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Le violazioni dei diritti umani aggravano la povertà in Afghanistan

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30 marzo 2010
L’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani delle Nazioni Unite (OHCHR) afferma l’urgenza di mettere la povertà al centro di ogni decisione che riguardi le politiche di intervento sociale in Afghanistan, a seguito di un recente studio che dimostra come le violazioni dei diritti umani stiano peggiorando la già gravissima povertà del Paese.
“La realtà è che in Afghanistan la povertà uccide più gente di quanta ne muoia per effetto della guerra” afferma Norah Niland, portavoce dell’OHCHR in Afghanistan. “La povertà non è né casuale, né inevitabile; è insieme una causa e una conseguenza di gravissime mancanze nel campo dei diritti umani” aggiunge.

“Queste mancanze comprendono la diffusa impunità e inadeguati investimenti e attenzione verso i diritti umani. Clientelismo politico, corruzione, impunità ed enfasi eccessiva posta su obiettivi a breve termine piuttosto che a programmi di sviluppo a lungo termine stanno rendendo ancora più grave la situazione di estrema povertà che è la condizione della stragrande maggioranza della gente in Afghanistan.”
Secondo lo studio pubblicato dall’Ufficio dell’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’ONU, si stima che circa 9 milioni di afghani – pari al 36 per cento della popolazione – vivano in assoluta povertà e un ulteriore 37 per cento viva appena al di sopra della soglia di povertà, nonostante l’arrivo nel Paese di circa 35 miliardi di dollari di aiuti nel periodo 2002-2009.

In Afghanistan, il tasso di mortalità materna è altissimo e colloca il paese al secondo posto nella scala mondiale, mentre per tasso di mortalità infantile l’Afghanistan è il terzo Paese al mondo. Solo il 23 per cento della popolazione afghana ha accesso a fonti di acqua potabile e solo il 24 per cento degli afghani con più di 15 anni sa leggere e scrivere, con tassi di alfabetizzazione drammaticamente più bassi tra le donne e le popolazioni nomadi.
Il report dell’ONU fa appello al governo afghano e ai suoi partner internazionali affiché rafforzino le politiche di sviluppo e mettano in campo strategie per fare partire dalla promozione dei diritti umani ogni politica volta alla riduzione della povertà.

“Un approccio politico che parta dai diritti umani sarà importante per assicurare che vengano considerate le reali urgenze della popolazione povera nelle loro effettive condizioni quotidiane e che si pianifichino interventi con la partecipazione dei beneficiari” dice Norah Niland. “Porre l’accento sull’importanza della partecipazione dei beneficiari significa fare passare il messaggio che i poveri devono diventare gli architetti del loro stesso futuro.”
Il report dell’ONU si basa su una ricerca sul campo condotta nelle comunutà più povere di 14 province e su una serie di interviste con esperti sia locali sia nazionali. Tra le altre cose, afferma che per raggiungere le priorità fissate dal governo nella lotta contro la povertà occorre investire a questo scopo una maggiore percentuale del denaro stanziato per lo sviluppo. “Gli obiettivi della sicurezza non devono fare scivolare in secondo piano il bisogno urgente di intensificare gli sforzi per ridurre la povertà” aggiunge Norah Niland.
Un approccio efficace alla riduzione della povertà, conclude il report, deve essere olistico e onnicomprensivo. Quindi gli sforzi di ristabilire la sicurezza nel Paese devono essere accompagnati da altrettante misure per scalzare le strutture del potere corrotto e per creare opportunità per la gente che vive in povertà di dare il proprio contributo alle politiche di sviluppo in modo libero e consapevole.
Leggi il report dell’ONU: http://www.un.org/apps/news/story.asp?Cr=afghan&Cr1=&NewsID=34239

 

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