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AFGHANISTAN: il luogo peggiore in cui essere madre

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Da: RAWA.ORG

L’85% della popolazione vive a 3-4 ore di distanza dalle strutture sanitarie e il 35% vive troppo lontano da qualsiasi centro medico o non ne ha accesso.

Secondo un nuovo sondaggio, le autorità stanno cercando di migliorare la condizione delle donne in Afghanistan, paese in cui la mortalità legata alla maternità e le aspettative di vita sono le peggiori del mondo.

La relazione del 2011 sulla condizione delle madri nel mondo, pubblicata il 24 giugno dalla ONG Save the Children, afferma che ogni giorno in Afghanistan circa 50 donne muoiono di parto. Una donna su tre subisce violenze fisiche o sessuali e l’aspettativa media della vita femminile è di 44 anni. Inoltre, più dell’85% delle donne afghane è analfabeta, mentre il 70% delle ragazze in età scolare di fatto non frequenta la scuola per vari motivi: genitori con mentalità conservatrice, mancanza di sicurezza o paura per la propria vita.

“Se consideriamo tutti questi fattori, l’Afghanistan è il luogo peggiore in cui essere madre” conclude questa relazione, che ha esaminato 164 paesi. Anche i bambini afghani, insieme a quelli dell’Aftica sub-sahariana, sono sottoposti al rischio di morte più elevato del mondo. Un bambino su cinque muore prima di raggiungere i cinque anni, il che significa inoltre che ogni madre afghana può anche soffrire per la perdita dei propri figli.

“Nonostante i miglioramenti, siamo ancora molto preoccupati per la mortalità materna nel paese”, ha dichiarato Kargar Norughli, portavoce del Ministero della Salute. L’obiettivo principale del Ministero è quello di contrastare la mortalità legata alla maternità.

Una delle strategie adottate è la preparazione del personale medico. Tahir Ghaznavi della UN Population Fund, UNFPA, ha affermato: “Il paese si sta muovendo nella giusta direzione, ma ci vorrà tempo per avere personale medico qualificato che possa garantire cure appropriate, eque e puntuali per ogni gravidanza e ogni parto”.

Circa 750 ostetriche professionali si diplomano ogni anno dopo 24 mesi di preparazione e si prevede che il numero raggiunga le 800 unità nel 2012. Secondo Ghaznavi, se si calcola il numero delle ostetriche che si diplomeranno nel 2011, nel 2012 e nel 2013, si suppone che il numero potrà arrivare a 2.300 unità.

Strutture sanitarie troppo lontane

“Una parte del problema”, afferma Norughli, “è che l’85% della popolazione vive a 3-4 ore di distanza dalle strutture sanitarie e il 35% vive troppo lontano da qualsiasi centro medico o non ne ha accesso”.

Esiste anche una diffusa mancanza di consapevolezza all’interno delle comunità in merito alle cure e all’assistenza alla maternità, in particolare nelle zone rurali. Inoltre, nelle aree più remote del paese mancano le strutture mediche e i mezzi di trasporto e di comunicazione.

L’Afghanistan è una terra montuosa e in alcuni luoghi ci vuole un giorno di viaggio a piedi, o a cavallo di un asino, per spostarsi da un luogo all’altro.

Secondo Save the Children, solo il 14% delle nascite riceve un’adeguata assistenza medica. Molte donne partoriscono a casa senza nessun aiuto (i mariti sono riluttanti a portarle da un’ostetrica) oppure muoiono lungo la strada prima di raggiungere un centro medico.

L’antica tradizione di partorire con l’assistenza di una donna anziana, ignorante e incompetente è ancora ampiamente diffusa nelle zone remote dell’Afghanistan.

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