le supportano in diversi modi. Dobbiamo tenere a mente che la solidarietà internazionale accorcia la lunga distanza della lotta per raggiungere diversi obiettivi. Vale la pena menzionare che, per diverse ragioni, l’interconnessione di ONG e organismi come l’ONU è stata inutile nel migliorare la condizione delle donne afghane. Dal momento che le campagne di sensibilizzazione sull’alfabetizzazione e l’emancipazione delle donne, i loro progetti e gli scopi sono di breve durata e in linea con gli interessi strategici delle nazioni donatrici come Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania ecc. …, ovviamente non risolvano la causa scatenante della situazione disastrosa. Questi enti sono contrari alla lotta politica che è la risposta ai problemi delle donne afghane. Non ci sono democrazia, libertà e progresso se le donne non acquisiscono consapevolezza e non combattono politicamente per i loro diritti; loro possono cambiare la situazione del paese a proprio favore.

Le persone stanno cercando di organizzarsi; forse l’esempio migliore si trova nella Siria settentrionale, dove i curdi stanno introducendo, insieme ad altri gruppi etnici, un nuovo modello chiamato Autonomia Democratica. Vedi la luce in fondo al tunnel?
Sì, luce e speranza ci sono sempre, non importa quanto sia lungo e buio il tunnel. Ne sono convinta e la storia ha dimostrato che l’oppressione non può prevalere in eterno, ci sarà sempre una lotta rivoluzionaria da parte delle popolazioni che taglierà le gambe agli oppressori, non importa quanto siano forti e potenti. Oggi, la battaglia unita e organizzata di coraggiosi uomini e donne del Kurdistan contro i mostri dell’Isis e la dittatura di Erdogan sono la prova di quanto dico e sono una fonte di speranza e ispirazione. Esistono battaglie simili in tutto il mondo, come per esempio in America Latina, in India e in Iran.

Ci potresti raccontare qualcosa sulla tua situazione? Com’è la tua vita?
La mia vita è ancora difficile dato che continuo la mia battaglia. Non posso ancora vivere con la mia famiglia e con mio figlio perché cambio spesso casa. Non posso viaggiare liberamente, nonostante la necessità di doverlo fare. Non posso nemmeno partecipare sempre ad attività come proteste e interviste per alzare la mia voce che è il mio unico scopo. Nonostante tutto ciò, sento che la mia vita avrebbe meno senso senza la mia battaglia e queste difficoltà sono solo un piccolo ostacolo sul cammino che sto percorrendo.

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