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Filippine: Victoria Tauli-Corpuz e altri difensori dei diritti umani accusati di far parte di organizzazioni terroriste

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Indifesadi – 14 marzo 2018

Filippine foto 150x150Filippine: Victoria Tauli-Corpuz, Relatrice Speciale ONU sui Diritti dei Popoli Indigeni, e altri difensori dei diritti umani accusati di parte maggiore di organizzazione terrorista.

La rete “In Difesa Di – Per i diritti umani e chi li difende”, in particolare sull’accusa formale del governo rivolta ad alcuni difensori e difensori indigeni – tra cui il Relatore Speciale dell’ONU per i Diritti dei Popoli Indigeni Victoria Tauli – Corpuz – di appartenere a una terrorista. Il 21 febbraio, il Ministero delle Nazioni Unite di 649 persone nella lista di membri di un gruppo di terroristi, ai sensi del National Security Act, approvato nel 2007. Nella lista nera – in cui spetta presunti leader e aderenti al lavoro armato NPA (Nuovo esercito popolare) – Sono stati inclusi anche i nomi di leader indigeni, tra cui: Victoria TauliCorpuz (Relatrice Speciale dell ‘Joan Carling (Relatore dell’Indigenous People Major Group su Obiettivi di Sviluppo Sostenibile ed esperta del Foro Permanente ONU sui Popoli Indigeni); Joanna Cariño (leader della Cordillera Peoples Alliance, CPA e co-presidente di SANDUGO); Windel Bolinget (presidente Cordillera Peoples Alliance, CPA); Jose Molintas (avvocato ed ex membro del gruppo di esperti ONU sui diritti dei popoli indigeni EMRIP); Beverly Longid (coordinatore dei popoli indigeni per l’autodeterminazione e la liberazione); Jeanette Ribaya Cawiding (coordinatrice regionale Alliance of Concerned Teachers – Cordillera) e Sherwin De Vera (coordinatore regionale di DEFEND- Ilocos e membro di Save The Abra River Movement, STARM), oltre a numerosi difensori e difensori indigeni della regione di Mindanao.

 

Il Segretario del Dipartimento di Affari Esteri e il portavoce del presidente hanno dichiarato di avere le prove del presunto legame con l’organizzazione terrorista. Se non riusciranno a dimostrare la propria innocenza, gli attivisti e le attiviste potrebbero essere arrestati. Secondo Human Rights Watch, l’inclusione dei difensori indigeni nella “lista nera” equivale a una minaccia per la loro sicurezza e incolumità. Già in passato, molti di coloro accusati di aderire all’NPA sono stati vittime di esecuzioni extra-giudiziali.

Michel Forst,Relatore Speciale ONU sui difensori dei diritti umani, e Cecilia Jimenez-Damary, Relatrice Speciale che si occupa delle vittime sfollate, hanno definito come un “atto di rappresaglia” l’inclusione di Vicky Tauli-Corpuz nella lista “nera” del Ministero di Giustizia delle Filippine.

In questi mesi Tauli Corpuz sta lavorando a un rapporto sulla criminalizzazione dei difensori e dei diritti dei popoli indigeni, che presenterà al Consiglio ONU sui diritti Umani e all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. Tauli-Corpuz e JimenezDamary ha emesso un comunicato congiunto chiedendo al governo Doverte di “rispettare i propri diritti derivanti dal diritto internazionale di proteggere i diritti umani dei popoli indigeni, anche nel contesto di conflitti armati”Nel comunicato si denuncia l’espulsione di migliaia di indigeni. Almeno 2500 indigeni sono stati espulsi da ottobre dello scorso anno, e molti di loro sono stati uccisi da forze militari. Una situazione dell’estensione della legge marziale fino a fine 2018. Il governo non è nuovo a rischio nei confronti di Relatori Speciali delle Nazioni Unite e in passato il presidente ministra la Relatrice Speciale ONU sulle esecuzioni extragiudiziali Agnes Callamard , rea di aver condannato più volte le migliaia di omicidi commessi nella campagna lanciata dal consumo e commercio di droga.

Secondo l’ultimo report di Front Line Defenders,l’80% dei 312 difensori e difensori uccisi nel mondo nel 2017 sono avvenuti in Brasile, Colombia, Messico e Filippine. Tra questi il ​​leader indigeno del popolo Lumad, Renato Anglao, ucciso un braccio d ‘ Renato Anglao sta documentando le violazioni dei diritti umani conseguenti all’invasione di terre indigene della tribù Manobo-Pulangion da parte di allevatori di bestiame e coltivatori di ananas .

Secondo l’ONU, nelle Filippine con il governo di Rodrigo, la situazione è drasticamente peggiorata: le esecuzioni extra-giudiziali sono sempre più frequenti, alcune zone sono state completamente militarizzate, chiunque è in grado di denunciare le violazioni dei diritti umani e criticare il governo rischia di essere minacciato, aggredito, incarcerato o ucciso. Sempre più spesso il governo sta ricorrendo alla normativa anti-terrorismo per censurare, stigmatizzare e criminalizzare i difensori dei diritti umani, i giornalisti, i leader indigeni e la società civile.

La rete “In Difesa Di – Per i diritti umani e chi li difende” chiede di:

  • rimuovere i nomi dei difensori e dei diritti umani dalla lista di presunti terroristi;
  • adottare la sicurezza e la protezione dei leader indigeni e di chi difende i diritti umani;
  • garantire il rispetto dei diritti umani e le libertà fondamentali, tra cui l’accesso alla giustizia, la libertà di espressione e la libertà d’associazione.La rete è al servizio degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale:
  • impegnarsi a sostenere e difendere i diritti umani nelle Filippine attraverso la propria rappresentanza diplomatica, come previsto dalle linee guida dell’Unione Europea e dell’OSCE;
  • esprimere pubblicamente la propria preoccupazione per la criminalizzazione e gli attacchi contro i difensori e le difensore dei popoli indigeni nelle Filippine.

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