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Il silenzio dell’Onu

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Internazionale.it 1 luglio 2022

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Il terremoto che il 22 giugno ha devastato parti delle province afgane di Khost e Paktika ha evidenziato la mancanza di regole e controllo nel settore degli aiuti”, scrive su Foreign Policy Lynne O’Donnel, che in passato ha diretto le sedi dell’Afp e dell’Associated Press a Kabul.

“Il controllo dei taliban sulle ong locali gli permette di dirottare i rifornimenti verso i loro sostenitori e i soldati”, continua O’Donnel, che fornisce i dettagli di un rapporto interno dell’Unama, la missione delle Nazioni Unite in Afghanistan.

Medici ed esperti nella gestione delle emergenze sono tra le migliaia di afgani che hanno lasciato il paese dopo il ritorno dei taliban Dirial potere, e molti di quelli che sono rimasti sono stati licenziati dal nuovo regime, spiega O’Donnel. Il documento dell’Unama “conferma le peggiori paure sugli eccessidei taliban, inclusi la violazione dei diritti delle donne, il bavaglio imposto ai mezzi d’informazione, gli attacchi agli attivisti, la chiusura delle organizzazioni per i diritti umani e la sostituzione dell’istruzione pubblica con l’indottrinamento religioso”.

Nonostante tutto, l’Onu tace, forse per paura che una critica esplicita del regimepossa limitare le sue attività. Anche se

da quasi un anno interagisce con i taliban come il governo di fatto dell’Afghanistan, l’Unama non è riuscita a scalfire l’indifferenza del regime verso diritti come l’accesso al cibo e all’istruzione, si legge nel rapporto. “C’è poi un fattore che complica le cose”, aggiunge O’Donnel. “I donatori internazionali non vogliono dare risorse ai taliban e passano attraverso canali non governativi. L’Onu ne assorbe la maggior parte a scapito delle piccole ong”, aggiunge.

La crisi umanitaria in Afghanistan è aggravata dal congelamento delle riserve afgane decisa dal governo statunitense. Il

Washington Post scrive che, dopo il sisma, alti funzionari dell’amministrazione Biden hanno cominciato a trattare con i

taliban per creare un meccanismo attraverso cui il governo afgano potrà usare i fondi, in modo controllato, per far fronte

alla crisi alimentare. 

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