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Riconoscere il governo dei talebani è un atto non necessario

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Cosa significa riconoscimento del nuovo governo afghano? Questa interessante breve analisi cerca di chiarirlo

Natalino Ronzitti, Affari internazionali, 13 settembre 2021 

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Poiché si è di fronte ad una fattispecie di continuità dello Stato, i trattati stipulati dal precedente governo permangono in vigore, tranne quelli che possono considerarsi estinti per un mutamento fondamentale delle circostanze. Per quanto riguarda l’Italia, stando alla lista pubblicata dal Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale sul sito Atrio e salvo un più attento esame, non sembra che per il momento possa dirsi che esistano trattati bilaterali Italia-Afghanistan.

L’Afghanistan è invece parte di importanti trattati multilaterali, tra cui il Patto delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici e lo Statuto della Corte Penale Internazionale. Non consta che il nuovo regime li abbia denunciati e quindi essi continuano a vincolare l’Afghanistan.

L’Afghanistan è membro delle Nazioni Unite e di altri organismi facenti parte del sistema onusiano. Fino al 2020 è stato membro del Consiglio dei diritti umani ed è stato eletto (udite, udite!) membro della Commissione sullo status delle donne, che è un organismo del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite, composta da 45 membri. La Commissione si occupa dell’eguaglianza di genere e dovrebbe promuovere i poteri delle donne nella vita sociale. Il mandato dell’Afghanistan scade nel 2025.

La questione di chi debba rappresentare lo stato in un organismo internazionale non è tanto una questione di riconoscimento di governi, quanto di credenziali. L’ente che esercita i suoi poteri di governo effettivi nello Stato membro dell’organizzazione internazionale ha diritto di indicare il funzionario che deve rappresentarlo. Può lasciare che il compito venga svolto dal rappresentante del precedente governo, oppure indicare una nuova persona. In caso di contestazione si apre una procedura nella commissione delle credenziali, e la procedura termina con un voto degli Stati che fanno parte della commissione e, se del caso, viene sentito il plenum dell’organismo.

Il governo italiano dovrebbe astenersi dal prendere posizione sulla vicenda mediante un formale atto di riconoscimento del nuovo governo afghano. Avendo constatato che il governo dei talebani costituisce l’ente che esercita effettivamente i poteri in Afghanistan, può benissimo interloquire con il nuovo governo affinché questi prenda i provvedimenti necessari per rispettare gli impegni presi. Essenziali sono i trattati multilaterali che vincolano l’Afghanistan e che contengono strumenti, quantunque imperfetti, per assicurare la loro attuazione.

Imprescindibile è che l’Afghanistan non denunci i trattati multilaterali di cui è parte, a cominciare dal Patto delle Nazioni Unite sui diritti civili e politici e dallo Statuto della Corte Penale internazionale.

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