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HAWCA l’impegno per i più deboli.

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24 marzo 2022,a cura di CISDA 

hawca_logo_2015_copy.pngIntervista ai responsabili di HAWCA (Associazione umanitaria per le donne e bambini in Afghanistan) 

Nella difficile quotidianità afghana, come vivete il vostro impegno a favore dei più deboli?

Come sappiamo, la situazione è ogni giorno più tragica e ha coinvolto tutte e tutti in Afghanistan. È molto difficile per gli attivisti lavorare a favore di donne e bambini. Stiamo facendo il possibile per cogliere ogni opportunità e trasformarla in un’azione di sostegno, ma i Talebani ci stanno ostacolando.

Ci sono stati naturalmente dei cambiamenti anche nel nostro lavoro. Evitiamo di andare in ufficio e di riunirci in più persone sempre nello stesso posto, cerchiamo di non dare nell’occhio. Lavoriamo da casa. Ci incontriamo via internet e andiamo personalmente dalle persone che possiamo raggiungere per portare avanti i nostri progetti.

L’economia è saltata e la nostra moneta vale molto meno rispetto al dollaro. La gente è in emergenza alimentare e adesso portare cibo alle famiglie è la nostra attività principale. Non possiamo documentare con foto queste attività perché la gente ha molta paura dei talebani.

Emergenza alimentare

Come scegliete le famiglie da aiutare? Fanno parte di vecchi progetti o sono persone nuove?

Ci sono famiglie che conosciamo e altre nuove, magari segnalate da persone amiche. Andiamo personalmente a verificare lo stato economico della famiglia e, se necessario, il giorno seguente portiamo gli aiuti. Abbiamo dato il nostro recapito a tutte le famiglie che conosciamo e sono loro stesse a segnalarci quando ci sono altre urgenti necessità.

Anche prima dell’arrivo dei Talebani al potere facevamo questo lavoro di sostegno e lo facevamo in un unico posto grande, dove tutte le famiglie venivano e prendevano i pacchi alimentari. Facevamo anche report fotografici, ma ora non è più possibile. Ci abbiamo provato una volta, sono arrivati i talebani e ci hanno minacciato, quindi adesso andiamo noi nelle case oppure riuniamo poche persone in una casa. L’importante è mantenere sempre un basso profilo per non avere guai.

Dove prendete il cibo da distribuire?

Lo compriamo al mercato, in genere di lunedì perché i prezzi sono più bassi. Il cibo c’è, ma i prezzi sono molto alti per la popolazione. I talebani non vengono al mercato a controllare. Comunque abbiamo trovato un mediatore organizzato che compra il cibo per noi e lo porta in un magazzino dove poi lo andiamo a prendere.

Vite Preziose /Violenza sulle donne

Come si svolge adesso il vostro lavoro di aiuto alle donne di Vite Preziose, siete in grado di raggiungerle? Come aggirate l’ostacolo dei Taleb?

Siamo in contatto con tutte le donne del progetto, molte solo telefonicamente, altre le vediamo andando nelle loro case, soprattutto a Kabul. Siamo stati anche nelle province, ad esempio a Nangahar e Laghman per incontrarle.

Com’è la situazione della violenza che queste donne hanno dovuto affrontare? È peggiorata la situazione? Si può ancora sostenerle in qualche modo?

Purtroppo le donne non hanno più alleati né possibilità. Il sistema giuridico è completamente collassato e non esiste più. Non ci sono più Centri legali per le donne né shelter. La giustizia è gestita dai Talebani direttamente. La sharia, nell’interpretazione dei Taleb, prevede che un uomo possa picchiare la propria moglie senza subire alcun tipo di sanzione, è un comportamento completamente accettato, un loro diritto. Per cui per Hawca/per noi è diventato molto difficile organizzare qualsiasi tipo di aiuto legale alle donne e la protezione degli shelters.

Le donne assistite dal progetto “Vite Preziose” che avevano raggiunto una certa autonomia e che continuano a ricevere il denaro stanno bene, non subiscono alcuna violenza. Altre, invece, che erano nello shelter e non avevano nessun reddito, né sapevano dove andare, sono ritornate in famiglia ricadendo nella spirale della violenza domestica. Per loro, che erano riuscite a sfuggire alla violenza familiare, è molto duro dover ritornare in famiglia, anche se è quella di origine, perché non vengono affatto accettate per il percorso che hanno fatto.

