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Audio-documentario sulle donne afgane a Kabul

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15/6/2011
Intervista della Radio della Svizzera Italiana alla giornalista Michela Sechi di ritorno da un viaggio a Kabul.

ky velo religione islam donnaAndeisha ha rinunciato a camminare per strada per paura di essere uccisa. Mahmouda si copre il volto e usa un nome falso. Selei riceve minacce anonime. Sono giovani afgane che lavorano per i diritti delle donne, rischiando la vita a Kabul.

Sono tutte impegnate in attività sociali: organizzano corsi di alfabetizzazione, aprono case-rifugio per le vittime di violenze, gestiscono orfanotrofi. Oppure fanno attività politica, cercando di trasmettere alle donne la coscienza di sé, della propria dignità, dei propri diritti violati. Ma puntare il dito contro i potenti, in Afghanistan, è rischioso.

Per questo, nel paese, il movimento delle donne è semi-clandestino. Troppe le minacce dei fondamentalisti islamici. Le attiviste spesso devono nascondersi sotto il burqa, cambiare nome, evitare di usare il telefono cellulare, riunirsi in case ogni volta diverse. Eppure, la presenza delle truppe della Nato non doveva aiutare le afgane?

Cosa si può fare davvero per sostenerle? Per una volta, diamo la parola a chi spesso non ha voce: le donne afgane.

{mp3}Kabul_la_voce_delle_donne{/mp3}

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