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Procuratrice della Corte Penale Internazionale de l’Aia vuole avviare un’indagine sull’Afghanistan

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Corte penale internazionale de L’Aia – 20 novembre 2017

Fatou BensoudaLa Procuratrice della Corte penale internazionale de L’Aia chiede l’autorizzazione della corte preliminare per iniziare un’indagine sulla situazione nella Repubblica Islamica d’Afghanistan.

Oggi, Fatou Bensouda, Procuratrice presso la Corte penale internazionale de L’Aia ha chiesto autorizzazione al collegio di giudici della Corte per avviare un’indagine su presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi nel contesto del conflitto armato ancora in corso nella Repubblica Islamica d’Afghanistan.

La situazione in Afghanistan è stata esaminata dall’Ufficio della Procuratrice a partire dal 2006. Dopo un esame approfondito e attento delle informazioni disponibili all’Ufficio e adottando i criteri legali applicabili dello Statuto di Roma, la Procuratrice ha stabilito che ci sono condizioni ragionevoli per procedere con un’indagine sulla situazione in Afghanistan.

Come richiesto dallo Statuto, la Procuratrice ha quindi sollecitato l’autorizzazione dalla Sezione preliminare III della Corte a condurre un’indagine sui presunti crimini commessi sul territorio afghano a partire dal 1° maggio 2003, nonché su altri presunti crimini legati al conflitto armato in Afghanistan e commessi sul territorio da altri Stati che hanno firmato lo Statuto, a partire dal 1° luglio 2002. La Corte non ha giurisdizione su presunti crimini commessi nel contesto afghano prima di queste date.

A seguito del suo esame, l’Ufficio della Procuratrice ha stabilito che esistono motivi ragionevoli per ritenere che siano state commesse le seguenti categorie di reati di competenza della giurisdizione della Corte:

  1. crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi dai talebani e dalla rete Haqqani, a essi affiliata;
  2. crimini di guerra commessi dalle Forze di sicurezza nazionali afghane (“ANSF”), in particolare da membri della Direzione nazionale per la sicurezza (“NDS”) e dalla Polizia nazionale afghana (“ANP”), e
  3. crimini di guerra commessi da membri delle forze armate statunitensi (“USA”) sul territorio afghano e dai membri della Central Intelligence Agency (“CIA”) degli Stati Uniti in strutture di detenzione segrete in Afghanistan e sul territorio di altri Stati che hanno firmato lo statuto di Roma, principalmente nel periodo 2003-2004.

L’Ufficio ha valutato attentamente tutte le informazioni disponibili e ogni procedimento condotto a livello nazionale relativo alla condotta di dei gruppi identificati. Alla luce della gravità dei reati commessi – i cui dettagli sono delineati nella richiesta – e dell’assenza di procedimenti nazionali pertinenti nei confronti di coloro che sembrano essere i maggiori responsabili dei crimini più gravi, la Procuratrice ritiene che i casi da lei identificati, scaturiti da un’indagine della situazione, sarebbero ammissibili ai sensi dell’articolo 53 (1) (b) dello Statuto.

 

Inoltre, l’Ufficio della Procuratrice ha stabilito che non vi sono ragioni sostanziali per ritenere che l’apertura di un’inchiesta non sarebbe utile agli interessi della giustizia, tenendo conto della gravità dei reati e degli interessi delle vittime.

Oggi, secondo le regole applicabili, la Procuratrice ha anche notificato alle vittime o ai loro rappresentanti legali della sua intenzione di chiedere l’autorizzazione per avviare un’indagine sulla situazione in Afghanistan, informandoli che hanno tempo fino al 31 gennaio 2018 per presentare le loro testimonianze ai Giudici della III Camera preliminare relative alla sua richiesta.

Se la Camera preliminare autorizzerà Procuratrice ad avviare un’indagine, come previsto dallo Statuto di Roma, l’unico obiettivo del suo Ufficio sarà quello di indagare e perseguire in modo indipendente, imparziale e oggettivo i presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità commessi nel contesto del conflitto afghano.

Sulla base delle prove raccolte dal suo Ufficio nel corso di un’indagine, se autorizzata, la Procuratrice potrà chiedere ai Giudici della Corte penale internazionale di emettere un avviso di comparizione o di emettere ordinanze nei confronti di coloro che sono ritenuti i maggiori responsabili, indipendentemente da chi sia il mandante, per presunti atroci crimini commessi in relazione alla situazione in Afghanistan.

L’Ufficio della Procura della CPI conduce esami preliminari indipendenti, imparziali, indagini e procedimenti per crimini di genocidio, crimini contro l’umanità e crimini di guerra. L’Ufficio ha condotto indagini in: Burundi; Uganda; Repubblica Democratica del Congo; Darfur, Sudan; Repubblica Centrafricana (due indagini separate); Kenya; Libia; Costa d’Avorio, Mali e Georgia. L’Ufficio sta inoltre conducendo esami preliminari relativi alle situazioni in Afghanistan; le imbarcazioni di Comore, Grecia e Cambogia; Colombia; Gabon; Guinea; Iraq / Regno Unito; Palestina, Nigeria e Ucraina.

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