Le donne che non hanno niente, nessuna fonte di guadagno, sono completamente dipendenti da questi uomini violenti che, in cambio della sopravvivenza, fanno di loro quello che vogliono. È il solito ricatto. Quelle che cercano di tornare nella famiglia di origine spesso non sono accettate per motivi economici, mentre ciò diventa possibile se hanno un piccolo guadagno. La povertà è uno dei fattori principali della violenza.

Alcune donne del nostro shelter sono adesso protette in case di amici, ma sono tre o quattro, non di più.

Cosa possono fare le avvocate che difendono le donne? Possono ancora lavorare?

Con il crollo del sistema giuridico le avvocate e le magistrate non possono più lavorare, anche perché sono donne. Molte di loro sono sotto minaccia per le cause che stavano facendo prima dell’arrivo dei Taleb. Quando seguono un caso sono obbligate a dare il loro recapito alla famiglia e così sono rintracciabili.

Ad esempio, una delle avvocate seguiva il caso di una donna per i maltrattamenti del marito. L’uomo, che è un talebano, ha trovato l’indirizzo dell’avvocata e l’ha rintracciata perché voleva sapere dov’era finita la moglie. L’avvocata si è rifiutata di dirlo ed è stata rapita, picchiata, minacciata di morte e messa in carcere. Per fortuna, attraverso amicizie, siamo riusciti a tirarla fuori di lì. Ma adesso le nostre avvocate devono nascondersi.

Altri Progetti

Quali sono i progetti più necessari e utili in questo momento? Come possiamo sostenerli?

Il Centro di assistenza legale è stato trasformato in Centro di taglio e cucito, a Kabul. È un buon progetto perché imparano un lavoro che possono fare in casa e non hanno ostacoli da parte dei Taleb. Alla fine del corso la macchina da cucire rimane a loro e possono iniziare subito l’attività.

Con nuovi finanziamenti potremmo estendere il progetto ad altre province. I prossimi corsi potrebbero essere usati anche per fare alfabetizzazione, promuovere la coscienza dei diritti e raccogliere le necessità delle donne anche rispetto ai problemi di violenza familiare, sebbene al momento le donne sembrano più interessate al cucito, che può dare loro da vivere.

I progetti a favore delle donne sono i più importanti perché i Taleb non permettono nessun aiuto alle donne. Il denaro delle ONG passa in genere dalle banche che sono controllate da loro, quindi, se per i progetti rivolti ai bambini è più facile ricevere finanziamenti e farli accettare ai Taleb, per quelli per le donne è impossibile.

I fondi che ci arrivano direttamente/Cisda sono quindi molto importanti perché non passano dalle banche e perciò sfuggono ai Taleb e dovremmo utilizzarli appunto per i progetti sulle donne che non avrebbero altra possibilità, i corsi per le ragazze dalla 7° alla 12° classe che devono rimanere nascosti. Purtroppo il progetto per i bambini dalla 1° alla 6° classe i Taleb non avevano niente da dire e quindi funzionava bene, ma i fondi erano tedeschi e dovevano passare dalle banche, cosa che oggi non è possibile, quindi il progetto si è fermato.

Per le donne, ci sono altri progetti che si potrebbero avviare? Ad esempio uno shelter segreto?

Uno shelter grande, come quelli che avevamo, è impossibile, darebbe troppo nell’occhio. Si verrebbe a sapere che in quella casa ci sono molte donne, i Taleb direbbero subito che è un bordello e le donne finirebbero male. Inoltre, è un progetto molto costoso.

Si potrebbe invece pensare a delle case protette per 3/5 donne con i loro bambini. Ovviamente ora è impossibile l’aiuto legale e non potrebbe essere uno shelter chiuso /dove le donne possono rimanere nascoste, come quelli che abbiamo avuto finora. Dovrebbero essere aperti, così le donne potrebbero viverci con i loro figli ma essere protette in un luogo segreto per/e non dover tornare dalle famiglie. Ci sono donne che non hanno un posto dove vivere e altre, giovani, che hanno avuto il coraggio di ricorrere al tribunale e di avviare una causa. Queste sono estremamente a rischio e non hanno nessuna possibilità di ritornare nelle loro famiglie perché potrebbero venire uccise per quello che hanno fatto. Per queste donne sarebbe molto utile avere una casa segreta.

Faremo altri incontri come questo, è stato bello incontrarsi e utile.

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