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Aderiamo all’appello: L’Unione Europea fermi la repressione in Turchia Lettera aperta a Federica Mogherini, Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari Esteri  

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progressi.org – 25 luglio 2016

COMUNICATO STAMPA
L’Unione Europea fermi la repressione in Turchia
Lettera aperta di associazioni, sindacati, ong
a Federica Mogherini,
Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari Esteri

petitionAssociazioni, sindacati, reti e ong hanno inviato una lettera aperta a Federica Mogherini, Alto Rappresentante dell’Unione Europea per gli Affari Esteri, in cui esprimono profonda preoccupazione per la deriva autoritaria assunta dal governo turco.
Il prolungamento dello stato d’emergenza e la sospensione della Convenzione Europea dei Diritti Umani aprono scenari drammatici, mentre il presidente Erdogan con sistematiche epurazioni sta eliminando qualsiasi luogo di produzione di idee critiche, nelle scuole, nelle università, nei media, nella magistratura. Sono più di 60mila gli insegnanti, i magistrati, i funzionari pubblici, i giornalisti sollevati dal loro incarico, mentre sono state incarcerate 13mila persone, e il numero, in entrambi i casi, cresce costantemente.

Di fronte a questo scempio della democrazia, le istituzioni e i governi europei non hanno purtroppo reagito con la necessaria fermezza. L’UE sta dimostrando di essere vittima del ricatto esercitato dal governo turco data la sua posizione strategica nella regione. Ma nessuna ragion di stato può giustificare il silenzio europeo di fronte alle violazioni dei diritti umani e agli arresti indiscriminati.

Alla Mogherini viene chiesto di mettere in campo tutte le azioni possibili per fermare il disegno autoritario di Erdogan, a cominciare dalla sospensione del processo di integrazione europea e dell’accordo sui migranti.
Da parte loro, i firmatari si impegnano a promuovere in Italia e in Europa azioni di solidarietà col popolo turco, con l’obiettivo di arrivare a un grande appuntamento europeo per impedire ad Erdogan di cancellare la democrazia in Turchia.
In Italia è in programma già per domani un sit-in nei pressi dell’ambasciata turca. Dopo quello che si è tenuto mercoledì scorso per la libertà di informazione, quello di domani, promosso da Flc-Cgil, Cisl scuola e Uil scuola, avrà al centro la difesa del sistema dell’istruzione.

 

Per sottoscrivere la lettera cliccare su http://www.progressi.org/turchia

Lettera aperta

Alla c.a. Alto rappresentante dell’Unione Europea per gli affari esteri FEDERICA MOGHERINI

Con la pretestuosa motivazione del colpo di stato, il Presidente Erdogan sta cancellando la Turchia democratica. La deriva autoritaria assunta dal governo di Ankara non conosce fine: persecuzioni, violenze, eliminazione di diritti e libertà, già peraltro poco rispettati, stanno colpendo il popolo turco e kurdo ed in particolare le donne, private della propria autonomia e dignità.

Il Presidente Erdogan con sistematiche epurazioni sta eliminando qualunque luogo di produzione di idee critiche, nelle scuole, nelle università, nella stampa, nella magistratura, stendendo un funerea cappa di piombo per imbrigliare un società vivace e aperta. La dichiarazione dello stato di emergenza e la sospensione della Convenzione Europea dei Diritti Umani, apre scenari catastrofici.

Si è arrivati persino a invocare il ripristino della pena di morte. Di fronte alla cancellazione dei più elementari diritti democratici che il Presidente Erdogan sta imponendo nel proprio paese, le istituzioni e i governi europei, purtroppo, non hanno dato finora quei segnali forti e inequivocabili che, da cittadini europei, ci saremmo aspettati. Con il suo assordante silenzio, ancora una volta l’Europa ha perso l’occasione di far pesare nelle relazioni internazionali la sua visione di una società libera e democratica.

E soprattutto sta drammaticamente dimostrando di essere succube del potere di ricatto che il governo turco esercita nei confronti dell’UE, e non da oggi! Sappiamo bene, infatti, che la posizione strategica nella regione consente alla Turchia di godere di un inaccettabile potere di ricatto nei confronti dell’Europa, sia che si tratti di gestire i flussi di migranti, sia che si tratti di tenere le chiavi dell’approvvigionamento energetico, recentemente rinforzato dal contrabbando del petrolio irakeno gestito dall’Isis.

Nessuna “ragion di stato”, nessuna partnership economica può rendere accettabile quanto il Presidente Erdogan sta facendo, con epurazioni e arresti indiscriminati. Le chiediamo perciò di farsi interprete di queste preoccupazioni, mettendo in campo tutte le azioni possibili per impedire che il presidente Erdogan porti a compimento il suo disegno autoritario, a cominciare dalla immediata sospensione del processo di integrazione europea e dell’accordo sull’immigrazione. Non può essere in alcun modo una giustificazione che il Presidente Erdogan sia stato democraticamente eletto, già nella storia del 900 abbiamo assistito ad equivoci analoghi che hanno aperto le porte alle più feroci dittature.

Per nostro conto ci impegniamo a promuovere in Italia ed in Europa la solidarietà con il popolo turco e fin da ora a mettere in campo un appuntamento europeo per chiedere conto alle Istituzioni dell’UE delle loro azioni per impedire a Erdogan di cancellare la Turchia democratica, per dare voce all’Europa dei popoli che vogliamo.

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