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Afghanistan: arrestate e picchiate per uso improprio dell’hijab

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La Svolta, 10 gennaio 2024, di Chiara Manetti LA Svolta 10 01 24

Una foto pubblicata su X (ex Twitter) dal giornalista della Bbc Moheb Mudessir mostra decine di afghane che vengono fatte salire su un camioncino della polizia a Kabul, in Afghanistan: “Ieri il portavoce dei talebani mi ha detto che tutte le donne arrestate per l’uso improprio dell’hijab sono state rilasciate dopo 2 ore e ha negato qualsiasi maltrattamento. Mentre ci sono accuse secondo cui alcune sarebbero ancora in detenzione e sarebbero state torturate, ci sono notizie di ulteriori arresti a Kabul”.

Gli arresti da parte della polizia morale talebana in alcuni quartieri della Capitale, tra cui Dashte Barchi, Taimani e Khairkhana, risalgono alla settimana scorsa, ma sono venuti alla luce solo grazie a fotografie come quella diffusa da Mudessir.

Una ragazza di 16 anni ha raccontato al Guardian di essere stata arrestata insieme ad altre ragazze durante un corso di lingua inglese: i talebani le avrebbero trascinate in un camion della polizia e avrebbero picchiato quelle che si rifiutavano di salire. Lei, dopo aver cercato di farli ragionare, sarebbe stata frustata a piedi e gambe. «Il mio abbigliamento era modesto – ha detto al quotidiano britannico – ma mi hanno picchiata lo stesso, insistendo sul fatto che il mio abbigliamento era sconveniente».

Durante la sua detenzione, durata 2 notti, i talebani l’avrebbero definita un’infedele perché studia l’inglese e perché aspira ad andare all’estero. Anche il padre, colpevole di aver «allevato ragazze immorali», sarebbe stato picchiato. La ragazza ha raccontato di essere stata rilasciata dopo aver firmato un documento in cui si impegna a indossare l’hijab fuori casa. Le sarebbe anche stato vietato di frequentare ancora il corso d’inglese.

Il principale portavoce del regime talebano, Zabihullah Mujahid, ha confermato gli arresti a Cbs News, aggiungendo che “un gruppo di donne coinvolte in attività di modelle per promuovere abiti sono state arrestate, ammonite di fronte ai loro familiari e rilasciate nel giro di poche ore. Nessuna donna è stato soggetto a reclusione durante questo processo”. Un portavoce del Ministero del Vizio e della Virtù dei talebani ha inoltre riferito che alcune delle detenute sono state consegnate alle autorità giudiziarie per ulteriori indagini.

Senza fornire alcuna prova, Mujahid, intervistato da Tolo News, ha dichiarato che le donne fermate avrebbero ricevuto istruzioni dall’estero per promuovere la violazione delle regole che i talebani impongono a donne e ragazze in Afghanistan e che prevedono che indossino l’hijab per coprire i propri capelli. In un messaggio al Guardian Mujahid ha aggiunto che questi arresti non sono «una pratica abituale», ma una diretta conseguenza delle presunte azioni di queste ragazze.

Secondo Sanam Kabiri, del gruppo per i diritti delle donne afghane Unity and Solidarity, si tratta di «una scusa per imporre ulteriori restrizioni alle donne» perché i talebani «mirano a impedire alle donne di uscire anche quando ne hanno bisogno», ha detto la donna a Voa.

Meno di una settimana fa il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite aveva richiesto la nomina di un inviato speciale per l’Afghanistan per promuovere i diritti delle donne e i diritti umani nel Paese e per aumentare l’impegno con lo Stato e i suoi leader talebani. Ma il portavoce del ministero degli Esteri, Abdul Qahar Balkhi, l’ha definito “non necessario” perché “l’Afghanistan non è una zona di conflitto ed è governato da un governo centrale in grado di garantire i propri interessi nazionali”.

Amnesty International ha denunciato la “repressione del codice di abbigliamento e gli arresti arbitrari da parte dei talebani”, che “rappresentano un’ulteriore violazione della libertà di movimento e di espressione delle donne in Afghanistan”. Il gruppo per i diritti umani ha chiesto al Governo talebano di interrompere “immediatamente” questa repressione e “gli arresti arbitrari”.

Da quando hanno preso il potere in Afghanistan nell’agosto 2021, i talebani hanno limitato l’accesso delle donne all’istruzione, al lavoro e agli spazi pubblici. Alle studentesse è stato vietato frequentare la maggior parte delle scuole secondarie e delle università. Da maggio del 2022 le afghane sono costrette a indossare il velo integrale, rivelando solo gli occhi.

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