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Malalai Joya: “In Afghanistan governano i signori della guerra”

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Redattore Sociale – Lorenzo Bagnoli – 13 dicembre 2013

malalai joya bonn 400MILANO – “Il mio Paese è solo una maschera di democrazia. Il 25 per cento del Parlamento è sì composto da donne, ma fanno tutte parte di partiti fondamentalisti o sono conniventi con i signori della guerra”.

Malalai Joya, ex parlamentare afghana, punta il dito contro il governo fantoccio che sta al potere a Kabul. Classe 1978, Joya dal 2003 viaggia in tutto il mondo per dare voce alle donne che ogni giorno vengono uccise in Afghanistan.

E per denunciare quelle che si allineano al potere.   Una condizione che la obbliga a vivere sotto scorta e a cambiare luogo di residenza di continuo. Ma Joya non vuole lasciare Kabul: “Già delle campagne della stampa di regime mi hanno descritto come un’attivista che abita all’estero e non conosce l’Afghanistan. Non è vero”. Non ha paura di mostrare i volti delle vittime, sia dei bombardamenti Nato che dei talebani.

Lo fa in una galleria fotografica che dà corpo alle sue parole. Malalai Joya è a Milano per denunciare quanto sta accadendo nel suo Paese. Ad invitarla è stato il Coordinamento Italiano di Sostegno alle Donne Afghane (Cisda), gruppo pacifista e contro la discriminazione di genere nato per dare voce alle associazioni femministe in Afghanistan.
IL Cisda si è sempre schierato contro la guerra in Afghanistan e Malalai Joya ha dato il volto alle migliaia di donne che si sono opposte all’intervento militare.

 

La sua contrarietà alla presenza straniera a Kabul è viva oggi più che mai: “Sono 12 anni di barbarie, la soluzione ai nostri problemi non arriverà mai dagli eserciti che stanno occupando il Paese – denuncia -. Nel 2014 l’amministrazione Obama ha detto che i soldati americani lasceranno il Paese, ma è una grande bugia: gli usa hanno approvato la creazione di basi militari private che resteranno”. Non è cambiato nulla per le donne da quando i talebani hanno lasciato i posti di potere: “La situazione è peggiorata di anno in anno, in particolare per le donne”. Lo conferma la Commissione indipendente per i diritti umani in Afghanistan (AIHRC): in un anno il tasso di abusi è cresciuto del 24 per cento.

Stesso tasso di crescita per le esecuzioni dei civili. Nell’ultimo report delle Nazioni Unite sulle condizioni delle donne nel mondo, l’Afghanistan è emerso come il più pericoloso di tutto il mondo. Le zone rurali attorno a Kabul sono terre di nessuno. L’ultimo caso che testimonia quanto Joya denuncia è “Ci dobbiamo vedere da tre nemici: dai talebani, dagli eserciti che occupano il nostro Paese e dal governo corrotto, dove continuano a comandare i signori della guerra”, dice Joya.

Il sito dell’Associazione delle donne afghane rivoluzionarie Rawa.org mette in home page i volti dei signori della guerra che sono stati rilasciati dalle carceri internazionali e sono tornati a governare. Come Abdul Rasul Sayyaf, un uomo amico di Osama Bin Laden, descritto dall’intelligence americana come tra le menti dietro l’attetato alle Torri Gemelle del 2001. Eppure vive a Kabul, impunito. Stessa condizione di Abdul Rashid Dostum, tra i guerriglieri più sanguinari dell’Afghanistan, che correrà per le prossime elezioni presidenziali del 2014.

Nulla cambia sotto il cielo di Kabul. Alcuni problemi endemici, come la tossicodipendenza da oppio aumenta, coinvolgendo sempre di più donne e bambini: “Più che del terrorismo, ho paura dell’oppio”, confessa Joya. Sono due milioni i tossicodipendenti in Afghanistan. Il tasso di crescita secondo i rapporti dell’agenzia Onu per la lotta alle droghe (Unodc) tra il 2005 e il 2009 è cresciuto del 150 per cento. È tornato ad essere il primo business del Paese: gli stessi parlamentari sono coinvolti nel traffico”.

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