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Campagna elettorale Nato in Helmand

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peacereporter – 13/08/2010

Nuova offensiva alleata nella provincia in vista del voto di settembre: migliaia di nuovi sfollati e decine di civili feriti nell’ospedale di Emergency a Lashkargah
Le forze d’occupazione anglo-americane hanno lanciato una nuova operazione militare nella provincia meridionale di Helmand. Ma, questa volta, senza il clamore e la pubblicità delle passate offensive, visto che si torna a combattere e a bombardare negli stessi distretti (Marjah, Nadali, Garmsir e Sangin) che dovevano essere stati ‘riconquistati’ e che invece sono ancora saldamente in mano ai talebani.

”Torniamo a sentire i rumori ravvicinati della guerra, i boati delle bombe e gli echi degli spari, e torniamo a ricevere civili feriti”, riferiscono dall’ospedale di Emergency a Lashkargah, riaperto il 29 luglio dopo quasi tre mesi di chiusura forzata. ”Le corsie sono piene, abbiamo pochissimi letti liberi. Solo nell’ultima settimana abbiamo ricoverato, oltre a diversi soldati afgani feriti, più di trenta feriti civili. Tra loro otto bambini sotto i 14 anni: uno di loro è morto. Una donna incinta è arrivata qui, ferita, dicendoci di aver perso il marito e i suoi cinque figli in un bombardamento”.

 

Che la situazione dei civili della zona sia tornata critica, lo dimostra la nuova emergenza sfollati denunciata nei giorni scorsi dalla Mezzaluna Rossa afgana.
”Almeno cinquecento famiglie (circa 3.500 persone, ndr) in fuga dalle operazioni militari si sono rifugiate qui a Lashkargah – ha dichiarato Ahmadullah Ahmadi, responsabile locale dell’organizzazione – andandosi ad aggiungere alle duemila famiglie (14mila persone, ndr) sfollate in primavera dall’offensiva di Marjah e rimaste qui perché la situazione in quell’area non è buona per tornare”.

Migliaia e migliaia di sfollati che, dopo aver ricevuto qualche aiuto alimentare fino ad aprile, sono stati abbandonati a loro stessi, costretti a trovarsi un alloggio da amici o parenti e una qualche fonte di sostentamento. Una situazione frutto del disinteresse del governo provinciale: ”La maggior parte di queste famiglie si muove perché usano lo sfollamento come una scusa per ricevere aiuti”. Ha affermato Daud Ahmadi, portavoce del governatore.

Nella provincia di Helmand, così come nella vicina Kandahar, le agenzie umanitarie dell’Onu hanno ritirato tutto il loro personale per ragioni di sicurezza, lasciando solo degli stock di aiuti alimentari ‘di emergenza’ nei magazzini del Programma alimentare mondiale (Wfp). Stock che, come ha detto alla stampa Challis MacDonough, portavoce dell’agenzia, non sono stati ancora utilizzati.

Una crisi umanitaria sostanzialmente ignorata, e che rischia di aggravarsi ulteriormente nelle prossime settimane a causa di altre offensive Nato previste nel nord della provincia, nei distretti di Musa Qala, Kajaki e Baghran. Operazioni pianificate dal generale David Petraeus, comandante della missione Isaf, allo scopo di ”stabilizzare” la provincia di Helmand in vista delle elezioni parlamentari previste per il 18 settembre. Una campagna militare ‘elettorale’ di cui la martoriata popolazione dell’Helmand farebbe volentieri a meno.

Enrico Piovesana

 

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