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UNA RACCOLTA FONDI SPECIALE PER LE VITTIME DELL’ESPLOSIONE DEL 31 MAGGIO.

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AFGHANISTAN “PAESE SICURO”?

foto bomba 150x150Mercoledì 31 maggio Kabul si è svegliata con un orrendo boato: un camion bomba è esploso nella zona delle ambasciate uccidendo 80 persone e ferendone oltre 460. Sicuramente questa macabra conta non è ancora finita; molti sono ancora i dispersi e molti feriti gravi potrebbero non farcela.

Il peggiore attentato della storia del paese, che vive da 40 in una guerra senza fine, stritolato dal fondamentalisti, signori della guerra e della droga, talebani; vittima di interessi incrociati e ingerenze di paesi confinanti (Iran, Pakistan, Arabia Saudita…); invaso a più riprese da potenze straniere (URSS, USA) che vogliono fare solo i loro interessi e mantenere un’instabilità che giustifica la loro presenza; vittima dell’ISIS, che qui trova terreno fertile per perseguire i suoi fini.
Non è ancora chiara la responsabilità dell’attentato: i talebani hanno dichiarato la loro estraneità, l’ISIS non si è pronunciato… Alcuni analisti dicono che è stata la potente e sanguinosa rete di Haqqani, affiliata ai talebani, altri che c’è la mano dei servizi segreti afghani.
Gli afghani però sanno che il loro governo non sta facendo nulla, anzi, sta lasciando che questa situazione continui a deteriorarsi e venerdì 2 giugno qualche migliaio di persone è sceso in piazza per chiederne le dimissioni; la loro protesta è stata fermata dalla polizia che ha sparato, uccidendo una persona e ferendone otto, stando a quanto scrivono le agenzie di stampa.
Purtroppo le vittime di questi giochi sono sempre i civili le cui speranze sono state tradite dalle bugie dell’Occidente, che aveva promesso, 16 anni fa, democrazia, pace, giustizia e diritti per le donne.

Lo scorso ottobre l’Unione Europea, terrorizzata dall’ondata di migranti, ha sancito che l’Afghanistan è un paese sicuro e in accordo con il governo afghano sta attuando una politica di respingimento di coloro che cercano di scappare da questo inferno, negando loro lo status di rifugiati.
A Kabul c’è chi continua a lottare per chiedere giustizia e per dare voce a chi non ne ha.
Il SAAJS (Social Association of Afghan Justice Seekers), un’organizzazione che da molti anni sostiene le vittime delle guerre, in questi giorni sta lavorando senza sosta per raccogliere le testimonianze delle vittime della strage del 31 maggio e per sostenerle finanziariamente.

Noi del CISDA vorremmo fare la nostra parte per garantire ai nostri amici del SAAJS il sostegno che merita chi ha deciso di continuare a lottare in una situazione così difficile e AVVIARE UNA CAMPAGNA SPECIALE DI RACCOLTA FONDI A FAVORE DEL SAAJS.

CI DATE UNA MANO?
Ogni donazione, anche piccola, ha per i nostri amici afghani un grande valore.

COORDINAMENTO ITALIANO SOSTEGNO DONNE AFGHANE Onlus
BANCA POPOLARE ETICA – Agenzia Via Melzo, 34 – Milano
Conto corrente n. 113666 – CIN U – ABI 5018 – CAB 1600
IBAN: IT64U0501801600000000113666
Codice Fiscale 97381410154

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