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I racconti di Parvana

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Bandhi.it – 29 aprile 2020

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Un film di animazione di Nora Twomey basato sul libro di Deborah Ellis, prodotto da Angelina Jolie. Un. film affascinante sul potere trascendente delle storie e sul loro potenziale di aggregazione e cura, un meraviglioso racconto di emancipazione e immaginazione femminile di fronte all’oppressione.

C’era una volta Parvana, una bambina che voleva salvare suo padre, imprigionato dai talebani perché insegnava a sua figlia a leggere e a scrivere. Nel regno oscuro dei fondamentalisti islamici afghani, Parvana taglia i suoi lunghi capelli e indossa gli abiti di un ragazzo per passare inosservata, mantenere la sua famiglia e ritrovare suo padre, veterano di guerra che ha perso una gamba contro i sovietici.

«Il film è stato girato non solo con un messaggio politico sui diritti delle donne, ma ha cercato in particolare di raccontare in maniera pragmatica questa storia attraverso gli occhi di una bambina. Il padre di Parvana è sia un narratore che un insegnante per sua figlia e, quando viene arrestato, la ragazza avverte quel vuoto nella sua vita. Così in Parvana emerge qualcosa di diverso: si fa coraggio, prende il destino nelle mani e decide di tagliarsi i capelli per travestirsi da ragazzo e trasformarsi nel capofamiglia. Volevo rendere quella scena abbastanza concreta, una comprensione silenziosa tra Parvana e sua sorella che fa incrinare il loro rapporto, ma entrambe capiscono ciò che deve essere fatto. […] L’animazione è un mezzo così espressivo che siamo stati in grado anche di rendere al servizio del film, alcuni modi di dire afghani intraducibili. Abbiamo fatto del nostro meglio per essere sia autentici che artisticamente espressivi, per spingere il mezzo il più lontano possibile rimanendo fedeli al cuore e al testo del film. Stavo cercando uno stile di animazione che potesse stare bene con la storia, ma che avesse anche un’impronta visiva forte partendo dal mondo reale dell’esperienza di Parvana a Kabul fino al mondo della storia, che era la sua immaginazione.» (Nora Twomey)

«Adottando idealmente un’altra figlia, che ha gli occhi verdi della ‘ragazza afghana’ di Steve McCurry, Angelina Jolie ‘alza il velo’ sulle bambine afghane e produce un film che denuncia la discriminazione di genere e l’assenza dei diritti dell’infanzia. Promuove e sostiene un cinema di animazione che trova sovente la voce giusta per dire energicamente la gravità della vita sotto i regimi estremisti, la voce di una collera fredda che combina lirismo e umanesimo. Con Persepolis, Valzer con Bashir, Kirikù e la strega Karabà, I racconti di Parvana s’inscrive in quel cinema d’animazione politico di cui diventa la sintesi, oscillando tra immaginario e reale, tra film per adulti e favola per bambini, tra asprezza del quotidiano e slanci improvvisi verso il meraviglioso.» (Marzia Gandolfi)

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