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Il Partito della Solidarietà incontra l’innovativo scultore che ha dato vita all’evento: “qualcosa da dire?”

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Dal sito di Hambastagi – 23 dicembre 2015

obaid with davide dorminoDavide Domino, scultore italiano, insieme con il suo amico Charles Glass, giornalista e scrittore americano, sono i veri ideatori dell’esibizione “qualcosa da dire?”. La mostra si è tenuta per la prima volta nella storia a Berlino e poi è stata riprodotta in città come Ginevra, Parigi e Strasburgo.

Il 27 ottobre 2015 sono andato ad incontrare Davide Dormino nel suo studio. Il suo studio è un po’ alla periferia di Roma, ed è un posto pieno di ispirazioni preziose. Nella prima parte del nostro incontro mi ha mostrato delle immagini e dei disegni della mostra “Qualcosa da dire?» . Non mi bastavano gli occhi per guardare tutte quelle bellissime immagini! Avevamo concordato che avrei potuto fargli delle domande sul progetto.

Gli ho chiesto di raccontarmi come è nato il suo progetto:

“nasce dal concetto di coraggio che ci vuole per alzarsi e stare in piedi sulla sedia. Durante le proteste, coloro che fanno i discorsi all’altoparlante stanno sempre sulle sedie in modo che tutti possano vederli. Questi tre uomini coraggiosi lo hanno fatto. Si sono alzati contro la tirannia “.

Si può definire “arte popolare”:

“L’arte popolare ha la capacità di crescere e di cambiare la visione umana. Le sedie possono avere due significati. Ci si può sedere, ma è fondamentale per salire più in alto, per vedere meglio, e scopriamo che impariamo di più. Tutti loro (Julian Assange e Edward Snowden e Chelsea Manning) hanno deciso di stare in piedi, sulla sedia del coraggio. Nonostante l’evidente pericolo di essere mandati a processo, hanno compiuto questo passo. Alcune persone li considerano traditori. La storia non ha mai avuto un parere positivo sui rivoluzionari contemporanei.
È necessario avere il coraggio di agire, di alzarsi e stare in piedi sulle sedie vuote. “

Dopo abbiamo avuto una lunga conversazione sulla situazione in Afghanistan, sullo stato di insicurezza e sull’impunità dei crimini che vengono commessi. Di come in Afghanistan una delle principali cause di morte dei giovani sia l’omicidio.

 E lui in risposta ha dichiarato:

“Tutto il nostro progetto è nato sulla guerra in Afghanistan e in Iraq. La sofferenza e il dolore di queste nazioni ha spinto questi tre coraggiosi a fare un sacrificio che ha cambiato le loro vite per sempre. Il mio sogno è che un giorno potremo organizzare la Mostra proprio in Afghanistan e in Iraq. “

Se si riuscissero a trovare i finanziamenti per il trasporto aereo delle sculture in Afghanistan, la mostra potrebbe tenersi anche a Kabul, come inno alla libertà di espressione; come incoraggiamento ad alzare la voce e pretendere giustizia; come un omaggio alla coscienza umana. E per l’inaugurazione dell’esibizione “Qualcosa da dire?”, Davide Dormino e Charles Glass potrebbero anche venire a Kabul.

Ho informato Davide Dormino dell’iniziativa del Solidarity Party of Afghanistan per la costruzione di un memorial a Farkhunda. Quando gli ho raccontato la storia dell’assassinio di Farkhunda il suo viso non è riuscito a nascondere il dolore che provava…

Davide si è detto disponibile a costruire un monumento in ottone in memoria di Farkhunda, per ricordare il suo martirio. E ha aggiunto:

“La storia della povera Farkhuna mi ha davvero sconvolto. Pensavo che il Medio Evo fosse ormai lontano…”

[trad. a cura di Cisda]

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