Afghanistan, i talebani annunciano l’offensiva di primavera
IL VELINO.IT – 22.4.2015
Si chiamerà “Perseveranza” e punterà alle forze occidentali. Obiettivo: recuperare la leadership.
Come accade di consueto da tempo in Afghanistan, i talebani annunciano la loro offensiva di primavera. Quest’anno il nome in codice dell’operazione, che vedrà tutto il paese coinvolto, è “Azm”, cioè “Perseveranza” e gli obiettivi saranno soprattutto le forze internazionali (i crociati secondo i jihadisti).
A questo proposito, i fondamentalisti hanno fatto sapere in un comunicato inviato ai media che verranno prese di mira soprattutto le sedi diplomatiche straniere, le basi militari e i centri d’intelligence. L’operazione comincerà già venerdì dopo il consueto sermone settimanale. La motivazione del target è stata definita nel testo a seguito del fatto che i partner internazionali – Stati Uniti in testa – dopo gli accordi recentemente firmati col governo afghano “continueranno a mantenere il controllo della nostra terra”, anche se con un numero di forze limitate rispetto al passato.
Perciò, “per la completa liberazione della nostra amata patria dal giogo dell’occupazione straniera e per l’implementazione della legge coranica nel paese, l’Emirato islamico è determinato a prolungare la già esistente jihad contro gli invasori stranieri e le lor marionette locali”.
Il preavviso dell’avvio dell’offensiva si è già registrato in questi giorni con l’intensificarsi di attacchi nel nord e nell’est del paese, che hanno causato diversi morti e numerosi feriti. In questo contesto si inserisce anche la competizione con l’Isis che sta cercando di penetrare nel paese nonostante la fatwa emessa contro dal mullah Omar, in cui si invita i talebani a non intrattenere contatti col “falso califfo” e con il suo gruppo di “traditori”.
Questa possibilità, però, preoccupa in primis gli storici signori della guerra afghani, che ancora hanno il controllo del loro territorio, come Ismail Kahn, leader incontrastato della provincia occidentale di Herat, dove è di stanza il contingente italiano impegnato nella missione Resolute Support. Il capo tribale nei giorni scorsi ha chiesto a più riprese al presidente Ashraf Ghani di migliorare la sicurezza nell’area e di intraprendere azioni per far ripartire l’economia, al fine di evitare possibili infiltrazioni del Daesh tra la popolazione locale.
Di fatto, i talebani cercheranno di portare a compimento azioni eclatanti per recuperare – almeno in parte – il consenso della popolazione, evitando così che questa possa decidere di schierarsi con l’Isis. A seguito di ciò, le intelligence occidentali hanno emesso una serie di warning, avvisando i contingenti e il personale dei nuovi rischi.
La paura, inoltre, cresce col fatto che le forze internazionali sono ridotte al lumicino e la sicurezza sul terreno al di fuori delle basi è affidata completamente alle forze di sicurezza afghane, che devono contrastare anche la criminalità comune in terreni estremamente ampi e con un numero limitato di forze ed equipaggiamenti. Sicuramente, l’addestramento condotto in questi anni ha dato i suoi frutti, ma la minaccia con l’arrivo dell’Isis si è raddoppiata. Di conseguenza, l’attenzione è massima e gli occhi e le orecchie rimangono bene aperti.
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