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La violenza legale dei “test di verginità” in Afghanistan

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Heather Barr (HRW – 23 marzo 2016)

2016 02 afghanistan asia women virginity 300x215Ufficiali medici appositamente incaricati conducono su donne e ragazzine accusate di “crimini morali” esami umilianti e violenti, da cui traggono conclusioni da usare come prove in tribunale

Ogni anno, decine o forse centinaia di donne e ragazze afghane vengono sottoposte a invasivi, umilianti e spesso dolorosi esami vaginali e rettali fatti passare come “scientifici”. I cosiddetti “test di verginità” sono non solo atti degradanti, ma costituiscono vere e proprie violenze sessuali e sono spesso usati come prove contro donne accusate del “crimine” di zina, ovvero di avere avuto rapporti sessuali fuori dal matrimonio.

La Commissione Indipendente per i Diritti Umani in Afghanistan (istituzione registrata) ha recentemente intervistato 53 donne e ragazze (alcune di soli 13 anni) che erano state accusate di zina, un atto punito con pene fino ai 15 anni di prigione.

Quarantotto di queste donne e ragazze ha dovuto subire l’ “esame della verginità” da parte di ufficiali medici afghani. Venti sono state “esaminate” più di una volta, fino a quattro volte in un paio di casi. Una donna ha detto che c’erano sei persone nella stanza in cui era “esaminata”, che guardavano.

Le relazioni ufficiali che i medici scrivono dopo questi test sono usate come prove in tribunale nel corso dei processi per “crimini morali” di cui sono accusate donne e ragazze. Queste relazioni spesso arrivano a conclusioni che pretendono di stabilire se una donna è vergine o no, e se ha avuto rapporti sessuali recentemente o abitualmente.

 

I cosiddetti “test di verginità” sono scientificamente del tutto nulli. Molti erroneamente credono che l’imene venga sicuramente rotto quando una donna ha il primo atto sessuale. Ciò è semplicemente non vero. Alcune ragazze nascono senza imene; spesso l’imene si rompe durante attività quotidiane che nulla hanno a che vedere con il sesso; e alcuni imeni non si rompono con i rapporti sessuali. I cosiddetti test di verginità sono assolutamente inattendibili: la stessa Organizzazione Mondiale della Sanità ha pubblicamente affermato che non hanno alcuna validità scientifica e che gli operatori sanitari non devono mai prestarsi a condurli.

L’uso continuo e umiliante di questi esani privi di ogni fondamento scientifico, disposto dal governo afghano, fa parte di un più largo quadro di abusi e violenze di cui sono vittime le donne e le ragazze afghane, ingiustamente messe in prigione con l’accusa di “crimini contro la morale”, che spesso viene formulata contro di loro quando fuggono da situazioni di violenza domestica e da matrimoni forzati.

Il governo afghano deve cessare immediatamente di condurre questi arresti vergognosi e cambiare le leggi che li permettono. Vietare i test di verginità può essere il primo passo fondamentale nella via delle riforme del diritto. Il presidente afghano Ashraf Ghani dovrebbe abolire questi esami con un decreto legge esecutivo. Lo richiede il fondamentale rispetto della dignità umana e dei diritti umani e la necessità di distinguere ciò che ha fondamento scientifico da ciò che no lo ha.

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