Skip to main content

La Corte Suprema Afghana ha confermato la sentenza per l’uccisione di Farkhunda Malikzada da parte di un gruppo di uomini.

|
TAG:

RFE/RL’s Radio Free Afghanistan – 7 marzo 2016

9FF29A21 9F43 4165 99C7 CC0ED91C1A04 w640 r1 sLa Corte Suprema Afghana ha confermato la sentenza di condanna a 20 anni di prigione a un uomo che aveva accusato falsamente una donna di aver bruciato un Corano e che aveva provocato una folla rabbiosa a picchiare a morte, la donna si trovava vicino ad un santuario mussulmano a Kabul.

La Corte ha anche confermato la condanna dai 10 ai 20 anni di prigione per gli altri 12 uomini coinvolti nel brutale assassinio di Farkhunda Malikzada, una ventisettenne studentessa di legge islamica, avvenuto nel marzo 2015.

La sentenza della Corte Suprema – l’ultimo grado di giudizio – è stata confermata il 7 marzo dal portavoce del procuratore generale Bazir Azizi.

Un sessantenne venditore di amuleti nei pressi del santuario, Zainuddin, si inventò la storia del Corano bruciato dopo che Malikzada aveva criticato la vendita di quegli oggetti come non-islamica.

Zanuiddin e altri tre erano stati inizialmente condannati a morte nel processo dopo che era stata vista la registrazione di un video dell’uccisione di Malikzada.

Ma la sentenza contro Zanuiddin e due altri era stata ridotta a 20 anni in appello e la pena di morte per il terzo era stata ridotta a 10 anni perché era minorenne.

La sentenza a 16 anni per altri nove uomini è stata confermata dalla Corte Suprema il 7 marzo, mentre ha accolto la sentenza a 10 anni per il minorenne.

 

Il video della brutale uccisione di Malikzada aveva cominciato a girare sui “social media” e aveva scioccato tutti in Afghanistan.

La polizia poi aveva confermato che non c’era evidenza del Corano bruciato. L’assassinio aveva prontamente creato proteste in tutto l’Afghanistan.

La reputazione di Malikzada dopo la sua uccisione si era trasformata – da paria a martire – quando si venne a sapere che era una studentessa di legge islamica e una devota mussulmana che stava difendendo l’Islam quando era stata accusata ingiustamente.

La sua morte ha dato anche il via a un movimento della società civile per limitare il potere del clero, rafforzare le regole della legge e migliorare i diritti delle donne.

Alcuni avvocati che si occupano di diritti civili  hanno detto che senza il video dell’assassinio di Malikzada, il caso sarebbe passato sotto silenzio e non sarebbe stato perseguito.

Comunque alcune figure pubbliche e religiose hanno detto che l’uccisione sarebbe stata giustificata se Malikzada avesse bruciato veramente una copia del libro sacro per i Mussulmani.

Traduzione a cura del CISDA

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *