Afghanistan. La Nato lancia il divieto di scattare foto nei teatri di guerra.
Da: ArticoloTre
La Nato presente in Afghanistan nel settore sud-ovest ha preso recentemente la decisione, discutibile, di vietare in modo categorico a tutti i soldati di scattare foto “personali” durante le azioni militari. La decisione è stata presa dopo che in passato alcuni scandali erano stati scatenati proprio dalla diffusione di alcune foto di torture e sevizie pubblicate da militari americani una volta tornati a casa.
-D.C.- 28 maggio 2012- Farà discutere la decisione presa dalla Nato del settore sud-ovest in Afghanistan di rendere operativo un totale divieto per i soldati di scattare fotografie nel corso di missioni militari. La decisione, non casualmente, è stata presa dopo che una serie impressionante di scandali riguardanti le forze armate americane erano stati causati proprio dalla pubblicazione di alcune foto compromettenti, non ultima quella di alcuni marines immortalati mentre sogghignavano vicino ai corpi senza vita di un gruppo di taliban. Anche per questo motivo il comando Isaf della provincia afghana di Hellmand ha deciso di autorizzare, da questo momento in poi, solamente più le foto ufficiali.
Il divieto dovrebbe riguardare da subito almeno 36.000 soldati, inclusi ben 15.800 marines. Per questo motivo un vasto numero di fotografie amatoriali e di video dei soldati verranno censurati in modo da cercare di evitare altri imbarazzanti incidenti come quello causato dalle foto che ritraevano alcuni marines urinare sui cadaveri inerti dei nemici. Il comandante dell’Isaf, Charles Gurganus, ha fatto sapere di essere perfettamente d’accordo con la misura decisa dal comando Nato in quanto la fuga di foto che ritraggono atrocità o vittime di guerra potrebbe minare dall’interno lo sforzo belico. Mentre infatti nel XX secolo, come ad esempio in occasione della guerra al Vietnam, erano pochi coloro che sono riusciti a documentare le vergognose atrocità belliche, nel caso dell’Afghanistan grazie all’avvento delle nuove tecnologie, negli anni scorsi è stato facile rendere pubbliche le barbarie della guerra mediante video e fotografie, spesso scattate proprio dagli stessi soldati.
Il generale Gurganus ha cominciato quindi a spiegare ai suoi uomini che le foto potranno essere fatte solo più all’interno delle basi militari americane, e mai, per nessun motivo, nel corso di operazioni di guerra. L’ordine del Comando generale dell’Isaf è quindi molto chiaro nel stabilire che cosa possa essere filmato e cosa no. Ad esempio sarà strettamente probito fare una qualsiasi foto agli aerei della Nato nella base aerea di Bagram. Non sempre però i soldati americani hanno fatto fotografie e filmati a scopo di denuncia; spesso al contrario hanno deciso di realizzare filmati delle proprie “imprese” belliche da mettere sul web,un costume davvero di cattivo gusto dal quale ha preso le distanze anche il Colonnello David Bradney, il quale ha apertamnte condannato l’usanza tipicamente americana dei soldati di usare illegalmente caschetti con all’interno telecamere nascoste per immortalare in prima persona, come se fosse un videogame, le azioni di guerra.
Sostanzialmente quindi i comandi americani avrebbero ben più di un motivo per essere spaventati da una fuga di materiale video.Alcuni spezzoni di video che immortalano marines in azione infatti, potrebbero essere utilizzati dai talebani come propaganda contro le forze alleate. I talebani inoltre sarebbero i primi a cercare di mettere le mani su questo materiale in quanto da esso riuscirebbero a imparare le tattiche belliche utilizzati dalle forze armate americane. Insomma, al posto che autorizzare inchieste serie sulle atrocità commesse in Afghanistan, la Nato preferisce ricorrere al vecchio trucco della censura preventiva: nessuna foto, nessun problema. Del resto se non fossero state scattate quelle orribili foto nel carcere di Abu Grahib, a Baghdad, in molti ancora penserebbero alla “leggenda” della missione di pace.
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