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AFGHANI: PROFUGHI SENZA DIRITTO D’ASILO

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dal sito di euronews – 9 settembre 2016

profughi 300x120L’Afghanistan è in balia di conflitti e violenze da almeno 30 anni. E la coalizione a guida americana che ha combattuto i taliban e al Qaeda fra il 2001 e il 2014 non è riuscita a riportare totalmente la pace. Non c‘è da stupirsi allora se centinaia di migliaia di afgani continuano ad abbandonare il loro paese. Dal 2015 si posizionano fra le tre nazionalità in cima alle richieste d’asilo in Europa.

Ma poiché l’Afghanistan è considerato un paese post-guerra, l’asilo viene concesso a pochissimi. Gli afgani marciscono nei campi profughi, alcuni decidono di tornare in patria, altri vengono espulsi.

Il nostro primo reportage ci porta a Kabul. Le forze a guida americana sono rimaste in Afghanistan per 13 anni, assistite e supportate da migliaia di afgani, ora bollati come traditori dai ribelli taliban. Sandra Calligaro ha incontrato alcuni ex traduttori dell’esercito francese. E vedrete nel servizio che Kabul è tutt’altro che sicura.

Grecia: il limbo dei migranti afgani
Nel frattempo, da quando abbiamo girato il nostro reportage, Kabul è stata scossa da altri due attacchi, per non parlare della ribellione taliban che continua altrove nel paese.

 

In Grecia l’anno scorso sono arrivati o hanno transitato circa 200 mila migranti afgani, quest’anno sono già 40 mila. Di tutti i migranti cui viene concesso l’asilo, il 50 per cento sono siriani, solo il 5 per cento afgani. Evidentemente non si tratta di una priorità per l’Europa. Preethi Nallu ce ne ha parlato da Atene.

Gli afgani non sono una priorità per l’Europa
Per concludere, nella doppia intervista con Eugenio Ambrosi dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni, e Jean-François Corty di Médecins du Monde vediamo che cosa ci aspetta per il futuro e come l’Europa dovrebbe gestire la questione. Scopriamo anche che gli afgani non fuggono solo dall’Afghanistan e che il “ritorno volontario” potrebbe essere meno volontario di quanto sembri…

PER VEDERE IL VIDEO CON IL REPORTAGE CLICCA QUI

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