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Il Consiglio delle Nazioni unite verso il pieno reintegro del governo talebano

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Mentre gli sguardi di tutti erano sempre più lontani dall’Afghanistan, presi dalle guerre in Ucraina e Palestina e dai festeggiamenti di fine anno, il 29 dicembre il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite ha votato quasi all’unanimità una delibera che darà l’avvio a un nuovo corso nei rapporti del mondo con l’Afghanistan dei talebani, un provvedimento che cambia la strategia finora adottata – non trattare direttamente con i talebani finchè non riconoscono i diritti alle donne – avviando un percorso che ha l’obiettivo dichiarato e raccomandato di reintegrare pienamente l’Afghanistan nella comunità internazionale, senza porre condizioni se non quella di accettare la mediazione di un nuovo rappresentante delle NU che deve essere nominato appositamente per raggiungere il compromesso. La strada per il pieno riconoscimento è aperta (N. d. Cisda)

NU, Notizie dell’Onu, 29 dicembre 2023

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La risoluzione 2721 (2023) è stata adottata con 13 voti favorevoli e 2 astensioni (Cina e Russia).

In una precedente risoluzione, approvata all’inizio dell’anno, il Consiglio di Sicurezza aveva chiesto al Segretario Generale di presentare una valutazione integrata e indipendente sull’Afghanistan entro e non oltre il 17 novembre 2023, dopo aver consultato tutti i politici e le parti interessate in Afghanistan, comprese le donne afghane e i civili. società.

 

Valutazione indipendente

Questa valutazione indipendente doveva essere accompagnata da raccomandazioni rivolte al futuro, affinché gli attori interessati adottino una “strategia integrata e coerente” per affrontare le sfide dell’Afghanistan, in particolare nei settori dell’azione umanitaria e dei diritti umani, in particolare quelli delle donne. diritti. Ad aprile, Feridun Sinirlioğlu è stato nominato coordinatore speciale per effettuare questa valutazione che è stata presentata al Consiglio l’8 novembre. 

Ricordando che l’attuale status quo non funziona in Afghanistan, sono state formulate quattro raccomandazioni:

  • Adozione di misure immediate per soddisfare i bisogni primari della popolazione afghana
  • Maggiore attenzione da parte della comunità internazionale sui temi della sicurezza regionale e globale
  • Proposta di tabella di marcia per il dialogo politico volta a reintegrare il Paese nella comunità internazionale
  • Istituzione dei necessari meccanismi di coordinamento.

 

Intensificare il dialogo

Nella risoluzione adottata venerdì, il Consiglio di Sicurezza invita gli Stati membri e le altre parti interessate a tenere in considerazione queste raccomandazioni, in particolare intensificando il dialogo a livello internazionale “in modo più coerente, più coordinato e più strutturato”. L’obiettivo finale è un Afghanistan in pace con se stesso e con i suoi vicini, “pienamente reintegrato” nella comunità internazionale e che onori i suoi obblighi internazionali, sottolinea il Consiglio. 

Ricorda inoltre  che le donne afghane devono partecipare, “in sicurezza e su un piano di parità”, all’intero processo. Il Consiglio precisa che l’inviato speciale per l’Afghanistan deve avere una perfetta conoscenza delle tematiche relative ai diritti umani e alle questioni di genere, al fine di promuovere l’applicazione di dette raccomandazioni, fatto salvo il mandato della Missione Assistenza delle Nazioni Unite in Afghanistan (UNAMA ) e il rappresentante speciale del segretario generale. 

Prima del voto, il Giappone, in qualità di co-sponsor del testo con gli Emirati Arabi Uniti, ha affermato che il testo della risoluzione illustra la determinazione del Consiglio a facilitare lo sviluppo di una nuova strategia per affrontare le sfide del paese. “Stiamo dimostrando al popolo afghano, alle sue autorità, alle donne, alle ragazze e alla società civile che la comunità internazionale resta impegnata per un Afghanistan pacifico, stabile, prospero e inclusivo”, ha affermato. 

Dopo il voto, molte delegazioni hanno accolto con favore il “fronte unito” del Consiglio sulla questione afghana, secondo le parole degli Emirati Arabi Uniti, che sperano che in Afghanistan si apra una “nuova pagina”.

Le delegazioni hanno inoltre denunciato con forza la discriminazione praticata contro le donne in Afghanistan.

Nota dissonante è arrivata dalla Cina, che ha chiesto che le decisioni che verranno prese sulla base delle raccomandazioni della valutazione indipendente, nonché la scelta dell’inviato speciale, siano prese in consultazione con Kabul. 

“I tentativi di imporre misure all’Afghanistan sotto l’egida dell’ONU sono controproducenti e difficilmente otterranno risultati”, ha sentenziato la Federazione Russa, ricordando la storia del Paese.

 

 

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