Skip to main content

“Le risorse per gli aiuti nelle mani dei corrotti” In Afghanistan la metà gestita dalla mafia

|
L’interrogazione dell’onorevole Augusto Di Stanislao (IDV): “Fra il 40 e il 60% dei fondi ritorna nei paesi donatori e la gestione di ciò che resta finisce nelle mani di una vera e propria mafia con cui si arricchiscono anche i contingenti stranieri”. Situazione analoga anche in Somalia
ROMA – Ogni tanto qualcuno accenna al destino delle risorse finanziarie raccolte per gli aiuti umanitari, alla loro efficacia sul terreno, alla loro concreta utilizzazione. E ogni tanto vengono offerti spunti di riflessione sui rischi che si corrono quando tanto denaro scorre dove la frantumazione sociale in clan e la fragilità delle istituzioni genera corruzione e affarismo che purtroppo, non di raro, coinvolge anche le stesse organizzazioni umanitarie, complici di regimi e consorterie locali. A questo proposito, il capogruppo dell’Italia dei Valori (IDV) nella Commissione Difesa della Camera, onorevole Augusto Di Stanislao, ha chiesto al governo:  “Quali sono le informazioni che ha riguardo alla gestione delle risorse destinate alla ricostruzione in Afghanistan e sul monitoraggio dei livelli di corruzione, a partire dalle più alte cariche istituzionali afghane”.
La corruzione al governo. “Tra il 40 e il 60 per cento dei fondi destinati alla ricostruzione – afferma ancora il deputato IDV – sembra ritornare ai paesi donatori e la gestione del restante, secondo le organizzazioni afgane, è una vera e propria mafia gestita dalle Ong afghane e internazionali, paragonabile alla mafia del traffico di droga, con cui si arricchiscono anche i contingenti stranieri”. L’interrogazione al governo prosegue: L’Afghanistan è diventato dopo l’occupazione occidentale il secondo Paese corrotto al mondo, dopo la Somalia”.
“La missione ipocrtita”. Una missione, chiamata con tanta ipocrisia, di peacekeeping, i cui interessi, fin dall’inizio, sono stati ben altro che la pace e la stabilità di questo Paese – sottolinea ancora Di Stanislao – i continui attentati, scontri e ora anche le rivolte del popolo afgano contro la Nato per l’ennesima uccisione di civili dimostrano ancora che le aspettative di democrazia, di pace, sicurezza, diritti delle donne, rispetto dei diritti umani con cui si è giustificata l’occupazione, sono state tutte ampiamente disattese con risvolti drammatici per le donne e gli uomini afgani sotto tutti i punti di vista. L’80% dell’Afghanistan – conclude il parlamentare – è controllato dalle fazioni talebane e stiamo sostenendo personaggi macchiati dei peggiori reati e come si può pensare di portare democrazia e stabilità in un Paese in cui chi detiene il potere non rispetta i diritti del proprio popolo?”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *