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Donne in Afghanistan

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Transform-italia.it – Giovanna Cardarelli 18 agosto 2021

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In 20 anni di occupazione militare gli Usa hanno speso 1 trilione di dollari, la Germania 19 miliardi di euro e l’Italia 8,7 miliardi; un grande spreco di denaro che non è servito per ricostruire il paese ma che è finito in buona parte nelle tasche dei signori della guerra e di personaggi al potere e che ora viene restituito in mano ai talebani che sono stati la scusa per l’invasione del 7 ottobre 2001 ma che già era stata decisa nel 2000 da Clinton.

Che paese sarebbe stato se quei soldi fossero serviti per la ricostruzione? Ma ovviamente non era quello lo scopo. Gli interessi strategici hanno impedito di pensare alla popolazione, tutte le potenze confinanti avevano altri obiettivi che ormai sono stati ampiamente sviscerati. Si è annunciato l’abbandono del paese da diverso tempo dando modo ai talebani di organizzarsi, e la fretta con cui hanno conquistato tutto il paese fa sorgere alcuni dubbi, almeno in me:  gli Usa hanno deciso di lasciare il paese abbandonando anche le loro basi? Molto strano, da noi non se ne sono andati, forse con un accordo con il Pakistan le hanno spostate?

E le donne…

Quelle donne che l’intervento militare avrebbe dovuto liberare dai talebani, dal burka, dalla sottomissione, dai matrimoni forzati…..  poco importa, a parte Kabul nel resto del paese il burka lo hanno ancora così come tutto il resto per cui ridiamole ai talebani e pace… Si perché loro costituiranno il sacrificio maggiore

La guerra ha prodotto 241 mila vittime, oltre 5 milioni di sfollati, cha aumentano e sono destinati ad aumentare a tal punto da non poter essere più quantificabili. Dopo aver prodotto tutto questo scempio con l’invasione ora si abbandona il Paese al proprio destino.

In tutto questo fuggi fuggi generale del personale delle varie ambasciate e dei collaboratori afghani ci sono forze e donne che hanno deciso di rimanere resistendo e continuando nella loro lotta, proseguendo un lavoro, a volte clandestino come la Rawa  che opera dalla metà degli anni 70 e in cui le attiviste da anni si dedicano, per preparare una classe dirigente nuova che possa ricostruire un nuovo Afghanistan democratico e laico e antifondamentalista. Questo percorso lo stanno costruendo con le donne perchè è da loro che potrà partire il cambiamento, si tratta di un percorso lungo che permette di far acquisire loro consapevolezza.

Ecco sono queste forze come Rawa (Revolutionary Association of the Women of Afghanistan), Hawca (Humanitarian Assistance for Women and Children of Afghanistan), Opawc (Organization of Promoting Afghan Women’s Capabilities), Hambastagi unico partito democratico, che il Cisda (Coordinamento Italiano Sostegno Donne Afghane) cerca di sostenere dall’Italia con un lavoro di informazione e di costruzione di relazioni, che pochi fanno. Del Cisda sono attivista e con le altre donne cerchiamo di dare voce a chi voce non ha. Siamo attive dalla fine degli anni 90 anche andando ogni anno in delegazione a Kabul per l’8 marzo, attivando progetti che partono dalle loro necessità e in questo momento abbiamo lanciato una raccolta fondi a favore degli sfollati afghani, è li che le nostre donne stanno intervenendo. Chi volesse contribuire può farlo con un bonifico sul conto Cisda:  Banca Popolare Etica IBAN IT64U0501801600000000113666, causale: “Donazione liberale emergenza Afghanistan”.

Per chi volesse conoscere la nostra attività:  www.cisda.it

*Giovanna Cardarelli CISDA

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