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Convegno “L’ALTRO AFGHANISTAN” Berlino 28 e 29 gennaio

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Dopo nove anni di intervento della NATO in Afghanistan NON c’è pace in vista. Invece assistiamo ad un’ulteriore escalation della guerra e un sempre più alto numero di vittime civili. La sicurezza è peggiorata. Nella popolazione prevalgono povertà e disperazione. Talebani e signori della guerra sono al potere in molte province. Signori della guerra e fondamentalisti occupano posti nel governo o sono membri del Parlamento.
 
Ma c’è anche un altro Afghanistan: donne e uomini coraggiosi che lottano per uno sviluppo democratico e pacifico. Un tale processo può venire solo dal basso e richiede la partecipazione della popolazione alla vita politica e sociale.
 
Il gruppo della sinistra chiede il ritiro delle truppe dall’Afghanistan e il sostegno dei movimenti della società civile afghana. L’intervento militare non potrà mai trasformarsi in un processo politico. Questi movimenti democratici sono infatti bersaglio di un fuoco incrociato.
 
Pertanto, gli afghani impegnati in questi movimenti democratici sono stati invitati dalla LINKE a Berlino. Questi attivisti hanno spesso rischiato la vita battendosi contro la guerra e per la democrazia in Afghanistan e la LINKE ritiene che solo facendo sentire le voci autentiche dell’Afghanistan si può avviare un processo di pace in Afghanistan. La conferenza prevede inoltre uno spazio di incontro tra i relatori e gli afgani che vivono in Germania.
 
Alcuni dei relatori che sono stati invitati:
 
Malalai Joya, politica e attivista per i diritti umani e per i diritti delle donne. È stata eletta membro del Parlamento Afghano nel 2005 per la provincia di Farah. Divenne nota a livello internazionale quando nel 2003 a 23 anni venne eletta nella Loya Jirga, Assemblea Costituente, e alzò la voce e condannare i signori della guerra presenti in Parlamento. Nel 2007 è stata sospesa per le sue critiche ai signori della guerra presenti nel governo Karzai e in Parlamento. Joya da allora ha vissuto in clandestinitò, è sopravvissuta a diversi attentati ed è stata più volte ospite della LINKE a Berlino. E’ stata Direttrice di OPAWC (Organizzazione per la promozione dei diritti della donna), La sua biografia è stata pubblicata nell’aprile 2009 con il titolo: “Finché avrò voce”.

 

Zoya con l’Associazione Rivoluzionaria delle Donne dell’Afghanistan (RAWA), la più antica organizzazione di donne in Afghanistan, fondata nel 1977 da Meena, che fu poi assassinata nel 1978. RAWA organizza corsi di alfabetizzazione, orfanotrofi e scuole e si impegna per la democrazia laica ed è contro qualsiasi intervento militare. Sono diventate di fama mondiale soprattutto le loro foto e filmati di esecuzioni negli stadi sotto i talebani. Nel 2002, Zoya ha pubblicato la sua autobiografia “Il mio destino é l’Afghanistan – Una donna in lotta per la libertà”. In esso si descrive la sua infanzia come figlia di un’attivista di RAWA che è stato assassinata quando lei aveva solo 11 anni. Da allora Zoya è impegnata per la democrazia, la salute e l’educazione di uomini, donne e bambini.

Sayed Yaqub Ibrahimi, giornalista di opposizione (War and Peace Reporting Institute), negli ultimi otto anni ha scritto denunce e reportages sui criminali di guerra, sulla corruzione e le continue violazioni dei diritti umani dei signori della guerra ed è diventato uno dei più acerrimi nemici dei signori della guerra. Suo fratello, Parwiz Kambakhsh, uno studente, è stato arrestato nel 2007 e condannato a morte da un tribunale islamico per aver scaricato un testo critico dell’Islam. Dopo le proteste internazionali la condanna è stata commutata in ergastolo. Nel settembre 2009 il fratello è stato rilasciato, da allora i due fratelli vivono in esilio. Nel mese di ottobre 2010, Ibrahim venne premiato a Lipsia dalla Stampa Tedesca.
 
Said Mahmoud Pahiz (Tufenda), Hezb-Hambastagi (Partito della Solidarietà), giovani democratici di sinistra, non hanno le mani sporche di sangue e sono stati a lungo in esilio. Anche se non si dichiarano ufficialmente un partito laico, chiedono la separazione tra stato e chiesa. Recentemente, Hezb Hambastagi si sta affermando nel Paese grazie alle tante manifestazioni pubbliche contro i signori della guerra e l’impunità prevalente.
 
Nawin Reha, assistente di Ahmed Weeda, attivista sociale con l’Associazione Afghana per la Giustizia (SAAJS), un’organizzazione che rappresenta gli interessi delle famiglie delle vittime civili di 30 anni di guerra. I membri del SAAJS combattono per mandare sotto processo in una Corte Internazionale i signori della guerra; organizzano manifestazioni pubbliche; chiedono la rimozione dei criminali di guerra dal governo e dalle istituzioni afghane.

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