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Il sistema sanitario necessita cure urgenti

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Di lalaqa-shirin dal sito di Rawa – 17 febbraio 2016

hospital afghanistan understaffed sMedicinali scadenti e la grave mancanza di personale sanitario e cliniche sono la piaga del sistema sanitario in Afghanistan

Sono più di 60.000 le persone che ogni anno si recano all’estero per ricevere cure mediche, un fenomeno la cui spesa ammonta a 3 milioni di dollari.

All’inaugurazione del nuovo pronto soccorso dell’ospedale Jamhoriat di Kabul, il Ministro della Salute, Ferozuddin Feroz, ha dichiarato che la gente è diffidente circa la qualità delle cure mediche disponibili nel paese. Secondo Feroz, il 70 per cento delle TAC e risonanze magnetiche effettuate nelle strutture mediche governative e non, sono inaffidabili.

Un’analisi approssimativa delle spese sanitarie mostra come lo stato paghi ai propri cittadini appena il 6 per cento del costo totale delle cure mediche e nonostante il 21 per cento dei finanziamenti provenga da fondi internazionali, i pazienti continuano a pagare il 73 per cento della spesa totale.

Sono diverse le ragioni per le quali i pazienti si recano all’estero per ricevere cure mediche. Un esempio, Shrullah, originario della provincia di Nangarhar, ha portato il padre in Pakistan per ricevere assistenza medica. Shrullah ha dichiarato che i medici di Nangarhar hanno fatto una diagnosi corretta della condizione di salute del padre, ma i medicinali disponibili in Afghanistan non hanno avuto alcun effetto: ‘‘I medici mi hanno detto che i medicinali importati in Afghanistan erano di qualità scadente e lo stesso farmaco acquistato in Pakistan avrebbe fatto guarire mio padre’’.

 

Il dottor Haidar Niazai della facoltà di farmaceutica presso l’Università di Kabul afferma che le provincie di confine, come Nangarhar, sono quelle più colpite dal problema dei farmaci contraffatti. Il contrabbando di medicinali scaduti è infatti un fenomeno in rapido aumento nelle aree di confine del paese, e secondo il Dottor Niazai, i medici delle provincie più remote, dove i controlli scarseggiano, prescrivono ai propri pazienti farmaci scaduti o di bassa qualità. ‘‘I guadagni sono alti perchè la gente non si aspetta di essere ingannata dal proprio medico e di ricevere da questo farmaci scaduti in buste di plastica’’, ha dichiarato Niazai.

Mentre Niazai fa appello al governo affinchè venga istituito un laboratorio di analisi dei farmaci prescritti, il ministro della salute Feroz promette di fare del problema una priorità e annuncia un piano di riforma dell’intero sistema sanitario pubblico del paese. Feroz è contrario ai viaggi all’estero per motivi sanitari e sottolinea come i costi di queste trasferte finiscano nelle buste paga di consulenti espatriati.

Il ministro Feroz spera inoltre di poter stipulare degli accordi con la controparte pakistana in merito alla qualità scadente dei farmaci esportati in Afghanistan. Sarebbero almeno 300 in Afghanistan le aziende farmaceutiche responsabili della vendita di questi medicinali di bassa qualità.

Diamo ora uno sguardo alla situazione sanitaria in alcune provincie del paese:

Khost

Il distretto di Zazi Maidan, nella provincia di Khost, giace lungo il confine con il Pakistan. Pur non essendoci particolari problemi di sicurezza, la popolazione della zona non ha accesso ai servizi sanitari. Esiste infatti una sola clinica che offre cure mediche di base, e i pazienti più bisognosi di assistenza sono quindi costretti ad attraversare il confine e rivolgersi agli ospedali pakistani di Parschenar e Korma. Secondo i residenti, non vi è stato alcun miglioramento del sistema sanitario negli ultimi 14 anni.

Padshamir, un capo della comunità del distretto, afferma che il governo provinciale non ha mantenuto la promesse e il piano di costruzione di un ospedale distrettuale con 50 posti letto non è mai stato realizzato. Secondo Padshamir, i pazienti costretti a recarsi in Pakistan per ricevere cure mediche adeguate devono affrontare non poche difficoltà: ‘‘La polizia locale li infastidisce senza motivo. Ogni pretesto è buono per molestarli, e siamo stanchi di questa situazione’’.

Akbar, un capo villaggio del distretto, spiega come nella provincia non vi sia nemmeno un medico donna.

Paktia

Nella provincia di Paktia i centri medici sono pochi e difficilmente raggiungibili. Alcuni residenti hanno dichiarato al giornalista di Killid, Email Larwai, che non c’è abbastanza personale medico donna. La provincia conta solo quattro medici donna e 40 ostetriche.

Gli abitanti dei distretti di Ahmad Abad e Zurmat ricordano tre casi di morte prenatale causata dalla mancanza di personale ostetrico nella struttura. ‘‘Avrebbero potuto salvarsi se ci fossero state delle ostetriche presenti’’ – dichiara Gulab Khan, abitante di Zurmat. Secondo Gulab, molte ostetriche, seppur ufficialmente impiegate, non esercitano i propri doveri.

Intanto, Ahmadullah, originario del distretto di Ahmad Abad, dichiara che il personale medico donna è assolutamente indispensabile nelle strutture della zona.

Bamyan

Secondo il reporter di Killid, Mohammad Eshaw Akramie, le ostetriche sono presenti durante i parti in quasi tutte le province. Aziza Ahmadi, membro della commissione in merito alle questioni femminili dichiara che i distretti di Saighan, Kahmard, Waras e Charborj di Yakawlang sono coperti da personale sanitario. Esistono 99 strutture mediche a Bamyan, un ospedale provinciale e tre ospedali distrettuali. Tuttavia, medici donna scarseggiano.

Ghazni

Mohammad Aref Noori, giornalista di Killid, riferisce che gli abitanti della provincia di Ghazni si sono lamentati dei medici degli ospedali pubblici della regione. Gulab Khan, del distretto di Waghaz, ha raccontato di aver accompagnato il fratello malato all’ospedale della provincia di Ghazni e di aver dovuto attendere un mese prima di affrontare l’operazione chirurgica. Il figlio di Hasanullah, del distretto di Qarabagh, è stato invece morso da un cane randagio, ma all’arrivo in ospedale pubblico, i medici l’hanno fatto attendere diverse ore costringendolo a rivolgersi ad una struttura privata per ricevere una cura contro la rabbia.

Le autorità ospedaliere di Ghazni e altri distretti smentiscono le accuse e sottolineano che il loro personale offre un’ottima assistenza sanitaria anche in circostanze estenuanti.

Abdul Qader Akhundzada, un ex professore presso la facoltà di medicina dell’università di Nangarhar ha dichiarato che il sistema sanitario del paese sta attraversando una crisi profonda: manca personale sanitario e attrezzature mediche, e le strutture sono spesso in aree remote e quindi difficilmente raggiungibili: ‘‘La gente muore di malattie curabili come la tubercolosi, asma, polmonite. Qui la poliomelite continua a fare troppe vittime.’’

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